Garbisi & Russell duello tutto Pepe
Scanavacca, regista del primo trionfo a Murrayfield giudica le due aperture: «Il Top 14 li ha migliorati»
«Risotto alle trippe e, per secondo, salame alla griglia». Il menù è gentilmente offerto da Andrea Scanavacca, in arte Pepe. «Servirei questo agli azzurri, ovviamente non prima della partita. Magari dopo una vittoria». Scanavacca oggi ha 48 anni e gestisce con la sua famiglia la Trattoria Rossi ad Arquà Polesine. Ex apertura, primatista di punti segnati nel massimo campionato (3.368), il 24 febbraio 2007 fu tra i protagonisti della prima vittoria esterna dell’Italia al Sei Nazioni. Quella delle tre mete in otto minuti alla Scozia, di cui due da intercetto, e la prima fu sua: «Meta e vittoria, il momento più bello della mia vita».
Chi meglio di lui può presentare l’Italia-Scozia di oggi all’Olimpico, ma soprattutto la sfida tra i numeri 10, Paolo Garbisi e Finn Russell? Il c.t. Kieran Crowley rispolvera poi l’esperimento del “doppio playmaker” Garbisi-Leonardo Marin, mentre Russell dovrà rispondere anche alle parecchie critiche piovute in patria. Gli vengono imputate indisciplina e una certa leggerezza in fase difensiva, ma continua a essere preferito ad Adam Hastings. Non che il 21enne Garbisi stia comunque vivendo il più tranquillo dei Sei Nazioni...
GARBISI. «Ma le qualità, e grosse, ci sono. Poi ha testa, che è fondamentale per il suo ruolo, e questo, partita dopo partita, lo aiuta. Come lo aiuta giocare in Francia (nel Montpellier, titolare davanti al campione del mondo Pollard; ndr). Anche Marin ha prospettive importanti. Penso che per i prossimi 8-10 anni, per l’apertura, possiamo stare tranquilli». È la “profezia” di Pepe, che ancora oggi continua a seguire le cose ovali sebbene «ultimamente il rugby italiano si sia un po’ perso in troppe diatribe politiche a discapito della crescita».
Tornando ai mediani d’apertura, «non dovremmo dimenticare Carlo Canna, che potrà tornare a dare il suo contributo. Tommaso Allan? Ha avuto le sue opportunità, ha giocato molto. Ma credo che Garbisi e Marin siano di livello superiore». Il doppio playmaker, quindi, «resta una scelta che qualcuno potrà criticare, ma tutto starà a vedere come vuole giocare questa Italia. Ti consente di attaccare in ogni zona del campo e può
essere una soluzione, ma Marin lo vedo più apertura». Del resto, Crowley potrebbe anche invertirli.
RUSSELL. Rispetto all’omologo azzurro, lo scozzese Russell ha 8 anni, 45 caps (61 a 16) e 136 punti realizzati (226 a 90) in più. «È un giocatore di quali
tà straordinaria, ma devi prenderlo com’è: ti può fare la partita dove inventa di tutto e quella in cui, sotto pressione, trova difficoltà. Le doti che mostra in attacco restano importanti e giudicarlo per un match andato male (il 17-36 dalla Francia non è stato digerito benissimo dalla stampa scozzese; ndr) è ingiusto e lascia il tempo che trova. Importante, per gli italiani, sarà comunque mettergli pressione».
Di questa se ne trova in abbondanza nel Top 14 francese. Anche Russell gioca lì, con il Racing di Parigi. Entrambi in un campionato «di assoluto livello, come dimostra la nazionale
francese. Tanto gioco alla mano che forma non poco chi con l’attacco vuol dire la propria».
ITALDIECI. Tornando all’Italia, invece, sul versante dei numeri 10 di formazione nostrana ci sono tanti ingredienti interessanti che bollono in pentola (metafora culinaria voluta). «Ah, meglio quest’abbondanza dei 6-7 anni precedenti in cui era una sfida cercarli. Speriamo che aiuti anche altri ruoli, così da facilitare le scelte. Nel rugby odierno è praticamente impossibile mantenere 8-9 mesi ad altissimo livello per chiunque». Del resto, Pepe è convinto che «ci vorrà tempo, non certo un anno o due, per ottenere la crescita sperata. Portare avanti gli staff e valorizzare i giocatori anziché metterli sulla graticola al primo sbaglio». Tempo, insomma. Quanto ci piacerebbe, però, vedere Lamaro e compagni già domani mangiare quel risotto...
«Paolo, Marin, poi Canna: bello poter scegliere. Il doppio play? Una soluzione»
«Russell è fantastico e va preso com’è: sa inventare di tutto, ma sotto pressione...»