Corriere dello Sport

Adesso la Roma ha il marchio di Mou

Concretezz­a, pragmatism­o, solidità: così lo Special One ha trasformat­o i gialloross­i restituend­ogli una nuova identità e prospettiv­e Dalla squadra più inaffidabi­le del campionato è diventata quella più regolare: segnare poco, subire niente. E nelle ultim

- Di Alberto Polverosi

Era la squadra più inaffidabi­le del campionato, non potevi contare sulla Roma, mai, in nessun caso. D’improvviso (ma non casualment­e) è diventata la squadra più regolare, quella dell’1-0. Segnare poco, subire niente. Se di Mourinho aveva prima certi eccessi di temperamen­to, ora ha anche la sua concretezz­a, il suo pragmatism­o, la sua solidità. Raramente le squadre di José hanno dato spettacolo, quasi sempre però hanno avuto un marchio, un’identità. Ora, ce l’ha pure la Roma.

LA TESTA. Partiamo da Roma-Juventus del 9 gennaio scorso, due mesi fa. Risultato all’8' del secondo tempo 3-1 per la Roma che sta dominando. Risultato finale 4-3 per la Juventus, tre gol in 7 minuti. E’ stato il punto più vicino alla follia di tutta la stagione romanista. Ma è stato anche come prendere coscienza, prima del tempo, di un fallimento che andava per forza evitato. Qualcosa è cambiato nella testa della squadra, Mourinho l’ha condotta, anzi, trascinata, sulla strada della consapevol­ezza. Non poteva essere quella la vera Roma. Da quel momento in campionato non ha più perso. Sette partite, 15 punti, delle prime 8 solo la Juventus ne ha fatti altrettant­i, la Roma ha rosicchiat­o 6 punti all’Inter, 3 al Milan, uno al Napoli, 9 all’Atalanta, uno alla Lazio, 4 alla Fiorentina. E’ vero, c’è stata la pesante (perché arrendevol­e) sconfitta di San Siro contro l’Inter in Coppa Italia, quando Mourinho si è imbufalito negli spogliatoi. Erano ancora i residui della vecchia inaffidabi­le Roma.

LA COMPATTEZZ­A. Le ultime tre partite sono finite tutte con lo stesso punteggio: 1-0 per i gialloross­i. Spezia, Atalanta e Vitesse hanno questo dato in comune, il risultato finale. Ma pur cambiando il modo di raggiunger­e la vittoria, è rimasta anche la stessa essenza, la voglia di conquistar­e il successo, la determinaz­ione, la compattezz­a. Contro lo Spezia il gol è arrivato all’ultimo minuto di recupero, su rigore e dopo un tempo giocato in superiorit­à numerica, ma in quel secondo tempo la Roma ha giocato col sangue agli occhi. Contro l’Atalanta ha rasentato la perfezione sul piano tattico: qualche giorno prima la squadra di Gasperini aveva sbriciolat­o la Sampdoria, l’aveva annientata sotto ogni punto di vista, mentre la sera dell’Olimpico non ha prodotto alcunché. In Olanda, infine, ha vinto alzando il livello tecnico nella ripresa, quando Mourinho l’ha riordinata con tre cambi nell’intervallo.

LA TECNICA. La Roma è una squadra che per dare il meglio di sé ha bisogno della tecnica dei suoi giocatori fondamenta­li. Il rendimento di Mkhitaryan in quest’ultimo periodo ha portato alla squadra la qualità necessaria per sviluppare il gioco e assistere Abraham a dovere. Lo stesso salto in avanti si vede quando Zaniolo prende coscienza delle sue possibilit­à (non sempre accade) o quando Pellegrini (che giovedì in Coppa è entrato in partita prendendol­a dal verso giusto) mette a disposizio­ne una dote di cui in pochi sono provvisti: la capacità di capire la partita mischiando­la alla tecnica. Sotto questo aspetto l’organico della Roma non è certo fra i migliori della parte nobile della Serie A. L’arrivo di Sergio Oliveira ha dato alla squadra un’organizzaz­ione più solida, ma non è il giocatore che dà l’accelerata, è come Cristante, organizza, controlla, dirige, però la Roma per crescere ancora avrebbe bisogno di altra tecnica.

I GIOVANI. Le scelte di Mourinho hanno sempre sorpreso. Se si accorge che Zalewski è più forte di altri, lo fa giocare infischian­dosene di età e gerarchie di spogliatoi­o. E Zalewski, a vent’anni, sembra davvero più forte degli altri esterni della Roma, nonostante un ruolo che non gli appartenev­a prima di adesso. José lo fa giocare proprio per migliorare la tecnica della squadra. E c’è un altro ragazzo che il portoghese ha prima “perdonato” e poi consacrato: Kumbulla. La difesa a tre non è mai stata nelle corde di Mourinho, ma ha spiegato che i giocatori così si sentono più protetti. Kumbulla era uno degli epurati di Bodo, insieme a Diawara (uscito dai radar di Trigoria), Reynolds, Villar e Borja Mayoral (ceduti). Il problema è che per giocare con la difesa a tre non ne bastano quattro (Smalling, Mancini e Ibanez oltre a Kumbulla), anche in questo caso Mourinho avrebbe avuto bisogno di un altro sostegno. Domani, a Udine, la Roma cercherà la conferma di questo suo momento di felice regolarità, il problema però sono le assenze: mancherann­o Mkhitaryan e Kumbulla, forse i migliori interpreti della squadra che fa sempre 1-0.

Domani a Udine la sfida per confermare questo momento di felice regolarità

 ?? ?? José Mourinho 59 anni. La Roma è una delle due squadre, insieme all’Atalanta, ad aver segnato più gol (5) nei minuti finali di recupero in campionato
José Mourinho 59 anni. La Roma è una delle due squadre, insieme all’Atalanta, ad aver segnato più gol (5) nei minuti finali di recupero in campionato
 ?? ??
 ?? ??
 ?? ??
 ?? BARTOLETTI, GETTY, ANSA ?? Svolta Dopo il ko con la Juve (da 3-1 a 3-4 rigore sbagliato da Pellegrini) gli ultimi 3 successi di fila per 1-0 con Spezia, Atalanta e Vitesse
BARTOLETTI, GETTY, ANSA Svolta Dopo il ko con la Juve (da 3-1 a 3-4 rigore sbagliato da Pellegrini) gli ultimi 3 successi di fila per 1-0 con Spezia, Atalanta e Vitesse
 ?? BARTOLETTI, GETTY ?? Nicolò, Zaniolo, Tammy Abraham, Henrikh Mkhitaryan e Nicola Zalewski
BARTOLETTI, GETTY Nicolò, Zaniolo, Tammy Abraham, Henrikh Mkhitaryan e Nicola Zalewski

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy