Corriere dello Sport

Arthur in cabina di regia, nuova vita

- Di Filippo Bonsignore

Nuova vita Arthur. La storia, a volte, cambia corso molto rapidament­e e in modo del tutto inatteso. È il caso del centrocamp­ista brasiliano, fino a poco tempo fa ai margini delle rotazioni di Allegri e destinato a un addio sicuro a gennaio, e che invece ora si ritrova a essere pedina fondamenta­le di un reparto che ha perso altri protagonis­ti, tra mercato e infortuni. Dai sondaggi con la Premier League a cavallo del nuovo anno (con l’Arsenal che sembrava la destinazio­ne prescelta per ripartire), la posizione dell’ex Barcellona è radicalmen­te mutata. Adesso Arthur è diventato il perno della mediana juventina, trovando quello status di titolare che non aveva mai avuto nella sua esperienza italiana. Un po’ per il grave infortunio che gli ha fatto perdere gran parte della scorsa stagione, cui sono seguiti l’intervento chirurgico in estate e la lunga riabilitaz­ione. Un po’ perché non aveva mai convinto quando era stato chiamato in causa. E più la svolta tanto attesa non arrivava, più, di pari passo, crescevano gli interrogat­ivi sulla bontà del suo acquisto. Arthur è dal Barça nell’ambito dello scambio che ha portato Pjanic in blaugrana ma con una valutazion­e di 72 milioni (più 10 di potenziali bonus) che lasciava un valore di carico in bilancio di 50 milioni all’epoca del mercato invernale e un ingaggio oneroso che rendevano difficile, per non dire impossibil­e, una cessione, se non con un prestito lungo. L’orizzonte più probabile sembrava, appunto, Londra, casa Gunners. Anche perché Arthur intendeva rilanciars­i e giocare con continuità, cosa che non avveniva in bianconero, in ottica Nazionale, per non perdere il posto in vista di Qatar 2022.

SVOLTA.

Il rilancio, invece, è arrivato proprio alla Juve. A lasciare sono stati Bentancur e Kulusevski, integrati da Zakaria, e Arthur è rimasto a Torino, ottenendo spazio e minutaggio sempre maggiori. Il brasiliano ha risposto come Allegri si attendeva, garantendo anche quella tenuta fisica che non si era ancora vista. Dal Verona in poi, ovvero da fine mercato in avanti, ha giocato 5 gare da titolare su otto e quattro per intero, tre delle quali consecutiv­e. Non solo, la svolta è stata pure dal punto di vista tattico. Prima Allegri lo preferiva mezzala di regìa, lasciando Locatelli davanti alla difesa. Ora il tandem ha invertito le posizioni e Arthur ha preso il timone della squadra, riferiment­o basso in fase di costruzion­e, in cui il reparto si compone a tre, e accanto a Loca in fase di contenimen­to, quando la linea ritorna a quattro. Ebbene, tutti ne hanno giovato. Perché non sarà un regista classico, l’ex Barça, ma ha trovato rendimento, confidenza e fiducia. «Se lo vuoi, sei bravo!» gli ha detto infatti Max in allenament­o l’altro giorno. E Locatelli adesso è più libero di accompagna­re la manovra, spingersi in avanti e inserirsi. Locatelli-Arthur-Rabiot, al momento gli infortuni non concedono alternativ­e. Ma con il centrocamp­o titolare così composto la Juve ha vinto le tre partite finora disputate con Samp e Fiorentina in coppa Italia e Spezia in campionato. Nuova vita Arthur.

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