Corriere dello Sport

«Bologna Arnautovic ci fa vincere»

L’allenatore rossoblù carica la squadra attraverso l’austriaco: «È una gara aperta» Mihajlovic: «All’andata mancava Marko? Ecco perché. E allora stavolta la spunteremo noi»

- Di Giorgio Burreddu BOLOGNA

h, Arnautovic all’andata non c’era? Me n’ero dimenticat­o, è per quello che abbiamo perso. Significa che stavolta vinceremo». Con Sinisa Mihajlovic finisce sempre che ci si emoziona. Per una battuta, un sorriso, un pezzo di vita. Succede anche alla vigilia di questo Fiorentina-Bologna, una partita «dura, difficile» contro una squadra «forte, che gioca bene, che ha speso un sacco di soldi, che sta in fiducia», la definisce Sinisa. Una squadra, la Viola, che ai rossoblù servirà da banco di prova per capire se la crisi è davvero passata oppure no. «E’ come scalare una montagna. E hai tre scelte quando ci provi: mollare, modificare te stesso per affrontare la strada in maniera diversa o pensare che il percorso si adatti a te». La seconda opzione è per questo Sinisa un po’ guru e un po’ filosofo, motivatore, uomo che riflette sulla vita e le sue difficoltà, l’unica possibile. «Ti devi mettere in discussion­e facendo una sorta di autoanalis­i - dice -, e quando capisci allora puoi modificart­i. A quel punto non devi pensare più come un bambino, ma come un adulto».

CITAZIONI. Mihajlovic è uno che ha travasato il calcio nella vita, o viceversa. Ogni partita è un agone, una lotta per essere migliori, più grandi, più coraggiosi. E’ questo che conta. La sfida del Franchi non è solo pallone, tattica, gol. E’ un percorso. Cita Henley, il poeta inglese che citò anche Mandela (momento di alta fotogenia nel film “Invictus”): «Siamo i padroni del nostro destino, i capitani della nostra anima» dice Mihajlovic. Segno che il gennaio gelido e doloroso, con il covid, gli infortuni e le sconfitte è comunque alle spalle. I tre risultati utili consecutiv­i hanno ridato una ventata di ottimismo a tutto l’ambiente rossoblù. Che hanno un solo obiettivo in testa: la parte sinistra. «Sono contento se dimostriam­o di lottare in queste ultime undici partite, di giocare per vincere, per portare a casa più punti possibile e arrivare dove vogliamo arrivare. E poi sarei contento se riuscissi a far giocare qualche ragazzo giovane». Certo, ammette Sinisa, «è difficile fare tutto, ma ci si prova». Provarci, sempre. «Dobbiamo prenderci più responsabi­lità, dobbiamo essere più coraggiosi e più fiduciosi».

DUBBI. Provarci, in ogni occasione. Anche a Firenze, perché no, lì dove «c’è una bella atmosfera, ti insultano anche e a me piace: mi motivano». Motivazion­i che Mihajlovic ha visto anche nella sua squadra. «I ragazzi li ho visti in settimana, sono orgoglioso di come si allenano. Andiamo lì, sappiamo che è difficile e che la loro è una squadra che crea e rischia. E’ una partita aperta». Qualche dubbio, non molti ma sufficient­i. Barrow: «Ragazzo d’oro, sensibile, sta male quando non dà per quelle che sono le sue potenziali­tà. Lui e tutti noi ci aspettiamo molto». Bonifazi, guarito dal covid: «Tanto i crampi gli vengono sempre, almeno avrà una scusa». De Silvestri: «Vediamo». Arnautovic c’è, forse anche Binks: «E’ lui che mi ha aiutato a fare il glossario per gli altri». Un ambiente multitutto, questo Bologna. Lingue, idee, pensieri. «Farei una regola: entro sei mesi tutti devono imparare la lingua. Qui parlano inglese, tedesco, spagnolo. E’ dispersivo. Mazzone diceva: “E’ più facile che voi capiate me piuttosto che io voi”. E’ così». Comprensio­ne Mihajlovic ne mostra anche parlando di Gigio Donnarumma, il portiere del Psg sotto accusa. «Siete troppo cattivi con lui. I francesi, ma anche gli italiani. Non ha fatto la scelta giusta, gli avevo consigliat­o di rimanere».

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