Sinner, attento al pericolo Norrie
Britannico, cittadino del mondo Con Dimitrov disputerà la prima semifinale in un Masters 1000
Ha il passaporto britannico ma è nato in Sudafrica, ha vissuto in Nuova Zelanda e studiato negli Stati Uniti. Cameron Norrie è un vero cittadino del mondo e a Indian Wells sta allargando i suoi orizzonti.
PRIMA VOLTA. Il 6-0 6-2 con cui ha dominato l'argentino Diego Schwartzman gli ha permesso di festeggiare la prima semifinale in un Masters 1000. Numero 26 nel ranking ATP questa settimana, da lunedì sarà anche per la prima volta il numero 1 di Gran Bretagna e tra i primi 20 giocatori del mondo.
PERICOLO PER JANNIK? Se dovesse battere anche Grigor Dimitrov, supererebbe Felix Auger-Aliassime all'undicesimo posto nella Race to Turin, la classifica che determina i qualificati alle Nitto ATP Finals di Torino. Vincendo il torneo, scavalcherebbe anche Jannik Sinner, e si ritroverebbe a poco più di 100 punti dal polacco Hubert Hurkacz, oggi virtualmente ultimo dei qualificati alle Finals.
«È quasi impossibile, mancano pochi tornei - ha ammesso -, ma anche solo poter essere in corsa per Torino a questo punto della stagione è incredibile. Se me l'avessero detto a inizio stagione non ci avrei creduto».
2021 DA RECORD. Nel tennis, come si sa, è sempre la somma che fa il totale. E i numeri non mentono. Il 2021 è la sua stagione migliore. Ha vinto 45 partite nel circuito ATP e raggiunto quattro finali: fino al 2020 ne aveva giocata solo una. Sconfitto all'Estoril, a Lione e al Queen's, in quest'ultimo caso da Matteo Berrettini che ha festeggiato il suo più prestigioso titolo in carriera, Norrie ha finalmente conquistato il primo trofeo nel circuito maggiore a Los Cabos, in Messico.
Le condizioni a Indian Wells, duemila chilometri più a nord, lo esaltano. Quest'anno il classico torneo californiano, spostato da marzo a ottobre, richiede uno sforzo in più ai giocatori. L'aria è secca, le palline viaggiano veloci nell'aria ma finiscono per distruggersi a forza di rimbalzare su un cemento lento e abrasivo.
L'AMICO COACH. Norrie ha adattato nel tempo l'ampio movimento dalla parte del diritto e ha sviluppato un tennis solido, offensivo senza essere potente, completo e vario pur senza i picchi di un Medvedev o le complessità cerebrali di uno Tsitsipas. Merito del lavoro con l'argentino Facundo Lugones, che ha conosciuto quando frequentava la Texas Christian University. Lo rispettava da compagno di squadra, lo considerava un amico. Ritiene un vantaggio, spiega, avere come allenatore qualcuno con cui ha condiviso così tanto e che non si annoia di passare tanto tempo insieme. «È bello vedere che quanto abbiamo fatto negli ultimi cinque anni con “Facu” stia finalmente pagando – ha detto -. Il lavoro si vede, ed è molto divertente. Sono davvero felice del livello che sto esprimendo, e mi sto godendo il percorso».
Ora il cittadino del mondo Norrie ha iniziato un nuovo viaggio, verso strade mai percorse e limiti non ancora raggiunti.
Questa è la sua stagione migliore: ha vinto 45 partite sul circuito ATP