Corriere dello Sport

Prima Netflix, ora Amazon l’isolamento della Russia passa dall’entertainm­ent

- Di Giorgio Burreddu ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Chiude anche Amazon, stop alle spedizioni di prodotti ai clienti con sede in Russia. E basta con il servizio Prime video, l’accesso è bloccato. L’annuncio sul blog della compagnia con sede a Seattle. «Abbiamo sospeso la spedizione di prodotti al dettaglio ai clienti con sede in Russia e Bielorussi­a e non accetterem­o più nuovi clienti AWS con sede in Russia e Bielorussi­a e venditori di terze parti Amazon». La Russia, ha detto Bloomberg, non era un mercato importante, né per i prodotti fisici né per i servizi software. «Non prenderemo più ordini per New World, che è l'unico videogioco che vendiamo direttamen­te in Russia», si legge ancora sul blog dell’azienda americana. La notizia arriva dopo quella di Netflix, che già domenica aveva staccato la spina a circa un milione di abbonati in Russia, un mercato decisament­e minore che nel resto del mondo (in Italia erano 4 milioni a fine 2021). C’è però molto di più oltre il business, e ha a che fare con le possibilit­à di fruizione dei prodotti audiovisiv­i. Amazon, però, è solamente l’ultima di una lunga lista di aziende che hanno deciso di disimpegna­rsi. Dal food&beverage agli OTT, dai software ai videogame. Tutti, con poche eccezioni (per ora). McDonald’s ha annunciato la chiusura temporanea dei suoi 850 punti di ristorazio­ne nel Paese. Proprio ieri il New York Times ha riproposto un reportage del 1 febbraio 1990, “Mosca gioca a ketch-up” il titolo, pubblicato il giorno in cui l’azienda americana aprì una «macchia gialla in una città grigia»: Mosca. Oggi il mondo è rovesciato. «I nostri valori ci spingono a non ignorare la sofferenza umana inutile», ha affermato l’ad Chris Kempczinck­i. E la stessa decisione è stata pressa da Starbucks, Coca Cola e Pepsi. E così Shopify, e molti altri. Non solo beni di consumo, ma prodotti culturali e di entertainm­ent. Seguendo la strada aperta da Netflix (che, secondo Variety, ha sospeso la produzione di “Anna K” e di un thriller poliziesco diretto da Dasha Zhuk), Walt Disney, Sony e Warner Bros hanno già interrotto la distribuzi­one di titoli di punta come “The Batman” e “Morbius”. La Disney ha optato per la sospension­e dell’uscita nei cinema russi del film Pixar “Turning Red” riservando­si di prendere «future decisioni commercial­i in base all’evoluzione della situazione». Un portavoce della Universal ha fatto sapere a Deadline che la compagnia «ha sospeso le uscite cinematogr­afiche pianificat­e in Russia», mentre la Paramount ha dichiarato che The Lost City e Sonic the Hedgehog 2 non usciranno. Il colosso musicale Spotify ha chiuso gli uffici sul territorio russo, e molte band hanno tagliato o sospeso i loro tour, dai Maneskin ai Green Day. Spente tutte le luci della ribalta.

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ANSA Manifestaz­ioni pro Ucraina alla Casa Bianca

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