GIOIELLO KALULU LA LEGGE DEL MILAN
I rossoneri rispondono con prontezza alle pressioni di una classifica cortissima Ecco tre punti pesanti Basta un bellissimo gol del difensore per battere un buon Empoli (12ª gara di fila senza vittorie) e allungare sulle rivali scudetto
Tentativo di fuga con il minimo sforzo. E' bastato un gol, infatti, al Milan per mettere sotto l’Empoli - 12 giornate senza vittoria: ultimo successo il 12 dicembre a Napoli - e salire a +5 in classifica. Così, oggi, i rossoneri potranno mettersi in poltrona per vedere quello che faranno Inter e partenopei. Contava (e conterà fino a fine torneo) vincere, come aveva detto Pioli alla vigilia, facendo capire che per il bel gioco si può anche attendere. Beh, c’è da dire che i suoi uomini l’hanno preso in parola. L’ultimo Diavolo, infatti, è tutt’altro che spettacolare: segna poco, perché costruisce poco. E’ in difesa, allora, che fa la differenza, potendo contaroud re sulla certezza Tomori e adesso più che mai anche su un Kalulu sempre più a suo agio come centrale. Contro i toscani è stato l’eroe della serata: non ha fatto passare uno spillo, ma soprattutto è stato lui a infilzare Vicario con una stoccata da 3 punti. E’ stata la sua prima prodezza a San Siro, la seconda in assoluto in rossonero.
AVVIO SPRINT. Eppure il primo tempo sembrava aver dato segnali decisamente positivi per il Diavolo. Il Milan, infatti, non solo addentava subito la gara, ma soprattutto mostrava di non sottovalutare l’avversario. Con il doppio trequartista, l’Empoli voleva creare superiorità in mezzo al campo. Ma il Diavolo rispondeva alzando il baricentro e facendo massa a ridosso dell’area. I toscani, quindi, si dovevano schiacciare. E quando recuperavano il pallone, si ritrovavano a lanciare lungo per Pinamonti, che finiva puntualmente stritolato tra Tomori e Kalulu. La prima spallata la tirava Florenzi, dopo uno scambio con Kessie, e Vicario volava a respingere. Non poteva nulla, invece, probabilmente perché coperto, sul piazzato di sinistro del centrale francese, che era pronto a calciare di prima la respinta sulla punizione di Gi(c’era più fallo su Leao che su Kessie), approfittando del ritardo in chiusura degli avversari.
TROPPA GESTIONE. Sbloccata rapidamente la sfida, il Milan sceglieva di controllare e addormentare il gioco: per lunghi minuti non affondava il il colpo, ma addomesticava facilmente ogni velleità dell’Empoli. In questo senso, il Diavolo veniva agevolato dagli stessi ospiti, che non solo non aggredivano ma lasciavano metri di spazio ai rossoneri. Che così non avevano difficoltà a palleggiare e a muovere il pallone, alla ricerca del varco giusto, sfruttando sia il fisico di Giroud come perno, ma soprattutto gli spunti di Leao. Solo nel finale di tempo, però, gli uomini di Pioli tornano ad essere pericolosi, con il centravanti francese e con Kessie, sugli sviluppi di un angolo.
CENTROCAMPO SALTATO. La colpevole evanescenza in attacco diventava ancora più evidente nella ripresa, perché il Diavolo, invece che puntare a chiudere i giochi, pensava ancora di poter gestire, consegnando però il centrocampo all’Empoli, rientrato più deciso nell’accorciare le distanze e pure nel contrastare. Tonali e compagni, invece, faticavano a risalire il campo, cominciando quindi a prestare il fianco agli avversari. Ci voleva un volo di Maignan per togliere dall’angolino la spizzata di Luperto su traversone di Bandinelli. Solo Messias, in un paio di occasioni, riusciva a pungere, tagliando dalla destra al centro, per poi andare a concludere di sinistro. Ma senza organizzazione ed ordine, in casa rossonera tutto diventava estemporaneo.
Andreazzoli le provava tutte, rivoluzionando la squadra: dentro tutti i suoi cambi, anche a causa dell’infortunio di Bajrami, più cambio di modulo, con Cutrone ad affiancare Pinamonti, ancora prima che Pioli facesse la prima sostituzione. San Siro viveva con apprensione gli ultimi minuti, ma tutti i tentativi degli ospiti si andavano ad infrangere contro il muro eretto da Tomori e Kalulu.