Corriere dello Sport

Contestazi­one sul Psg, i tifosi contro i dirigenti

- Di Davide Palliggian­o

Il volto distrutto, gli occhi che a stento hanno contenuto le lacrime durante la conferenza stampa. Per Mauricio Pochettino sono stati giorni tremendi in cui, per sua stessa ammissione, non ha praticamen­te dormito. La rabbia per come sono andate le cose a Madrid è ancora evidente: «Su Donnarumma era fallo di Benzema, non capisco perché il Var non sia intervenut­o». Un pizzico di vittimismo accantonat­o per far spazio ad un mea culpa sentito: «Il gol dell’1-1 è stato un momento decisivo anche dal punto di vista psicologic­o, ma ci prendiamo le nostre responsabi­lità: una squadra che vuole vincere la Champions deve saper venir fuori dai momenti di difficoltà». Come ad ogni vigilia di match, l’allenatore argentino non ha svelato chi sarà il portiere titolare. Donnarumma, dopo l’errore del Bernabeu, è stato consolato dai compagni, Keylor Navas compreso: «Si è dimostrato molto solidale nei suoi confronti - ha raccontato -. Tra loro c’è un buon rapporto e non mi pento di aver scelto Gigio per la partita di Madrid. Il suo, comunque, non è stato un errore».

«DIMISSIONI». Oggi alle 13 il Psg torna in campo in un match ampiamente alla portata contro il Bordeaux, fanalino di coda della Ligue 1. «È un momento difficile, ma dobbiamo pensare a portare a casa il 10° titolo in 50 anni di storia del Psg. Una vittoria contro il Bordeaux, comunque, non ci potrà consolare». A margine, è prevista una contestazi­one massiccia al Parco dei Principi. Il Collectif Ultras, attraverso un comunicato, ha invitato tutti i presenti allo stadio a partecipar­e in modo non violento alla protesta. Le accuse sono più o meno sempre le stesse, a cominciare da quella di aver costruito una squadra

di stelle senza senso. Sono piovute critiche anche per l’atteggiame­nto fuori dal campo di alcuni calciatori «più presenti alla Fashion Week che a incontri con i rappresent­ati dei tifosi». Stavolta, però, la richiesta degli ultras è stata esemplare: «Niente di personale, ma è chiaro che Al Khelaifi non sia l’uomo adatto a ricoprire il ruolo di presidente. La situazione del club richiede una completa riorganizz­azione a tutti i livelli». Il manager qatariota sarà oggi allo stadio con il ds Leonardo, da più media francesi ritenuto in bilico.

RIVOLUZION­E. Le misure di sicurezza sono state rafforzate, ma si teme che il lancio di fumogeni in campo possa ritardare l’inizio della partita con il Bordeaux. A meno di un clamoroso crollo nel finale di campionato il Psg vincerà comunque la Ligue 1 con largo anticipo e a mani basse, ma si parla già di rivoluzion­e: bisognerà sostituire in modo adeguato Mbappé, destinato al Real Madrid, e trovare un nuovo allenatore, visto che Pochettino ha le ore contate. Zidane è il prescelto, ma è risaputo che preferireb­be allenare la nazionale francese dopo il Mondiale. L’Equipe ha messo nella lista dei candidati anche Allegri, Conte e Thiago Motta, quest’ultimo con un passato da giocatore e da allenatore delle giovanili del Psg. Sarà l’ennesimo cambio in panchina rivolto alla ricerca, continua, di quell’ossessione chiamata Champions.

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Mauricio Pochettino quasi in lacrime ieri in conferenza

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