MUSA E MARKO IL DAI E VAI DEL BOLOGNA
Da quando è tornato in rossoblù Sinisa non ha mai battuto l’Udinese: ci prova con le sue certezze Ora Mihajlovic ha un sistema di gioco efficace e gradito ai due interpreti: Barrow e Arnautovic
Il Bologna ricomincia dalle sue certezze, da Marko Arnautovic e Musa Barrow, contro una squadra che gli ha reso sempre complicata la vita, soprattutto a Udine. Dove l’anno passato ha pareggiato con un rigore di Orsolini negli ultimi attimi, questo è vero, ma guai a dimenticare come prima avesse perso cinque volte di fila, tra le quali va annotata anche la batosta in Coppa Italia, 4-0 e tutti a casa. Pensate che l’ultima vittoria del Bologna è datata febbraio 2016, fu un gol di Mattia Destro a regalare quella gioia ormai lontana al popolo rossoblù. C’è di più: da quando è tornato a lavorare a Casteldebole Sinisa Mihajlovic non ha mai vinto contro l’Udinese, no, nemmeno in casa, anche se l’anno passato ci andò molto vicino e avrebbe anche meritato i tre punti ma successe che con un uomo in meno per l’espulsione di Svanberg all’inizio del secondo tempo il Bologna fu poi raggiunto nel recupero da un gol firmato da Arslan. Se può esserci una spiegazione per la quale in questi ultimi anni il Bologna ha sofferto tremendamente l’Udinese? Può esserci sì, ed è legata alla grande fisicità e alla struttura dei calciatori dell’Udinese, che poco ma sicuro hanno fatto pesare i loro chilogrammi e centimetri in più rispetto ai rossoblù. E ci riferiamo sia all’Udinese di Igor Tudor che invertì addirittura i suoi esterni difensivi affinché facessero da semaforo rosso agli esterni alti del Bologna (che in quei giorni volavano) che a quella di Luca Gotti.
LA FISICITÀ DI ARNAUTOVIC. E alla luce proprio di quello che è stato nel recente passato il Bologna che può ricominciare da Arnautovic e Barrow è un motivo in più per Sinisa Mihajlovic per vedere una luce in fondo a questo tunnel, perché quanto sia stato importante Rodrigo Palacio è il segreto di Pulcinella ma inutile nascondere come l’attaccante austriaco possa regalargli soluzioni che l’argentino non poteva garantirgli. Come quella di giocarsela anche sul piano fisico contro i corazzieri dell’Udinese, o come quella della giocata alta sulla cui spizzata puoi andare al rimbalzo, perché è facile prevedere che ancora una volta la squadra di Gotti sarà aggressiva sia sui lati che sui sentieri centrali e non farà giocare il Bologna, che negli anni passati è come se fosse andato a sbattere contro un muro, essendo diventato scontato e di conseguenza troppo leggibile nel suo gioco. E in questo senso sarà estremamente importante anche Barrow, che si trova a suo agio accanto ad Arnautovic, convinto com’è di giocare finalmente nel ruolo che più sente suo. Certo, il ragazzo gambiano non ha battuto ciglio né quando Sinisa lo ha impiegato sul lato sinistro né quando gli ha chiesto di fare la prima punta, ma è da seconda punta che Barrow ritiene di poter svoltare e di far svoltare anche il campionato del Bologna.
IL MODULO E LA DISPERAZIONE.
Inevitabilmente per gli infortuni di Kevin Bonifazi e Jerdy Schouten e per i viaggi oltreoceanici di Gary Medel e Nicolas Dominguez sia la difesa che il centrocampo del Bologna giocheranno a Udine con qualche pericoloso punto interrogativo addosso, ma guai se ciò diventasse un alibi, anzi, proprio la consapevolezza di avere qualche problema dovrà dare alla squadra di Mihajlovic ancora più dosi di attenzione, di applicazione, perché solo con queste componenti e con l’atteggiamento che il Bologna ha avuto contro la Lazio può sperare di spezzare una tradizione negativa che ormai dura da tempo. Il fatto di poter ripartire da un sistema di gioco nel quale tutti i calciatori rossoblù credono e dalle certezze come Arnautovic e l’ultimo Barrow è già importante, ma per fare risultato a Udine servirà anche quella sana disperazione che il Bologna ha avuto soprattutto a Bergamo contro l’Atalanta, e quella ce l’hai o non ce l’hai, indipendentemente dal modulo con il quale giochi.
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