Corriere dello Sport

Finalmente Bassino «E’ stata tostissima»

Marta rialza la testa dopo una stagione opaca e la delusione olimpica Seconda nel gigante di Aare malgrado una pista distrutta «Non era facile visti i miei precedenti»

- Di Alberto Dolfin

Marta Bassino si riaffaccia sul podio. Un inverno fa era la padrona del gigante e si era portata a casa un oro mondiale sulle nevi di Cortina, livelli stellari che in questa stagione non è riuscita a ripetere, mancando poi l’appuntamen­to a cui teneva di più, ovvero quello olimpico sulle nevi di Yanqing. L'uscita di Lenzerheid­e domenica scorsa poi, ha acuito le voci di una crisi, nonostante il suo talento cristallin­o sia davanti agli occhi di tutti, e così la piemontese dell’Esercito si è presa una bella rivincita ad Aare, su una pista che peraltro si chiama proprio Olympia. Seconda a tre centesimi dalla detentrice della sfera di cristallo assoluta Petra Vlhova dopo la prima manche, Marta si districava al meglio anche nella seconda, tra le insidie inserite dall’allenatore azzurro Gianluca Rulfi, che pochi istanti prima erano costate care anche alla dominatric­e della disciplina, Sara Hector: dopo aver vinto tre giganti di Coppa del Mondo e l’oro olimpico, la svedese non riusciva a essere profeta in patria, uscendo di scena davanti al suo pubblico.

La ventiseien­ne di Borgo San Dalmazzo, che da ragazzina tutti chiamavano Dory (come la pesciolina del cartone anima

“Alla ricerca di Nemo”) per la sua sbadataggi­ne, si ricordava bene invece della sua classe e centrava il terzo podio stagionale, alla faccia di chi pensava che si fosse smarrita, inserendos­i tra le due contendent­i della generale. Alle sue spalle, infatti, si piazzava Mikaela Shiffrin, ora in testa alla graduatori­a con 1216 punti, mentre là davanti a tutte, innestando il turbo nelle ultime porte della seconda manche, si proiettava Petra Vlhova (1139), in virtù del successo numero sei in stagione, il primo in gigante.

FINALI. Per Marta sono 20 i podi in carriera e il sorriso è tornato a farsi largo sul volto, dopo le tante lacrime che l’avevano rigato in Cina per quello che poteva essere e non si è relizzato. «È stata gara tostissima, visti i miei precedenti della stagione. Nella prima manche ho avuto rispetto della pista e sapevo che la Vhlova aveva una marcia in più rispetto alle altre, nonostante l’errore commesso - racconta - Nella seconda sapevo che la pista era rovinata, si trattava solamente di tenere duro piuttosto che pensare a sciare bene per fare le cose precise, così ho attaccato a tutta, tirando fuori la grinta. Compliment­i alla vincitrice, che è stata bravissima. Io sono molto felice, è una bella carica per le finali della settimana prossima in Francia».

Già, perché ora che ha ritrovato la fiducia, Marta vuol chiudere in bellezza e le amate porte larghe del gigante saranno l’ultima fatica della stagione, domenica 20, su di una pista che incoronerà la regina della specialità tra Hector (522 punti), Worley (517) e Shiffrin (471) e che il prossimo anno sarà teatro dei Mondiali.

INFORCATA. Oggi, in Svezia, c’è lo slalom, quint’ultima puntata della saga per il Coppone femminile, che vede oramai soltanto due contendent­i, Shiffrin e Vlhova, vista l’uscita di ieri di Federito ca Brignone a poche porte dalla fine della prima manche. Nonostante una botta, la carabinier­a valdostana farà di tutto per esserci, anche se scioglierà le riserve soltanto questa mattina. «Indossare il numero 1 era una bella occasione, però mi sono agganciata alla terz’ultima porta, perché sono finita un po’ lunga. Mi sono buttata dentro, ma ero troppo vicina al palo e ho inforcato con la spalla - racconta Fede - Adesso sono un po’ dolorante, ma conto di essere al via dello slalom, vedremo come mi sentirò durante il riscaldame­nto e se il braccio mi darà fastidio. Mi dispiace, perché in gigante sono in confidenza, mi sento padrona del mio sci, mi brucia essere uscita».

Vince la Vlhova e ora per la Coppa sarà volata con la Shiffrin La Brignone va fuori

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ANSA Raggio di sole Tutta la felicità dopo il traguardo della seconda manche del gigante svedese di Aare. La piemontese era reduce dal flop olimpico dall’uscita della settimana scorsa a Lenzerheid­e Lo scorso anno marta aveva vinto la Coppa di gigante
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