HAUGE L’ULTIMA FRONTIERA
Il giovane Jens Petter, cresciuto con Haaland, si sta prendendo il Milan a suon di gol e assist E domani a Genova potrebbe giocare la sua prima da titolare
La neve a Milanello, un centro sportivo completamente imbiancato come a fargli sentire aria di casa in un day-after che più dolce non si può. Alla miglior rappresentazione dell'Hauge rossonero è seguito un allenamento del venerdì nella location con tanto di richiamo alla sua Scandinavia. E l'inevitabile riferimento social, contorno di una settimana con gol incorporato e una qualificazione al prossimo turno di Europa League timbrata in bello stile. Il vichingo finora ha dosato bene gli interventi, quasi in punta di piedi. Aggiungendoci un gol pesante, un altro al Celtic dopo che già aveva chiuso la partita di andata. Il Milan si è aggrappato anche a un Hauge tirato a lucido, per riemergere e apparecchiare una bella rimonta con gli scozzesi. Di carattere e slancio, attingendo da una corsia mancina in cui il norvegese si è fatto sentire giovedì sera. L'Europa League è il suo terreno di caccia, non a caso il Milan era stato conquistato da Hauge durante un turno preliminare in settembre. Assaggiando anche il brivido di una possibile eliminazione. Consegnare al ragazzo del Bodo/Glimt un biglietto aereo per l'Italia, è stato un attimo. E due mesi più tardi, ci si gode il primo gol di Hauge a San Siro.
ESCALATION. Tutto immerso nel contesto di un'Europa più periferica, che magari stride con la storia del Milan ma che è bene affrontare coi guerrieri più adatti. Per questo il talento di Jens Petter Hauge, preso dai norvegesi per 4,5 milioni non è passato inosservato. Convinti che a scaldare i cuori del popolo milanista per ora potesse bastare questo. Adesso che il girone europeo è sistemato – Hauge giovedì ha fatto la propria parte anche con l'assist a Brahim Diaz – il ragazzo arrivato come scommessa in un Milan che iniziava a furoreggiare, può anche mettere in conto una prima da titolare in campionato. Non gli è ancora capitato, per il momento. Ma domani a Genova, Hauge finisce di diritto tra i candidati per quel posto alla sinistra di Calhanoglu. A proposito, la Sampdoria è stata l'ultima squadra che ha imposto al Milan una partita senza gol in A. Era l'Epifania (quello 0-0 di San Siro), e pure l'inizio del secondo mandato di Ibrahimovic in maglia rossonera. Andare a bersaglio, in questa fase, sembra però l'ultimo dei problemi. Tanto più che il Milan con la Samp punta alla sua trentesima partita consecutiva a segno in campionato: sarebbe un record nella storia rossonera. Il proprio timbro Hauge lo ha lasciato a Napoli, nell'impresa di quel 3-1, ma anche lì da subentrato. La capolista ha bisogno della sua verve per restare in alto.
A PRIMA VISTA. Il ragazzo cresciuto assieme ad Haaland sta imparando a prendersi la grande platea. E non è neppure la prima volta che il Milan viene rapito dalle doti di un avversario in Europa, al punto da far scattare l'acquisto. Diciannove anni fa capitava, nell'allora Coppa Uefa, che una trasferta col Bate Borisov facesse alzare le antenne su Vitali Kutuzov, stesso ruolo di Hauge e - nel tempo - non certo una meteora per il nostro campionato. Quell'anno il bielorusso scelse l'Italia per non mollarla più, anche se nel Milan fu solo una comparsa. A fare breccia nella dirigenza rossonera, dopo una partita, era stato anche Jesper Blomqvist, destinato poi a vincere tutto col Manchester United di Ferguson:
pure qui c'è di mezzo un gol a San Siro, come per Hauge, in un Milan-Goteborg di Champions League del '96. La trattativa per lo svedese decollò sulla base di 4,5 miliardi delle vecchie lire. L'amore a prima vista è diventato quasi una linea-guida nel tempo.