Il ritorno della Signora
Il fiato della Juve sul collo di Milan, Inter e Napoli è lungo quindici partite senza perdere. Adesso lo scudetto è una corsa a quattro, nonostante i sette punti che dividono Allegri da Pioli. Perché la signora è tornata la Signora. Impenetrabile dietro, spietata davanti, e vagamente ordinata in mezzo. Con la vittoria di Genova contro la Samp ha messo in fila 35 punti sui 45 disponibili, da quando, il 27 novembre scorso, è caduta con l’Atalanta l’ultima volta in campionato. Nel turno del 3 aprile Allegri ospita Inzaghi all’Allianz Stadium nell’ultimo big match del calendario. Può rimettersi ufficialmente in corsa, o piuttosto può spianare la strada all’Inter.
A furia di vederla soffrire nella ripresa contro squadrette, in pochi credevano che sarebbe arrivata fin qui. Ma ieri a Genova per la prima volta la Juve ha onorato il suo nome, controllando la gara senza soffrire e senza slabbrarsi tra i reparti. Perché Arthur finalmente è parso padrone della mediana. Perché Cuadrado è tornato quel magnifico cursore che tutti vorrebbero a destra. O piuttosto perché la Samp di questi tempi è davvero poca cosa. La domanda resta aperta altre nove partite. Ma il trend di rendimento e di gioco dei bianconeri è certamente in crescita.
Per intanto il Milan ha ripreso a correre. Ma, di più, ha trovato un equilibrio stabile a centrocampo, con Bennacer regista arretrato e Kessie sulla trequarti, e con Tonali pronto a coprire le incursioni del furetto franco-algerino. Ma soprattutto con Leao a livelli mai raggiunti fin qui. Il portoghese sublima l’uno contro uno nell’uno contro chiunque. Comunque riceva la palla, dovunque si trovi, lui scarta e s’invola con una naturalezza da supereroe. Se metti insieme il suo stato di grazia con il risorgimento di Ronaldo, che ieri ha rifilato tre gol al Tottenham di Conte, il Portogallo si presenta come un incubo all’appuntamento con il probabile e atteso spareggio dell’Italia per il Mondiale. Ma questa è un’altra storia.
Contro l’Empoli il Milan vince relativamente facile, anche se il braccetto larghissimo di Giroud, come d’abitudine ogni volta che il francese salta, spacca il naso in area di rigore a Romagnoli senza che né Chiffi, né il Var abbiano qualcosa da dire. Chissà se un giorno la chiamata di parte dell’occhio elettronico restituirà alla tecnologia la sua funzione di mezzo per la verità, per la quale è stata adottata. Per adesso le provinciali devono continuare a sudare più delle altre, per far valere le loro ragioni. E fare affidamento sulla bravura dei portieri. Tra questi Vicario (Empoli) e Consigli (Sassuolo) si stanno distinguendo come piacevoli sorprese del campionato.
Stasera tocca all’Inter, contro i granata a Torino, confermare il risveglio di Liverpool. E tocca al Napoli dire se tiene o crolla. Verona è la prima e insieme l’ultima di dieci spiagge dove il naufragio è proibito. Se vuole restare in gioco per lo scudetto, Spalletti non deve più perdere e totalizzare almeno venticinque punti su trenta, passando tra il 3 e il 16 aprile da tre scontri di vertice: con l’Atalanta a Bergamo, con la Fiorentina e la Roma al Maradona. Lo scudetto si porta a casa con non meno di ottantadue punti, più probabilmente ottantacinque. In bocca al lupo.