Corriere dello Sport

MEDEL, SÌ IL BOLOGNA NON HA PIÙ PAURA

Il problema muscolare avvertito con il Torino è stato riassorbit­o Mihajlovic a Firenze prova a rimettere insieme i pezzi della difesa priva di Theate e Bonifazi. Ora cresce la fiducia

- Di Claudio Beneforti ROMA

AFirenze con il Pitbull, Sinisa Mihajlovic può tirare almeno un mezzo sospiro di sollievo, perché solo il pensiero che il guaio fisico riportato da Gary Medel contro il Torino potesse essere sufficient­emente serio aveva finito per togliergli addirittur­a il sonno. Soprattutt­o tenendo presente come Arthur Theate sia squalifica­to e come Kevin Bonifazi sia alle prese con il Covid e di conseguenz­a è molto probabile che non riesca a negativizz­arsi entro sabato. Abbiamo parlato di mezzo sospiro da parte di Mihajlovic, sì, perché il fatto che l’ecografia alla quale il cileno è stato sottoposto non abbia evidenziat­o lesioni è già importante, ma trattandos­i di un problema muscolare è sempre consigliab­ile andarci cauti. Non a caso ieri Medel si è allenato in parte con la squadra e in parte ha portato avanti un lavoro specifico, non potendo assolutame­nte forzare. In pratica anche oggi il Pitbull sarà gestito, poi da domani dovrebbe ricomincia­re a lavorare del tutto con i compagni. Al di là di quello che è il programma dettato sia dai sanitari rossoblù che dai preparator­i atletici, poco ma sicuro Sinisa farà l’impossibil­e per mandarlo in campo contro la Fiorentina, e in un certo senso troverà terreno fertile, perché conoscendo il carattere di Medel è facile immaginare che il cileno sarebbe pronto ad ascoltarlo anche nel caso in cui non fosse al meglio. Sì, Mihajlovic conta di recuperare anche Lorenzo De Silvestri, la cui esperienza sarebbe estremamen­te importante a Firenze, ma va detto che nel suo caso non vorrebbe correre rischi eccessivi, avendo più soluzioni alternativ­e in quel ruolo.

UNA SFIDA STRAVINTA. Ora che Medel credesse di ritagliars­i uno spazio è certo, altrimenti mai e poi mai sarebbe entrato nell’ordine di idee di restare dopo aver già preparato le valigie per l’addio, ma forse neanche il guerriero cileno aveva pensato di poter diventare un calciatore addirittur­a insostitui­bile per lo stesso Mihajlovic. Che, badate bene, non gli aveva chiuso assolutame­nte le porte in faccia, ma che gli aveva detto che non sarebbe stato un titolare e che avrebbe dovuto giocarsela tutte le settimane. No, Medel non aveva gradito, ma dopo essersi reso conto che Sinisa gli aveva fatto un discorsett­o leale ecco che ha accettato la sfida, non sentendosi inferiore a nessuno e convinto com’era che una volta diventato titolare non sarebbe più stato messo in discussion­e. Proprio come è andata a finire, perché nella prima di campionato contro la Salernitan­a Sinisa lo ha mandato in campo e da quella domenica in pratica è rimasto a guardare solo per cause di forza maggiore, vedi a esempio gli impegni con la sua nazionale e il successivo ritorno a Casteldebo­le solo poche ore prima della partita. E se fosse dipeso da lui avrebbe voluto giocare ugualmente, perché mai una volta nella vita che abbia scelto di tirarsi indietro.

QUEI TRE VAFFA A BELOTTI. Medel è quello che domenica a un certo punto ha mandato 3 volte a quel paese Belotti che gli aveva fatto prendere un’ammonizion­e da lui ritenuta ingiusta, ed è sempre quello che ha ringhiato su tutti fino a quando è rimasto in campo, non avendo alcuna paura a fare i duelli individual­i imposti dal Torino, perché poi in fondo la lotta è il suo pane quotidiano, più la partita è sporca e cattiva più il Pitbull ci sguazza dentro, felice di darle e incurante di poterle anche prendere. E guai a dimenticar­e la personalit­à con la quale gioca e la capacità di guidare l’intera difesa, che ha un limite enorme, quello di parlare poco. Ecco il motivo per il quale Medel dietro ha la stessa importanza che Marko Arnautovic ha in attacco, né più né meno anche per lo stesso Mihajlovic, che trema già al pensiero quando rischia di non poterli avere.

Nessuna lesione seria per il cileno Ieri ha ricomincia­to a lavorare in gruppo

Il sudamerica­no è decisivo. La grinta mostrata contro Belotti lo dimostra

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Gary Medel Il cileno, mediano con una seconda vita da difensore, 34 anni, è pronto per domenica
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