I successi di Pogacar e McNulty confermano il dominio di quattro squadre La Superlega? C’è già nel ciclismo
Vaughters, g.m. EF Pro: «Bisogna fare qualcosa. Se spendi, vinci»
È quella instaurata dalle Big Four: Quick-Step, Jumbo-Visma UAE e Ineos: dal 2020 hanno vinto ben 134 corse del World Tour
Sono 18 le squadre con licenza World Tour che possono giocarsela nella Serie A del ciclismo, ma sono soltanto 4 quelle che a suon di vittorie hanno instaurato una vera e propria Superlega delle due ruote. Questo primo scorcio di stagione ha scavato una differenza ancor più marcata tra le Big Four e tutte le altre, costrette a spartirsi le briciole e a sperare nel colpaccio.
134. Dal 2020 a oggi nelle corse World Tour sono ben 134 i successi firmati da Quick-Step (38), Jumbo-Visma (37), UAE Emirates (31) e Team Ineos (28), con il paradosso che a inseguire sia una squadra Professional, la Alpecin-Fenix (22) del fuoriclasse Van der Poel. Le gare di ieri sono significative, con la UAE che ha piazzato la doppietta a distanza grazie alla vittoria di Pogacar alla Tirreno-Adriatico e quella di McNulty alla Parigi-Nizza, dove lo scettro di leader se lo sono passato in casa Jumbo-Visma, da Van Aert a Roglic.
TRIPLETTA. Queste due formazioni inoltre nel 2022 sono già riuscite a piazzare la tripletta sul podio in tre occasioni: gli emiratini al Trofeo Laigueglia, gli olandesi in due occasioni in Francia tra Montluçon e Mantes-la-Ville. E se non ci sono loro, fanno la voce grossa Ganna per i britannici della Ineos oppure Evenepoel e Alaphilippe per i belgi della Quick-Step.
La differenza la fanno i grandi campioni, ma anche i budget a disposizione in un circuito World Tour che ormai dal 2017 non vede più squadre italiane e ne conta soltanto 3 a livello Professional. Basti pensare che nel 2000 le italiane erano in tutto 15, ben 8 in “prima divisione” e 7 in “seconda”. Sembra passata un’eternità dai primi tentativi d’introduzione di un tetto salariale, sin da quando l’ex Team Sky (oggi Ineos) ha cominciato a fagocitare corse e avversari, rendendo sempre più prevedibile l’esito di gare tenute sotto scacco da una sola squadra dall’inizio alla fine.
SISTEMA. Il sistema attuale sembra più “oligarchico”, ma in tempi non sospetti l’americano Jonathan Vaughters, ex corridore e attuale general manager della EF Pro Cycling, aveva lanciato l’allarme: «Bisogna fare qualcosa. Quando spendi, vinci. È una semplice equazione e non ci vuole un genio per capirlo».
La UAE Emirates l’anno scorso ha fatto firmare a Tadej Pogacar il contratto più lungo di sempre nella storia del ciclismo professionistico, con scadenza 2027, e lo sloveno sta ripagando l’ingaggio con risultati sontuosi. Ieri in terra abruzzese si è preso tappa e maglia di leader alla Tirreno-Adriatico, arrivando a braccia alzate sul traguardo di Bellante (5° un ottimo Giulio Ciccone).
Nel frattempo lo statunitense Brandon McNulty, suo compagno di squadra, aveva da poco firmato un altro capolavoro alla Parigi-Nizza, completando una fuga solitaria di 40 chilometri e distanziando gli avversari di quasi due minuti.
SASSOLINI. Nella corsa dei due mari, Pogacar ha preceduto il danese Vingegaard della Jumbo-Visma, e dopo il traguardo si è tolto qualche sassolino dalle scarpe a proposito dell’atteggiamento dei rivali: «Nessuna squadra oggi si è presa la responsabilità di tirare. I miei compagni hanno dovuto lavorare per tutto il giorno, lo hanno fatto per 200 chilometri. Vincere è stato l’epilogo ideale, direi che è stata un'ottima maniera per ripagare il loro lavoro, anche se al termine mancano ancora tre tappe complicate».
Se lo sloveno vuole essere incoronato vincitore della corsa domenica a San Benedetto del Tronto, lo stesso proverà a fare Roglic alla Parigi-Nizza, assestando il colpo finale domani sul Col de Turini e sfruttando il lavoro della sua Jumbo-Visma. Per lo scontro diretto bisognerà attendere la Milano-Sanremo del 19 marzo, con le scintille tra i due favoriti principali, Pogacar e Van Aert, assoluti protagonisti di questo inizio di stagione a senso unico. Le alternative si chiamano Ganna e Alaphilippe, con Ineos e Quick-Step sempre in prima linea. Gira e rigira tocca sempre a loro: i confini sono quelli della Superlega.