Corriere dello Sport

LA JUVE RISCHIA PUNTI E MULTA

La società: «Paratici ha operato con correttezz­a» L’avvocato Grassani: «Grosso balzo dell’inchiesta»

- Di Filippo Bonsignore

Paratici indagato, la Juve alza il muro della difesa. Il club bianconero si schiera al fianco del direttore dell’Area Sport con una nota in cui viene data la «conferma» dell’informazio­ne di garanzia da parte della Procura di Perugia, nell’ambito dell’inchiesta sull’esame di italiano sostenuto da Luis Suarez all’Università per stranieri del capoluogo umbro per ottenere la cittadinan­za italiana, che il reato contestato è «esclusivam­ente l’articolo 371 bis c.p.» e che «la società ribadisce con forza la correttezz­a dell’operato di Paratici e confida che le indagini in corso contribuir­anno a chiarire la sua posizione in tempi ragionevol­i».

La Juve si mostra quindi tranquilla e convinta che la verità sul caso verrà fuori nell’ambito dell’attività degli inquirenti. A Paratici - sentito dai magistrati perugini lo scorso 20 novembre - viene mossa l’accusa di «false dichiarazi­oni» in base all’articolo 371 bis del Codice Penale. La Juve replica appunto evidenzian­do la «correttezz­a» di quanto fatto dal suo dirigente. D’altra parte già quando era scoppiato il bubbone dell’esame del bomber uruguaiano, il club aveva evidenziat­o di aver già cambiato obiettivi per l’acquisto dell’attaccante quando era stata sostenuta la prova e che Suarez non era un giocatore della Juve.

COSA RISCHIA? La domanda che ora interessa i tifosi bianconeri è: che cosa rischia la Juve? C’è infatti un’indagine penale in corso ma c’è pure un procedimen­to sportivo aperto già a settembre dal Procurator­e federale, Giuseppe Chinè, che dovrà ora valutare se sulla base delle novità emerse dalla magistratu­ra, sussistano elementi in grado di connotare un presunto illecito sportivo.

L’avvocato Mattia Grassani, uno dei massimi esperti, di diritto sportivo fa il quadro della vicenda: «L’indagine penale ha sicurament­e fatto un grosso salto di qualità che avrà ripercussi­oni anche su quella sportiva. In particolar­e sotto il profilo dell'art. 32 del Codice di Giustizia Sportiva, che riguarda doveri e divieti in materia di tesseramen­ti». Il comma 7 di tale articolo recita: «Le società nonché i loro dirigenti, tesserati, soci e non soci di cui all’art. 2, comma 2, che compiano direttamen­te o tentino di compiere ovvero consentano che altri compiano atti volti ad ottenere attestazio­ni o documenti di cittadinan­za falsi o comunque alterati al fine di eludere le norme in materia di ingresso in Italia e di tesseramen­to di calciatori extracomun­itari, ne sono responsabi­li applicando­si le sanzioni di cui ai successivi commi 8 e 9». Sanzioni che variano a seconda della gravità del caso. «Se la Procura Federale contesterà l'articolo 32 - sottolinea Grassani - si va all'ammenda alla penalizzaz­ione di punti in classifica». C’è anche il caso estremo, quello dell’illecito sportivo che porterebbe alla retrocessi­one. Grassani specifica: «Accadrebbe soltanto in caso di affermazio­ne di responsabi­lità del legale rappresent­ante in comportame­nti legati al tesseramen­to ma non mi sembrano questi il ruolo e le contestazi­oni mosse a Paratici».

Il caso è previsto dall’articolo 32 del codice di giustizia sportiva

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GETTY Una veduta dell’Allianz Stadium di Torino, lo stadio della Juve

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