Insigne è in dubbio Bivio Elmas-Lozano
Il capitano, alle ultime 10 con il Napoli, deve essere valutato
Dieci partite, novecento minuti: forse! E si rimarrà sospesi, con il cronometro in mano, a contare i secondi e pure gli attimi per capire cosa resterà di Napoli, ancora, per Lorenzo Insigne: Verona, ch’è stata «fatal» a gennaio e poi a maggio 2021, è un punto che comincia a perdersi tra i «flutti» dell’acido lattico, in quel mare magnum ch’è la fatica accumulata recentemente. Le notti prima degli (ultimi) esami saranno cariche di pathos e d’adrenalina e per presentarsi preparati alle interrogazioni del campo sarà necessario star bene, con i muscoli e pure con la testa: il «personalizzato in campo», è antica legge, è un indizio preoccupante sullo stato di salute ed il capitano, che ha alzato la mano proprio prima che cominciasse la penultima seduta d’avvicinamento ad una sfida in cui sarà vietato perdere, diventa il tarlo - mica soltanto il dubbio - d’una vigilia improvvisamente gonfia di fantasmi.
Differenziato per precauzione: in attesa del responso definitivo, Spalletti studia le alternative
RISCHI. Il corpo può essere satu- ro o anche svuotato e a Cagliari, il 21 febbraio, appena venti giorni fa, Insigne ha già dovuto evitare di volare, fosse anche solo con la fantasia in un lunedì sistemato perfidamente dal calendario nella morsa del Barcellona. Stavolta, almeno agenda degli impegni alla mano, è tutta un’altra storia, c’è il Verona e poi, a distanza di sei giorni, ci sarà l’Udinese: esistono, insomma, i tempi per recuperare ma va colto, eventualmente, il pericolo di peggiorare una situazione che rimane comunque sotto controllo.
SCELTA. Come sempre, sarà probabilmente la notte a svelare il mistero e a costringere Spalletti a rifugiarsi nelle valutazioni su un Napoli senza macchia, senza paura e pure libero da cattivi pensieri: Insigne è un fattore, e lo diventa come nella mezz’ora finale dell’Olimpico con la Lazio, ma ha bisogno di ricevere dal fisico e dal cervello gli impulsi indispensabili per restare se stesso. E la risposta, leggendosi dentro, stamani potrà arrivare direttamente da un capitano, che da una delle dieci sfide decisive per ritagliarsi un posto nella Storia non vorrà sottrarsi.
L’INDIRIZZO. Ci sono tentazioni forti, per (ri)lanciare lo sprint-scudetto o per starsene comunque comodamente tra le prime quattro, dove si respira aria di Champions League e s’avverte anche un discreto benessere economico per programmare l’anno zero: ballottaggi qua e là (Anguissa o Fabian? Ounas o Politano?) e poi il resto, banalmente, verrà da sé, perché l’opzione Insigne - avercelo o non avercelo - rappresenta un indirizzo per la partita, strategicamente da abbellire attraverso copioni da scrivere. Lozano sta benino, non benissimo, e gli otto minuti con il Milan confermano l’esigenza di inserirlo con giudizio; Elmas ha sottolineato, soprattutto a Roma, una vocazione più evidente a «travestirsi» con maggiore intraprendenza da Zielinski, ma se lo «scugnizzo» dovesse arrendersi, al macedone toccherebbe la fascia sinistra e a Insigne solo altri 810 minuti di Napoli.