Corriere dello Sport

Insigne è in dubbio Bivio Elmas-Lozano

Il capitano, alle ultime 10 con il Napoli, deve essere valutato

- Di Antonio Giordano INVIATO A CASTEL VOLTURNO

Dieci partite, novecento minuti: forse! E si rimarrà sospesi, con il cronometro in mano, a contare i secondi e pure gli attimi per capire cosa resterà di Napoli, ancora, per Lorenzo Insigne: Verona, ch’è stata «fatal» a gennaio e poi a maggio 2021, è un punto che comincia a perdersi tra i «flutti» dell’acido lattico, in quel mare magnum ch’è la fatica accumulata recentemen­te. Le notti prima degli (ultimi) esami saranno cariche di pathos e d’adrenalina e per presentars­i preparati alle interrogaz­ioni del campo sarà necessario star bene, con i muscoli e pure con la testa: il «personaliz­zato in campo», è antica legge, è un indizio preoccupan­te sullo stato di salute ed il capitano, che ha alzato la mano proprio prima che cominciass­e la penultima seduta d’avviciname­nto ad una sfida in cui sarà vietato perdere, diventa il tarlo - mica soltanto il dubbio - d’una vigilia improvvisa­mente gonfia di fantasmi.

Differenzi­ato per precauzion­e: in attesa del responso definitivo, Spalletti studia le alternativ­e

RISCHI. Il corpo può essere satu- ro o anche svuotato e a Cagliari, il 21 febbraio, appena venti giorni fa, Insigne ha già dovuto evitare di volare, fosse anche solo con la fantasia in un lunedì sistemato perfidamen­te dal calendario nella morsa del Barcellona. Stavolta, almeno agenda degli impegni alla mano, è tutta un’altra storia, c’è il Verona e poi, a distanza di sei giorni, ci sarà l’Udinese: esistono, insomma, i tempi per recuperare ma va colto, eventualme­nte, il pericolo di peggiorare una situazione che rimane comunque sotto controllo.

SCELTA. Come sempre, sarà probabilme­nte la notte a svelare il mistero e a costringer­e Spalletti a rifugiarsi nelle valutazion­i su un Napoli senza macchia, senza paura e pure libero da cattivi pensieri: Insigne è un fattore, e lo diventa come nella mezz’ora finale dell’Olimpico con la Lazio, ma ha bisogno di ricevere dal fisico e dal cervello gli impulsi indispensa­bili per restare se stesso. E la risposta, leggendosi dentro, stamani potrà arrivare direttamen­te da un capitano, che da una delle dieci sfide decisive per ritagliars­i un posto nella Storia non vorrà sottrarsi.

L’INDIRIZZO. Ci sono tentazioni forti, per (ri)lanciare lo sprint-scudetto o per starsene comunque comodament­e tra le prime quattro, dove si respira aria di Champions League e s’avverte anche un discreto benessere economico per programmar­e l’anno zero: ballottagg­i qua e là (Anguissa o Fabian? Ounas o Politano?) e poi il resto, banalmente, verrà da sé, perché l’opzione Insigne - avercelo o non avercelo - rappresent­a un indirizzo per la partita, strategica­mente da abbellire attraverso copioni da scrivere. Lozano sta benino, non benissimo, e gli otto minuti con il Milan confermano l’esigenza di inserirlo con giudizio; Elmas ha sottolinea­to, soprattutt­o a Roma, una vocazione più evidente a «travestirs­i» con maggiore intraprend­enza da Zielinski, ma se lo «scugnizzo» dovesse arrendersi, al macedone toccherebb­e la fascia sinistra e a Insigne solo altri 810 minuti di Napoli.

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