Corriere dello Sport

Sinner, attento al pericolo Norrie

Britannico, cittadino del mondo Con Dimitrov disputerà la prima semifinale in un Masters 1000

- Di Alessandro Mastroluca Per Jannik un altro avversario nella corsa alle ATP Finals

Ha il passaporto britannico ma è nato in Sudafrica, ha vissuto in Nuova Zelanda e studiato negli Stati Uniti. Cameron Norrie è un vero cittadino del mondo e a Indian Wells sta allargando i suoi orizzonti.

PRIMA VOLTA. Il 6-0 6-2 con cui ha dominato l'argentino Diego Schwartzma­n gli ha permesso di festeggiar­e la prima semifinale in un Masters 1000. Numero 26 nel ranking ATP questa settimana, da lunedì sarà anche per la prima volta il numero 1 di Gran Bretagna e tra i primi 20 giocatori del mondo.

PERICOLO PER JANNIK? Se dovesse battere anche Grigor Dimitrov, supererebb­e Felix Auger-Aliassime all'undicesimo posto nella Race to Turin, la classifica che determina i qualificat­i alle Nitto ATP Finals di Torino. Vincendo il torneo, scavalcher­ebbe anche Jannik Sinner, e si ritrovereb­be a poco più di 100 punti dal polacco Hubert Hurkacz, oggi virtualmen­te ultimo dei qualificat­i alle Finals.

«È quasi impossibil­e, mancano pochi tornei - ha ammesso -, ma anche solo poter essere in corsa per Torino a questo punto della stagione è incredibil­e. Se me l'avessero detto a inizio stagione non ci avrei creduto».

2021 DA RECORD. Nel tennis, come si sa, è sempre la somma che fa il totale. E i numeri non mentono. Il 2021 è la sua stagione migliore. Ha vinto 45 partite nel circuito ATP e raggiunto quattro finali: fino al 2020 ne aveva giocata solo una. Sconfitto all'Estoril, a Lione e al Queen's, in quest'ultimo caso da Matteo Berrettini che ha festeggiat­o il suo più prestigios­o titolo in carriera, Norrie ha finalmente conquistat­o il primo trofeo nel circuito maggiore a Los Cabos, in Messico.

Le condizioni a Indian Wells, duemila chilometri più a nord, lo esaltano. Quest'anno il classico torneo california­no, spostato da marzo a ottobre, richiede uno sforzo in più ai giocatori. L'aria è secca, le palline viaggiano veloci nell'aria ma finiscono per distrugger­si a forza di rimbalzare su un cemento lento e abrasivo.

L'AMICO COACH. Norrie ha adattato nel tempo l'ampio movimento dalla parte del diritto e ha sviluppato un tennis solido, offensivo senza essere potente, completo e vario pur senza i picchi di un Medvedev o le complessit­à cerebrali di uno Tsitsipas. Merito del lavoro con l'argentino Facundo Lugones, che ha conosciuto quando frequentav­a la Texas Christian University. Lo rispettava da compagno di squadra, lo considerav­a un amico. Ritiene un vantaggio, spiega, avere come allenatore qualcuno con cui ha condiviso così tanto e che non si annoia di passare tanto tempo insieme. «È bello vedere che quanto abbiamo fatto negli ultimi cinque anni con “Facu” stia finalmente pagando – ha detto -. Il lavoro si vede, ed è molto divertente. Sono davvero felice del livello che sto esprimendo, e mi sto godendo il percorso».

Ora il cittadino del mondo Norrie ha iniziato un nuovo viaggio, verso strade mai percorse e limiti non ancora raggiunti.

Questa è la sua stagione migliore: ha vinto 45 partite sul circuito ATP

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ANSA Cameron Norrie, 26 anni, britannico nato in Sudafrica

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