Coda re del gol. Dionisi e De Luca pesano di più
In un campionato equilibrato c’è una variabile che può fare la differenza Il leccese con 17 gol firmati ha prodotto 13 punti L’ascolano 8 con 7 reti e il perugino 9 con 10
Èsempre una questione di gol! Chi ha la capacità di colpire, si avvicina a grandi passi ai propri obiettivi. Se fai fatica sotto porta, invece, sono inevitabilmente dolori veri. Non è un caso che la capolista Lecce abbia beneficiato del tandem offensivo più micidiale finora in questo campionato. L’Hispanico Massimo Coda di reti ne ha griffate addirittura 17, con 5 rigori, l’ultimo ha evitato una clamorosa sconfitta ai salentini con l’uomo in più a Perugia. Diciassette centri sui 46 dei pugliesi che hanno prodotto 13 punti. A dare concretezza all’organizzazione di gioco di Marco Baroni ha provveduto il brasiliano Gabriel Tadeu Strefezza Rebelato, noto semplicemente come Gabriel Strefezza e talora identificato con lo pseudonimo di Espeto. In realtà i tifosi giallorossi hanno imparato subito ad apprezzarlo per le sue sterzate improvvise sul fronte offensivo e per le imprevedibili incursioni nel cuore delle difese avversarie.
NON SOLO GOL. Ma se dal punto di vista numerico i due cecchini del tecnico fiorentino non si battono, c’è chi rende in termini di punti addirittura di più. Anche perché, i gol si contano, ma si pesano anche e a volte sono oro colato. Siamo andati allora a vedere quanto le reti segnate hanno inciso sulla classifica e il rapporto percentuale dei migliori bomber del campionato rispetto al bottino complessivo delle rispettive squadre sotto porta. Per esempio, i 7 colpi di
Federico Dionisi, uno dei veterani della categoria, hanno fruttato al tecnico Sottil addirittura 8 punti e all’Ascoli la possibilità di aumentare una prospettiva playoff non proprio scontata.
NUOVE PROPOSTE. Reti pesanti ne ha firmate anche una delle nuove proposte di questo campionato combattuto e avvincente che, non a caso, ha trovato proprio negli uomini gol gli elementi capaci di spaccare l’equilibrio e di fare la differenza. Il 22enne francese Gabriel Charpentier con 10 reti all’attivo è stato esaltato soprattutto dal calcio verticale di Fabio Grosso e ha contribuito alla bella stagione di questo Frosinone resettato dal ds Guido Angelozzi a cui ha regalato ben 9 punti e la possibilità di frequentare a lungo il perimetro playoff nonostante la rivoluzione tecnica attuata per necessità e per nostalgia di futuro dal patron Maurizio Stirpe. Con lo stesso numero di reti all’attivo, benché con 4 rigori trasformati, 3 in più dell’attaccante ciociaro, c’è anche il perugino Manuel De Luca che ha trovato in Massimiliano Alvini il tecnico giusto al momento giusto per valorizzare qualità tipiche di un calciatore destinato a crescere e ad andare oltre la B per i mezzi e le qualità affinate. Tra l’altro, proprio con il francese condivide una particolare classifica. Con 9 punti scaturiti dalle sue prodezze, il bolzanino è ai vertici di una speciale graduatoria che valuta i giovani attaccanti delle seconde divisioni dei primi cinque campionati europei. Insomma, il futuro è già ipotecato anche per lui e la Sampdoria è pronta a sfruttare questa intuizione del direttore sportivo del Grifo, Marco Giannitti, che continua a credere in un Perugia di grande personalità in grado di contendere a tante antagoniste un posto nei playoff. Poi può succedere di tutto con un allenatore che accetta solo sfide alla pari al di là dell’organico a disposizione.
Occhio a Charpentier esaltato dal calcio di Grosso. La Strega aspetta Lapadula
NON SOLO MOTA. Il Benevento aspetta di ritrovare il Lapadula capocannoniere del girone d’andata con 10 gol (7 punti) per tornare a competere per la promozione diretta. Dove guarda il Monza che fa affidamento sulle realizzazioni pesanti di una rosa senza eguali proprio come quella della Strega. Stroppa sa attingere anche a soluzioni che esulano dal reparto puramente offensivo. E infatti se il portoghese Dany Mota ha realizzato 8 dei 43 gol dei brianzoli che hanno prodotto 6 punti, stesso score lo ha fatto registrare Mattia Valoti, il figlio d’arte a cui la cadetteria va sempre più stretta, che non è un attaccante ma vede la porta avversaria come pochi. Una qualità che nella lunga ed estenuante lotta per la A potrebbe diventare quanto mai preziosa per i progetti di Galliani e Berlusconi.