No, Pirlo non corre rischi (è solo questione di Vice?)
prima o poi arriva a “qualcuno” che è un po’ più lesto a tirare (checché ne dica Cassano...). E devo dire che quel gioco che ho criticato in Allegri quando dava delle ansie è persino encomiabile visto che una difesa ferrea sapeva mantenere il risultato favorevole coccolandosi al pensiero di far punti. Adesso la Juventus gioca in fotocopia di se stessa e coltiva figuracce non riuscendo ad avvicinarsi alle prime in classifica che stanno facendo di tutto per essere raggiunte...! suicidio... Per curiosità rivisito con la memoria altre storie di vice di successo, l’ultimo si chiama Gotti, siede e funziona sulla panca dell’Udinese. Era il vice di Tudor. Tudor? C’è qualcosa che mi gira in testa... massì, Tudor è il vice di Pirlo, forse Mastro Andrea non corre rischi, è troppo amico dell’altro Andrea... Ho un elenco di Vice che hanno lavorato bene, ma il mio idolo è Roberto Di Matteo, italosvizzero, che dieci anni fa mi ha fatto fare un figurone, e vi spiegherò perché. Roberto nel 2011 fu assunto al Chelsea come vice di André Villas-Boas; il 4 marzo 2012 diventò allenatore dei Blues in seguito all’esonero del tecnico portoghese; il 14 marzo, nel ritorno degli ottavi di finale di Champions, ribaltò il 3-1 subito all’andata da Villas-Boas contro il Napoli, vincendo per 4-1; nei quarti di finale eliminò i portoghesi del Benfica (1-0 e 2-1); nella semifinale vinse per 1-0 e pareggiò 2-2 con il Barcellona di Pep Guardiola; il 19 maggio, vinse la Champions League, sconfiggendo nella finale di Monaco i padroni di casa del Bayern ai calci di rigore. Il mio figurone? Avevo scommesso con un grande sponsor USA che il Chelsea avrebbe vinto; e agli allucinati americani che mi chiedevano perché rispondevo “catenaccio... catenaccio...”. Non sapevano cosa fosse. Dopo la finale glielo spiegai. Ah, dimenticavo: dopo tante vittorie, in Inghilterra e in Europa, il Chelsea, eliminò Di Matteo. Odiato dagli... estetisti