Inchiesta Covid, la Procura indaga su Atalanta-Valencia
MILANO - (ansa) La Procura di Bergamo, nella sua complessa inchiesta per accertare eventuali responsabilità sulla strage causata in provincia dal coronavirus, sta attuando una sorta di tracciamento dei luoghi a rischio da cui potrebbe essere partita quell’impressionante scia di morte nella prima ondata di Covid-19. Le indagini, che procedono per epidemia colposa aggravata dalle morti di più persone e falso, per il momento a carico di alcuni dirigenti sanitari bergamaschi e regionali, negli ultimi tempi si sono concentrate anche sulla partita Atalanta-Valencia del 19 febbraio a San Siro e quella di eccellenza Albino-Codogno del 9 febbraio come potenziali origine di focolai (a Codogno fu scoperto il paziente 1 affetto da Coronavirus). Il procuratore Antonio Chiappani e l’aggiunto Maria Cristina Rota hanno acquisito l’elenco dei tifosi per ricostruire chi era allo stadio, a bordo di quali mezzi arrivarono e da dove provenivano, mettendo a confronto i dati con quanti casi ci sono stati nelle località da cui venivano i tifosi della Dea. Questo per capire se ci siano stati altri focolai oltre a quello, ormai accertato, dell’ospedale di Alzano Lombardo il cui pronto soccorso fu chiuso e riaperto a distanza di alcune ore il 23 febbraio, dopo la scoperta di due casi positivi. E i casi aumentarono vertiginosamente nella struttura.
Durante gli accertamenti, hanno spiegato i pm bergamaschi, l’Atalanta ha dimostrato «grande collaborazione», fornendo informazioni sulla composizione di circa 40 pullman che hanno raggiunto lo stadio milanese da varie zone della provincia orobica, ma le indagini hanno preso in esame anche il flusso di persone in arrivo all’aeroporto di Orio al Serio che giungevano da numerosi paesi esteri prima del lockdown.
Tutto questo nell’ambito di una cornice che punta anche a individuare a chi spettasse imporre la zona rossa ad Alzano e Nembro, località falcidiate dal virus. Nei prossimi giorni sarà sentito a Bergamo l’epidemiologo trentino Stefano Merler, della fondazione Bruno Kessler di Trento, che aveva realizzato la prima proiezione italiana dei dati cinesi sul Covid-19. “Scenari di diffusione di 2019-Ncov in Italia e impatto sul sistema sanitario nazionale” era il titolo della sua ricerca che avrebbe dovuto contribuire all’adeguamento del piano anti pandemico che, invece, come sostenuto da più parti, sembra risalga al 2006. Gli inquirenti bergamaschi sono in attesa di una risposta del Ministero degli Esteri riguardo la posizione di alcuni esperti dell’Oms, convocati nei giorni scorsi ma che non si sono presentati, opponendo l’immunità diplomatica.
Acquisito l’elenco dei tifosi presenti a S.Siro. Il club offre la sua collaborazione