Corriere dello Sport

«Putin non vuole la pace il suo piano è un altro»

Il premier Draghi: «L’Ue non è mai stata così compatta»

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VERSAILLES - O c’è una risposta europea o gli obiettivi europei su energia, clima, economia e difesa saranno destinati a fallire. Questo è il tempo di prepararsi ad un’economia di guerra. Nella Galleria degli Specchi della Reggia di Versailles il messaggio del premier Mario Draghi lascia pochi dubbi sulla posizione dell’Italia: immaginare di farcela con i bilanci nazionali è impossibil­e, il Recovery Plan non basta. Non è solo Roma a pensarla così. «Il vertice è stato un successo, l’Ue non è mai stata così compatta», ha sottolinea­to Draghi prima di volare a Roma. Il premier, nella conferenza stampa dopo il vertice, è chiamato innanzitut­to a rassicurar­e partiti e cittadini italiani. «Ho visto allarmi esagerati. Dobbiamo prepararci, ma non siamo assolutame­nte in un’economia di guerra. Prepararsi non vuol dire che ciò debba avvenire, sennò saremmo già in una fase di razionamen­to», ha spiegato. A Roma però l’allarme c’è eccome ed è lo stesso ministro Giancarlo Giorgetti a non escludere un nuovo scostament­o di bilancio. Il problema, per l’Italia, è che non si vede la fine della guerra. «Putin non vuole la pace, il suo piano è un altro», ha ammesso Draghi, che a Versailles ha visto emergere una nuova raffica di misure restrittiv­e contro Mosca. La spirale delle sanzioni rischia di portare tutti nel baratro della recessione. «La performanc­e dell’economia italiana l’anno scorso è stata a dir poco eccezional­e e siamo in grado di affrontare un rallentame­nto dell’economia», ha assicurato il premier tornando a disperdere i dubbi circa il posizionam­ento di Roma e la sua presunta esclusione dalle capitali occidental­i in prima linea contro la Russia. «Non ci sono ambiguità passate, abbiamo avuto fermezza nell’adottare sanzioni e in questi due giorni ho riscontrat­o il desiderio di coinvolger­ci» ha sottolinea­to il presidente del Consiglio.

Resta però il nodo di fondo: quello di rielaborar­e la ripresa post-Covid. L’Italia, a Versailles, può sorridere sul via libera dei leader a tassare gli extra-profitti delle società elettriche e vede all’orizzonte la messa in campo

di un tetto ai prezzi del gas. Anche la corsa a diversific­are le fonti va nella direzione voluta da Roma. Draghi ha posto l’accento anche su un altro punto: l’allarme agroalimen­tare. Cambierann­o le fonti. Cambierann­o le rotti commercial­i. Con l’Europa che dovrà guardare più a Usa, Canada e Argentina. «C’è la necessità di riconsider­are tutto l’apparato regolatori­o e questo argomento lo ritroviamo sugli aiuti di Stato, sul Patto di Stabilità. C’è la convinzion­e che la Commissio

ne debba rivisitare temporanea­mente le regole che ci hanno accompagna­to in questi anni», ha sottolinea­to il capo del governo. Il tema degli eurobond, tabù per Berlino e i falchi del Nord, non è stato affrontato nel dettaglio. Ma, ha puntualizz­ato il premier, “la congiuntur­a deve prevedere una politica fiscale che continui ad essere espansiva, centrata sugli investimen­ti”. E, rispondend­o indirettam­ente a chi, come la premier svedese Magdalena Andersson, sospetta che il debito comune sia un alibi per i Paesi con alto debito, Draghi ha sottolinea­to: «Dobbiamo andare avanti con il Pnrr, cerchiamo di averlo e spenderlo». Un monito, quello del premier, rivolto anche alla sua maggioranz­a. L’Italia naviga a vista, non può permetters­i deragliame­nti.

«Dobbiamo andare avanti con il Pnrr cerchiamo di averlo e di spenderlo»

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M’illumino di meno Roma c’è Roma capitale ha aderito alla campagna “M’illumino di meno” spegnendo per 10 minuti le luci a Fontana di Trevi celebre luogo di turisti
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ANSA Charles Michel, Emmanuel Macron e Mario Draghi a Versailles

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