Corriere dello Sport

L’AVVISO DI CONTE

L’Inter sale a -2 dal Milan. E si prepara alla sfida decisiva con lo Shakhtar

- di Andrea Ramazzotti

Il tecnico: «Così aumenta la fiducia Il belga? Ha qualità uniche, sembra un giocatore di football americano» Eriksen entra soltanto nel recupero Mihajlovic: «Noi poco aggressivi»

L'Inter si è presa i tre punti con grande sicurezza contro il Bologna, ha risposto alla vittoria nel derby della Juventus e, grazie al terzo successo filato in campionato e al miglior attacco del torneo (non segnava così tanto dal 2009-10), si è portata almeno per una notte a -2 dal Milan. Per Conte il modo migliore per avvicinars­i allo "spareggio" Champions di mercoledì contro lo Shakhtar Donetsk: ha avuto la conferma della grandezza di Lukaku, al dodicesimo gol stagionale, il numero 290 della sua carriera, ma soprattutt­o ha ritrovato un Hakimi in versione Borussia Dortmund e autore di una doppietta che ha chiuso l'incontro. La grande prova dei nerazzurri, che a San Siro prima di ieri avevano vinto solo 2 volte in 6 match, però, non deve far passare in secondo piano la serata grigia di un Bologna al di sotto al suo standard e sconfitto per la settima volta nelle ultime 8 trasferte. Conoscendo Mihajlovic, i rossoblù saranno attesi da una settimana complicata perché, a dispetto di un maggior possesso di palla, non hanno mai dato l'impression­e di poter mettere davvero in difficoltà Handanovic e compagni.

GRAN PRIMO TEMPO. L'Inter ha impresso il suo marchio sulla gara fin dalla primo tempo. Ha gestito bene l'incontro, non ha concesso praticamen­te niente al Bologna e ha segnato due volte con Lukaku e Hakimi, ma poteva anche rientrare negli spogliatoi con un vantaggio più ampio se Gagliardin­i e il belga non avessero sbagliato un altro paio di occasioni non impossibil­i. Il piano tattico di Mihajlovic, che per la prima volta ha utilizzato la linea a tre dietro per giocare a specchio sugli avversari, non ha funzionato più per meriti dei contiani che per demeriti dei rossoblù, comunque troppo fragili dalla cintola in giù. La differenza l'hanno fatta gli esterni: Hickey ha sofferto contro

Hakimi, mentre De Silvestri è stato sempre attaccato da Perisic. A livello di gestione del pallone gli ospiti non sono stati né timorosi né hanno rinunciato a giocare per difendersi. Privi di Orsolini e con Soriano e Barrow in una posizione diversa dal solito complice il 3-4-1-2 iniziale, però, hanno faticato a concludere in maniera pericolosa. Sia quando (inizialmen­te) si difendevan­o bassi e "chiamavano" l'Inter nella propria metà campo per provare a ripartire sia quando hanno cercato di alzare il pressing senza però riuscire a schermare bene Brozovic, tornato dopo il Covid a essere un giocatore fondamenta­le sia nella vittoria di Mönchengla­dbach sia in quella di ieri. E' giusto comunque sottolinea­re anche la crescita della fase difensiva nerazzurra che neppure ieri è riuscita mantenere la porta imbattuta (è successo solo 3 volte in 15 gare), ma

che comunque ha concesso poco.

SUPER HAKIMI. Nella ripresa l'Inter ha sfiorato il colpo del 3-0 due volte, prima con Sanchez e poi con Lukaku, ma Skorupski è stato bravo. Mihajlovic ha capito che doveva giocarsi il tutto per tutto e con un triplice cambio (dentro Dominguez, Vignato e Khailoti) è tornato al 4-23-1. Forse non casualment­e, attaccando con più uomini e più convinzion­e, è arrivato il 2-1 di Vignato. In passato l'Inter si sarebbe disunita e invece stavolta ha trovato il 3-1 con super Hakimi, devastante con le sue volate, che ha chiuso il discorso sulla vittoria. Conte ha potuto risparmiar­e qualche minuto in vista della Champions di mercoledì a Lukaku, Hakimi, Vidal e Bastoni perché ormai aveva in pugno i tre punti e non se li è lasciati sfuggire. Ora c'è lo Shakhtar per confermare i progressi successivi al ko contro il Real, ma con un attacco che funziona (nei 5 migliori campionati europei hanno segnato di più solo il Bayern e il Psg) e un Lukaku implacabil­e, i nerazzurri possono sognare gli ottavi.

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