JUVE ALVARO DELLO SCUDETTO
Un autogol di Yoshida apre la partita. Lo spagnolo trova il 2-0 e il 3-1. Szczesny para un rigore a Candreva. La Samp sbatte contro De Ligt-Rugani
Morata a Genova con una doppietta firma il quindicesimo risultato utile in campionato inaugurando la primavera della speranza bianconera Mezz’ora per Vlahovic
La marea bianconera continua a salire e sembra difficile da arginare. Soprattutto dopo il quindicesimo risultato utile consecutivo in Serie A, un filotto di dieci vittorie e cinque pareggi che almeno per una notte ha permesso ad Allegri di andare a dormire a -2 dall'Inter seconda e a -1 dal Napoli terzo. Adesso è più facile guardare con ottimismo al ritorno degli ottavi di Champions di mercoledì: la Juventus ha la fiducia, la compattezza e la convinzione nei propri mezzi per eliminare il Villarreal e continuare la sua corsa su tutti i fronti. Nel 2022 ha perso solo contro l'Inter, ai supplementari nella finale di Supercoppa, e l'ultimo scivolone in campionato risale al 27 novembre. Con tutto il rispetto, gli spagnoli non possono e non devono far paura. Ieri i bianconeri si sono presi i tre punti con Vlahovic inizialmente in panchina per la prima volta da quando è alla Continassa. Le veci del serbo le ha fatte Alvaro Morata che con una doppietta ha steso una Sampdoria al terzo ko di fila. Giampaolo si giocherà una buona fetta delle sue possibilità di salvezza domenica a Venezia, mentre Cuadrado e compagni con la Salernitana avranno la chance di vivere una sosta in altissima quota. Magari con vista sullo scudetto.
CRESCITA. I critici obietteranno che la Signora non è spettacolare e non tramortisce gli avversari con il gioco o con il ritmo, ma è concreta e sa spremere da tutti i suoi "soldati" il massimo. Oltre al rivitalizzato Morata, fondamentali per il blitz del Ferraris sono stati i movimenti da centravanti di Kean, le parate di Szczesny, abile a neutralizzare sul 2-0 un rigore di Candreva, e i sincronismi di una mediana che funziona bene. Merito di Arthur che in fase di possesso si abbassa (nel 3-5-2) per impostare e libera gli inserimenti di Locatelli. Forse mancano un po' di rapidità nello sviluppo della manovra e di "cattiveria" nel concretizzare le ripartenze, ma intanto la Juve ha vinto con due gol di scarto come non le riusciva dal 2-0 al Verona del 6 febbraio. Considerando che Max ha l'infermeria piena e che da tempo deve fare di necessità virtù, se oggi Torino ed Hellas fermassero rispettivamente Inter e Napoli, la classifica diventerebbe ancora più interessante.
CHE CINISMO. La trasferta di Genova poteva rivelarsi una trappola per Madame perché il pensiero della Champions e la lunga lista di indisponibili rischiavano di distrarre una truppa che inizialmente ha guardato con preoccupazione l'intraprendente Samp. I blucerchiati ci hanno provato con Candreva, Sensi e Thorby senza però sfondare, mentre gli ospiti hanno sbloccato il risultato con la loro prima azione pericolosa: lancio di Rugani, perfetta sponda di Kean, strappo palla al piede di Morata e appoggio per un radente cross di Cuadrado, deviato da Yoshida alle spalle di Falcone. Come in Coppa Italia con la Fiorentina, un'altra autorete pesante, non frutto del caso, ma di una bella ripartenza. La Doria ha accusato il colpo e il rigore del 2-0 di Morata (fallo di Colley sullo scatenato Kean) l'ha messa ancora più in difficoltà: all’intervallo era sotto di due reti pur avendo subìto un solo tiro nello specchio.
BIS MORATA. Giampaolo nella ripresa ha mischiato le carte e ha sfiorato il gol con Yoshida, ma i maggiori rammarichi li ha per il penalty che Candreva si è procurato e fatto parate. La Juventus era stanca e con pochi cambi da spendere. Ha incasso il 2-1 di Sabiri su punizione deviata da Morata e ha permeso qualche conclusione di troppo (16-6 il totale per i padroni di casa), ma ha richiuso l'incontro con l'assist dell'arrembante Locatelli per lo spagnolo, che non segnava una doppietta dal 23 maggio scorso. Con quindici risultati utili di fila, Allegri ha eguagliato se stesso (a marzo 2019 l'ultima volta) e il popolo juventino può continuare a sognare lo scudetto.
gambiano (con passaporto inglese) entra in maniera irruenta, c’è anche un contatto sulla gamba destra, Valeri è ben piazzato ed è difficile non fischiare rigore in quella situazione (al limite rispetto all’asticella alta imposta da Rocchi sui rigorini che qualche problema sta creando).
RIGORE/2
E’ dovuto intervenire Aureliano da Lissone, invece, nel secondo rigore. Sul cross di Candreva, infatti, Rabiot (già ammonito) ha il braccio sinistro molto largo, il pallone colpisce la parte bassa del braccio, ma tanto basta per rilevarne la fallosità. Valeri fischia fallo ma sbaglia la valutazione, era dentro l’area (forse poteva dagli una mano Di Vuolo), Aureliano controlla e comunica che il fallo è dentro (non c’è bisogno di OFR, se a qualcuno dovesse venire in mente...). Giusto non ammonire Rabiot (ma Allegri lo toglie subito): il cross verso l’area non lo prevede.
VAR: Aureliano6,5
Porta a casa la pagnotta.