Re Carlo di Spagna, che rivincita
Non solo un fantastico Benzema: il capolavoro contro i parigini porta la firma Celebrata l’impresa: «Decisivi i cambi del tecnico» E lui si gode il nuovo Real: «Possiamo vincere tanto»
Si respira euforia, a Madrid, all’indomani dell’entusiasmante remontada sul Paris Saint Germain. L’ennesima della gloriosa storia della Casa Blanca, che ha spinto radio e tv locali a rievocare quelle mitiche degli anni 80, che hanno ispirato il sempre acuto Jorge Valdano a coniare la definizione di «paura da palcoscenico» che investe anche i più accreditati rivali quando si affacciano davanti agli spalti calientissimi del Santiago Bernabeu. E così, riecco sugli schermi il tennistico 6-1 rifilato all’Anderlecht nella stagione 1984-1985 (3-0 incassato a Bruxelles), il 4-0 al Borussia Moenchengladbach nel dicembre del 1985 (5-1 in Germania) e, infine, il 5-1 all’Inter dello zio Bergomi (3-1 a San Siro). Era l’epoca della mitica quinta del Buitre, la generazione che ruotava attorno al talento sopraffino di Emilio Butragueño, che lavora tutt’ora per il club della vita in qualità di direttore delle relazioni istituzionali del club e che è stato tra i primi a commentare l’ultima impresa del Real. «Non so a che prezzo siano stati messi in vendita i biglietti per questa partita, ma qualsiasi sia stato il prezzo, sono costati poco! Il pubblico è stato incredibile, così come i giocatori e l’allenatore».
CANNIBALE. E tra i protagonisti più apprezzati, oltre al grande eroe della nottata madrilena, Benzema, autore di una tripletta che gli ha permesso di raggiungere quota 30 reti nelle 33 partite disputate in stagione, c’è anche Carletto Ancelotti, che si è rifatto alla grande dopo le critiche che lo avevano accompagnato ultimamente, per il suo insistere su un blocco limitato di giocatori invece di ricorrere a un ampio turnover. Tra le mille lodi piovute sopra il tecnico di Reggiolo, significative quelle dello scatenato giornalista-tifoso Tomas Roncero, una delle penne più note e caratteristiche di Spagna, che ultimamente non era stato troppo tenero con l’allenatore italiano. «Ancelotti era stato massacrato dopo la gara d’andata. Ha dovuto sopportare i discorsi sul fatto che i giocatori non avessero più gambe, che li avesse uccisi... Adesso, è giusto riconoscergli tutti i suoi grandi meriti. Ha azzeccato tutti i cambi e ha finito per mangiarsi Pochettino con le sue scelte tattiche».
STRATEGA. Ed in effetti, non si può spiegare solo con la fatale incertezza di Gigio Donnarumma il drastico cambio della gara nell’ultima mezz’ora di gioco, in cui ha preso forma la remontada merengue. Le tre reti di Benzema si sono concentrate tutte in 17 minuti, tra il 15’ e il 32’. Tutti gli analisti, da queste parti, hanno giustamente segnalato come il primo gol sia stato anticipato da un doppio cambio poi rivelatosi assolutamente decisivo, appena varcato il 10’ della
Media unanimi: «Ancelotti super, le sue scelte hanno annientato il Psg»
E il Bernabeu torna alle emozioni degli anni d’oro grazie alla nuova remontada
ripresa: fuori l’appannato Asensio e il convalescente Toni Kroos, dentro gli aitanti Rodrygo e Camavinga e la gara è cambiata completamente. Frutto, soprattutto, dell’avanzamento di diversi metri di Modric, che più vicino all’area avversaria, ha contribuito all’aumento della pressione offensiva dei blancos, insieme allo scambio di posizioni tra Alaba, scalato sulla fascia mancina, e Nacho, accentrato nel cuore della difesa. «La dinamica della partita è cambiata e i ragazzi entrati a gara in corso hanno dato freschezza», la riflessione di Ancelotti. «Più che il cambio tattico, è stato determinante il fatto di essere riusciti a mettere più energia in campo. Un buon pressing di Benzema ha dato il via alla rimonta, poi, a partire da lì, è venuta fuori la magia del nostro stadio. Ci ha trasmesso energia ed entusiasmo e, negli ultimi 30 minuti, c’è stata solo una squadra in campo. Quando facciamo le cose bene, qualsiasi obiettivo diventa alla nostra portata».