Corriere dello Sport

Schouten c’è «Il Bologna può brillare»

«Sarà una partita complicata, la Fiorentina è molto forte, ma lavoriamo per far bella figura»

- di Giorgio Burreddu BOLOGNA

Guarda il centrocamp­o da un oblò. Jerdy “lavatrice” Schouten è tornato a essere l’uomo che, come dice di lui Mihajlovic, «prende i palloni sporchi e ce li restituisc­e puliti». Il ragazzo alza le spalle, fa un sorrisino sbilenco, non si lascia trasportar­e: «È un soprannome positivo, ho saputo che qui in Italia lo dicono anche di Strootman, quindi mi piace. Vuol dire che con il pallone faccio un buon lavoro».

LA CRESCITA. Ora che l’olandese riesce di nuovo a esprimersi sui livelli di un tempo, anche il Bologna può tornare a girare. Domanda: succederà anche contro la Fiorentina? «Una partita difficile. Loro sono una bella squadra, ma io sono sicuro che grazie al lavoro che stiamo facendo possiamo disputare una bella gara», dice Schouten.È un Bologna senza guizzi, senza picchi, senza centrifugh­e, ancora. Certo, niente a che vedere con l’inizio del 2022 brutto, sporco e cattivo, che non piaceva a nessuno. Se i rossoblù sono tornati a macinare qualche punto il merito è anche di Schouten, uomo-chiave nel reparto centrale del Bologna. «Sto bene racconta -, sono contento di essere rientrato dall’infortunio. Nel periodo in cui non potevo giocare ho seguito la squadra, ma era difficile perché sapevo di non poter fare nulla per aiutare i compagni».

RESISTENZA. A riavvolger­e il film di Schouten viene fuori una vita piena di sfide al limite. Lottatore, più che lavatrice. Quando era piccolo dovette combattere contro una sindrome compartime­ntale. Aveva rischiato di non giocare più a pallone. Molto diverso è stato il periodo (lungo, lunghissim­o) vissuto qui a Bologna. Jerdy avvertiva un dolore, non sapeva nemmeno bene dove. Aveva fatto esami, test, addirittur­a una scansione in tre dimensioni del suo corpo.

LA CURA. Gli esiti non avevano mostrato nulla. «Deve stare calmo e lavorare per tornare più forte di prima», aveva detto di lui Mihajlovic. L’allenatore lo aveva visto piangere: l’impotenza di non poter giocare aveva gettato Jerdy nello sconforto. Ma, dice lui, «ora sto bene e sono contento». Dopo aver saltato un girone di ritorno intero, l’olandese si è rivisto contro l’Empoli. Nelle ultime cinque partite, con Schouten in campo, il Bologna ha messo via tre pareggi, una sconfitta e un successo. Ultimo il pari, zero a zero, contro il Torino: «E’ sempre bello quando ci sono così

tante persone allo stadio. Sulla partita penso che un punto sia meglio di niente, ma noi vogliamo vincere».

CITTÀ. Vincere, è questo l’imperativo in casa rossoblù. E ovviamente anche di Lavatrice-Schouten, 25 anni, che adesso può gestire meglio il suo lavoro in mezzo al campo. E anche fuori. «Si, penso che siamo un bel gruppo. Io mi trovo bene

con tutti e non è sempre così nel calcio. Non ci vediamo tutte le settimane, ma spesso ci troviamo anche in momenti esterni agli allenament­i».

IL GRUPPO. Bologna è diventata il suo mondo, un mondo che gli piace. Arrivato nella stagione 2019/2020, con la maglia rossoblù Schouten ha già messo insieme 63 partite (e 1 gol). Quando si è dovuto curare, quando ha dovuto lavorare per ritrovare la serenità, Schouten ha scelto l’Olanda: aria di casa, amici, famiglia. Ma poi è tornato a Bologna, e qui vuole restare il tempo necessario. Il suo contratto scade nel 2024, c’è ancora tempo. Mercato permettend­o, ovviamente. «Mi trovo molto bene sia con la società che in città. Di Bologna mi piace il centro, mi piace andare a San Luca, a Bologna si sta bene. Quando incontro i tifosi non sono mai invadenti, sembrano quasi timidi, un po’ come me. Sono sempre con noi, li ringrazio».

«Mi piace avere il soprannome lavatrice, significa che so far bene»

«Questa città è ideale: tifosi molto affezionat­i e con me mai invadenti»

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 ?? ?? Jerdy Schouten, 25 anni, al Bologna dal 2019, prepara la sfida del Franchi
Jerdy Schouten, 25 anni, al Bologna dal 2019, prepara la sfida del Franchi

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