SOLO LO SCUDETTO
La decisione di non fa entrare Dzeko il “rischio” dei supplementari in dieci Dibattito aperto sulla gestione del finale di gara da parte di Inzaghi. La certezza? Il senso va trovato nello sprint tricolore La scelta dell’Inter i segnali di Anfield
Più autostima e consapevolezza dopo il blitz di Liverpool. Ma ora non bisogna fallire in campionato
Eliminati, ma più forti. L’Inter spera sia davvero così. Non si può cancellare l’amarezza di un’uscita dalla Champions, ma Inzaghi e i suoi uomini devono trasformare quello che si è visto sul campo contro il Liverpool in energia supplementare per inseguire lo scudetto. Il bis-tricolore, con la conseguente seconda stella (e insieme alla Coppa Italia), è il grande obiettivo per rendere la stagione trionfale, dopo aver già messo una Supercoppa in bacheca. E allora cosa c’è da prendere in positivo da questo doppio confronto con i Reds? Beh, tanto per cominciare aver dimostrato di sapere e poter reggere un certo tipo di palcoscenico. Lo hanno certificato anche le parole di Klopp e di diversi tra i suoi giocatori. Il gap tra le due squadre resta, ma l’Inter è riuscita a compensarlo con l’atteggiamento, l’intensità, l’applicazione e la concentrazione. Tanto ha fatto che la sfida è rimasta in bilico fino al 180’, nonostante il macigno dello 0-2 rimediato immeritaper tamente a San Siro. È vero i Reds hanno colpito tre pali. E, in questo senso, i nerazzurri sono stati un pizzico fortunati. Il merito, però, è stato quello di aver trovato comunque la forza di andare in vantaggio. Il rammarico, invece, è che, pochi secondi dopo, sia arrivata l’espulsione di Sanchez.
RAZIONALITÀ E LOGICA. Proprio in quei momenti, i pensieri hanno cominciato a vorticare nella testa di Inzaghi (eloquente la sua espressione inquadrato dalle telecamere): in 10 ce la possiamo ancora fare o è finita qui? Normale immaginare lo scenario più negativo. Ma l’idea è stata quella di provare comunque a resistere, sperando magari in un episodio fortunato. E, allora, quel triplo cambio a un quarto d’ora ha avuto esattamente quel significato: togliere l’ammaccato Brozovic e inserire gambe e forze fresche. Ebbene, lottando, e in certi frangenti arrancando, l’Inter ha tenuto. Avrebbe avuto senso, quindi, l’ultima sostituzione, inserire Dzeko e non Vecino? Probabilmente no, nel senso che poi il pallone avrebbe comunque dovuto arrivare al bosniaco e i nerazzurri, sotto di un uomo, stavano faticando a uscire dalla propria metà campo. In più, c’era la prospettiva di ritrovarsi di fronte all’incubo peggiore: strappare sì i supplementari, ma venire inesorabilmente eliminati, per di più con altri 30’ di acido lattico nelle gambe. Insomma, la razionalità e la logica hanno in qualche misura spinto a privilegiare il campionato. Peraltro, con il ricordo ancora vivo di quanto successo con il Sassuolo, pochi giorni dopo l’eccellente gara di andata con lo stesso Liverpool.
PERCORSO DA COMPLETARE.
Anche quella è stata un’esperienza. Adesso, tocca a Inzaghi e alla sua truppa metterla a frutto, costruendo un finale di stagione perfetto o quasi. Finora l’Inter ha fatto un percorso che l’ha portata a superare nel migliore dei modi gli addii di Conte e dei suoi elementi più decisivi, ovvero Lukaku e Hakimi. Emancipandosi, si è costruita una nuova identità che le ha permesso di conquistare la seconda fase di Champions, e poi di tenere testa a una delle più forti formazioni d’Europa. Quel percorso, però, non potrà dirsi completo senza il migliore degli epiloghi, ovvero lo scudetto. Un febbraio nero, con quel derby perso in maniera rocambolesca, ha minato alcune di quelle certezze costruite con grandi sforzi. La ripresa, però, sembra essere cominciata. In questo senso, anche lo scalpo di Anfield deve servire come un pieno di autostima e consapevolezza: la strada è quella giusta, ma deve continuare a essere battuta, senza distrazioni o deviazioni. Domenica sera ci sarà subito un test importante in casa del Torino di Juric. Dopo aver messo assieme “soltanto” tre pareggi nelle ultime tre trasferte di campionato, è arrivato il momento di tornare al successo. Sarebbe un segnale-scudetto...