Caro Palermo: un’amara dichiarazione d’amore
“Una mattina mi son svegliato…” e ho trovato che il patrimonio dell’archivio storico rosanero invece di finire al museo è stato mandato al macero. Salviamo il club
CaroItalo,comeèprassi nelle migliori famiglie quando passa a miglior vita un collezionista oppure un ricercatore storico, entro pochi giorni i familiari si premurano di chiamare il proprietario di un motocarro, possibilmente una motoape, chiedendogli di potar via (verso il macero) libri, appunti, ricordi, foto e quant’altro fosse stato patrimonio culturale e morale del “caro estinto”… Giovedì scorso, ho casualmente assistito dall’esterno allo smantellamento dell’archivio del vecchio Palermo di Maurizio Zamparini, poi fallito durante la perigliosa gestione dei fratelli Tuttolomondo. Archivio che era depositato in un ambiente dello stadio Renzo Barbera e che oggi è stato raccolto in sacchi malandati e caricato addirittura su un container, tali erano le sue dimensioni. C’erano migliaia di documenti di segreteria e di amministrazione rosanero, foto di atleti ed avvenimenti comunque carichi di gloria, tesserini di giocatori e tecnici, pubblicazioni federali e quant’altro può albergare – perché utile e prezioso – nella segreteria di una società calcistica che recentemente ha militato con onore anche in serie A, non a caso fornendo numerosi atleti alla Nazionale. Sono convinto che il presidente Mirri non sia stato al corrente del pietoso evento, che sa tanto di autolesionistico ‘de profundis’ per un’era rosanero che comunque ha infiammato la città e che ha dato lustro al club anche al livello delle coppe europee. Perché a mio parere il presidente del nuovo Palermo – persona colta, sensibile, appassionata, infinitamente innamorata del club del quale è virtualmente proprietario con la sua famiglia - prima di gettare tutto al macero nella Fossa di Bellolampo, si sarebbe fatto prendere da almeno uno struggente dubbio: “Possibile che in uno scarrabile ricolmo di documenti non ne esistano utili ad arricchire il Palermo Museum, nostro vanto e fiore all’occhiello?”. So già che mi si eccepirà che era carta straccia (ma va… i documenti di circa trenta anni di attività calcistica ai massimi livelli!); che l’intero carico di quel container era sta
Il punto d’incontro quotidiano tra un grande giornalista e i lettori del Corriere dello Sport-Stadio Scrivete a post@corsport.it italocu39@me.com to attentamente controllato, fotografato o fotocopiato ed inventariato (per carità, finiamola con le facezie!); che per il suo peso stava crollando il terzo piano negli uffici dello stadio (e via con le più sciocche giustificazioni). Confesso che, vedendo ripartire il convoglio carico dei documenti dell’era di Toni, Grosso, Pastore, Cavani, eccetera, ho provato un vuoto nel cuore, che non importa proprio a nessuno e resta tutto per me che seguo i colori rosanero da non meno di settantacinque anni, prima da tifoso, poi da giornalista... Ma è questo il Palermo società delle meraviglie che fu presentato dal sindaco capace di centrare la serie A in tre anni, dunque con tre promozioni di fila? È questo il Palermo del megagalattico centro sportivo di Torretta pronto in un anno? Ah, dimenticavo che con quaranta milioni in quattro anni (tanti quanti non bastano al Sud per disputare la serie D) e con un socio USA al 40% che chiede rimborso e buon’uscita, si dice che una presunta holding londinese - ma non composta da inglesi (sic! ricordo gli analoghi affaroni a raffica proposti da Zamparini) – “avrebbe” e “non avrebbe” voglia di assicurarsi l’intero pacchetto azionario del club di piazzale Vycpalek, che in molti si sforzano tuttora di chiamare via del Fante… Perché non restare con i piedi per terra? Come avrebbe dovuto fare chi non s’è reso conto che in quel triste container c’erano centinaia di documenti o reperti iconografici che avrebbero arricchito il Palermo Museum, diretto dal collega Giovanni Tarantino che opera in un autentico dedalo di ostacoli e difficoltà. Gaetano Sconzo, giornalista - Palermo
Amico mio, come sai oggi sono professionalmente vicino al Palermo le cui avventure mi hanno coinvolto ai tempi in cui dedicavo addirittura una copertina del Guerin Sportivo a Chimenti (fine Settanta). Ero su piazza nei Novanta da direttore di questo giornale e oggi ancora dippiù anche per la mia attività in Italpress: lo dico perché non osservo indifferente la situazione ma mi auguro con tutto il cuore che il Palermo non faccia la fine del suo archivio. Timeo arabos et dona ferentes…