JUVE, TESTE DA DERBY
Toro ribaltato da McKennie e Bonucci (2-1) Pirlo: «Vittoria del cuore» Inchiesta Suarez, Paratici: «Rifarei le stesse cose»
Fino alla fine, come lo slogan bianconero. Puoi cambiare l’abito e immaginare un altro tipo di calcio, ma l’anima è immutabile e anche questa volta ha salvato la Juve. Sorpasso e rimonta firmata da McKennie e Bonucci, l’inseguimento sino alla mezz’ora della ripresa per acciuffare il pareggio e poi prendersi il derby all’ultimo respiro. Questione di testa, tradotta nei due gol, quasi in fotocopia, ispirati da Cuadrado: sono piovuti 25 cross, solo 9 del colombiano, sugli ultimi due si è piegato il Toro.
Onestamente, si può dire, non è bastato il colpo... di Nkoulou per centrare l’impresa, ma Giampaolo ha sognato a lungo di sbancare l’Allianz. Il bunker granata ha retto in modo splendido sino all’intervallo. Difesa ordinata, ripartenze velenose, soprattutto quando Belotti ha lanciato Zaza in fuga verso la porta spalancata, erano passati appena quattro minuti dal gol del difensore camerunense e il raddoppio avrebbe segnato la svolta. Szczesny ha intuito e ha evitato il peggio, tenendo i bianconeri in partita. Alla lunga sono venute meno le energie, Linetty si è spento e Belotti, nonostante si stesse battendo alla grande, non poteva più creare difficoltà a Bonucci e De Ligt. In più, sulla fascia sinistra, ha ceduto di schianto Ansaldi e Cuadrado, a cui era già stato annullato un gol (Bonucci in posizione di fuorigioco) ha fatto la differenza.
MORATA PESA.
Poca Juve per un tempo perché non riusciva a riempire l’area di rigore. Pirlo ha riproposto la coppia che aveva funzionato solo con Sarri, ma Dybala è ancora lontano dalla forma migliore e come Ronaldo ha bisogno di un riferimento offensivo. In due e senza centravanti sono pochi, ma in tre sono in troppi, è questa la verità che nessun allenatore può mascherare. E’ mancato terribilmente Morata, il partner ideale di CR7 che anche ieri, dopo pochi minuti, ha smesso di provare a fare il centravanti. Girava fuori area, in cerca di respiro. Chiesa e Kulusevski larghi, la Joya su Rincon, quattro uomini in pressione offensiva quando Sirigu e la difesa granata palleggiavano, diventavano cinque o sei in fase di costruzione con Cuadra
do altissimo, sbattendo sul muro. La Juve nel primo tempo ha tirato appena 5 volte e per la prima volta nello specchio con Dybala a due minuti dall’intervallo. La partita si era messa subito bene per il Toro, a segno dopo 9 minuti dagli sviluppi di un angolo: rimpallo favorevole e Nkoulou, lasciato solo da CR7, ha bucato Szczesny.
FASCE.
Il castello granata, schiacciato sulla linea dell’area, stava tenendo perché i ritmi erano bassi. Nella ripresa i bianconeri si sono messi a correre, hanno riequilibrato i duelli e Pirlo ha indovinato i cambi. McKennie, entrando al posto del fantasma Rabiot, ha regalato una scossa di adrenalina accorciando gli spazi da coprire per Bentancur. Ramsey (per Kulusevski) ha aggiunto raziocinio e ha sprecato pochissimi palloni. E’ stato dirompente soprattutto l’ingresso di Alex Sandro. Giampaolo non aveva cambi, Lukic (entrato per Zaza) ha combinato disastri e il Toro ha ceduto di schianto sulle corsie esterne. Da una parte Singo e soprattutto Ansaldi non hanno più retto. La spinta di Alex Sandro ha svegliato e acceso anche Chiesa, sino a quel momento innocuo. Si sono aperti gli spazi per Ronaldo mentre sulla fascia destra Cuadrado ha assunto le sembianze di un uragano. Nell’azione dell’1-1 cross per il colpo di testa di McKennie e terzo gol americano nella storia della Serie A dopo Lalas e Bradley. Il salvataggio disperato di Lyanco su Dybala (nell’unica azione combinata con CR7) non ha evitato il sorpasso, che sarebbe maturato subito dopo. Altro pallone servito con il contagiri dal colombiano e colpo di testa ravvicinato di Bonucci. Niente da fare per Sirigu. La Juve è viva e si mantiene in scia scudetto.