Corriere dello Sport

I successi di Pogacar e McNulty confermano il dominio di quattro squadre La Superlega? C’è già nel ciclismo

- di Giorgio Coluccia

Vaughters, g.m. EF Pro: «Bisogna fare qualcosa. Se spendi, vinci»

È quella instaurata dalle Big Four: Quick-Step, Jumbo-Visma UAE e Ineos: dal 2020 hanno vinto ben 134 corse del World Tour

Sono 18 le squadre con licenza World Tour che possono giocarsela nella Serie A del ciclismo, ma sono soltanto 4 quelle che a suon di vittorie hanno instaurato una vera e propria Superlega delle due ruote. Questo primo scorcio di stagione ha scavato una differenza ancor più marcata tra le Big Four e tutte le altre, costrette a spartirsi le briciole e a sperare nel colpaccio.

134. Dal 2020 a oggi nelle corse World Tour sono ben 134 i successi firmati da Quick-Step (38), Jumbo-Visma (37), UAE Emirates (31) e Team Ineos (28), con il paradosso che a inseguire sia una squadra Profession­al, la Alpecin-Fenix (22) del fuoriclass­e Van der Poel. Le gare di ieri sono significat­ive, con la UAE che ha piazzato la doppietta a distanza grazie alla vittoria di Pogacar alla Tirreno-Adriatico e quella di McNulty alla Parigi-Nizza, dove lo scettro di leader se lo sono passato in casa Jumbo-Visma, da Van Aert a Roglic.

TRIPLETTA. Queste due formazioni inoltre nel 2022 sono già riuscite a piazzare la tripletta sul podio in tre occasioni: gli emiratini al Trofeo Laigueglia, gli olandesi in due occasioni in Francia tra Montluçon e Mantes-la-Ville. E se non ci sono loro, fanno la voce grossa Ganna per i britannici della Ineos oppure Evenepoel e Alaphilipp­e per i belgi della Quick-Step.

La differenza la fanno i grandi campioni, ma anche i budget a disposizio­ne in un circuito World Tour che ormai dal 2017 non vede più squadre italiane e ne conta soltanto 3 a livello Profession­al. Basti pensare che nel 2000 le italiane erano in tutto 15, ben 8 in “prima divisione” e 7 in “seconda”. Sembra passata un’eternità dai primi tentativi d’introduzio­ne di un tetto salariale, sin da quando l’ex Team Sky (oggi Ineos) ha cominciato a fagocitare corse e avversari, rendendo sempre più prevedibil­e l’esito di gare tenute sotto scacco da una sola squadra dall’inizio alla fine.

SISTEMA. Il sistema attuale sembra più “oligarchic­o”, ma in tempi non sospetti l’americano Jonathan Vaughters, ex corridore e attuale general manager della EF Pro Cycling, aveva lanciato l’allarme: «Bisogna fare qualcosa. Quando spendi, vinci. È una semplice equazione e non ci vuole un genio per capirlo».

La UAE Emirates l’anno scorso ha fatto firmare a Tadej Pogacar il contratto più lungo di sempre nella storia del ciclismo profession­istico, con scadenza 2027, e lo sloveno sta ripagando l’ingaggio con risultati sontuosi. Ieri in terra abruzzese si è preso tappa e maglia di leader alla Tirreno-Adriatico, arrivando a braccia alzate sul traguardo di Bellante (5° un ottimo Giulio Ciccone).

Nel frattempo lo statuniten­se Brandon McNulty, suo compagno di squadra, aveva da poco firmato un altro capolavoro alla Parigi-Nizza, completand­o una fuga solitaria di 40 chilometri e distanzian­do gli avversari di quasi due minuti.

SASSOLINI. Nella corsa dei due mari, Pogacar ha preceduto il danese Vingegaard della Jumbo-Visma, e dopo il traguardo si è tolto qualche sassolino dalle scarpe a proposito dell’atteggiame­nto dei rivali: «Nessuna squadra oggi si è presa la responsabi­lità di tirare. I miei compagni hanno dovuto lavorare per tutto il giorno, lo hanno fatto per 200 chilometri. Vincere è stato l’epilogo ideale, direi che è stata un'ottima maniera per ripagare il loro lavoro, anche se al termine mancano ancora tre tappe complicate».

Se lo sloveno vuole essere incoronato vincitore della corsa domenica a San Benedetto del Tronto, lo stesso proverà a fare Roglic alla Parigi-Nizza, assestando il colpo finale domani sul Col de Turini e sfruttando il lavoro della sua Jumbo-Visma. Per lo scontro diretto bisognerà attendere la Milano-Sanremo del 19 marzo, con le scintille tra i due favoriti principali, Pogacar e Van Aert, assoluti protagonis­ti di questo inizio di stagione a senso unico. Le alternativ­e si chiamano Ganna e Alaphilipp­e, con Ineos e Quick-Step sempre in prima linea. Gira e rigira tocca sempre a loro: i confini sono quelli della Superlega.

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LAPRESSE Tadej Pogacar, 23 anni, vince la 4ª tappa delle T-A In alto, McNulty
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ANSA La tripletta della Jumbo-Visma nella 1ª tappa della Parigi-Nizza

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