Stacca tutti e arriva solo Pogacar, altro capolavoro
Sulle cime che furono di Pantani lo sloveno spazza via gli avversari «Ma non mi sento imbattibile»
L’azione poderosa per staccare tutti sul Carpegna, la vittoria in solitaria, la classifica finale messa anzitempo in cassaforte. Tadej Pogacar ha scelto di vincere ancora una volta da fuoriclasse, polverizzando gli avversari e facendo risaltare il divario rispetto a tutti gli altri. Alla maniera dei più grandi, meritandosi la carica di degno erede del Cannibale Eddy Merckx. Nel giro di una settimana ha dominato prima Strade Bianche e poi Tirreno-Adriatico, corsa blindata senza patemi per il secondo anno di fila in attesa della conclusione odierna a San Benedetto del Tronto. Sui tornanti che furono di Marco Pantani, lo sloveno ventitreenne ha spiccato il volo a 16 chilometri dal traguardo, rispondendo all’accelerazione di Landa. Ha preso il largo con facilità disarmante, ai -11 il suo vantaggio era già di un minuto e mezzo e nel finale ha gestito l’ampio margine per arrivare al traguardo con le braccia alzate e l’immancabile sorriso stampato sul volto. Nella storia solo Beppe Saronni, alla stessa età, aveva trascorso i suoi stessi giorni (7) vestendo così spesso la maglia di leader alla Tirreno-Adriatico. Sgretola un record dopo l’altro, brucia i tempi da vero predestinato: ora il suo mirino è già puntato sulla Milano-Sanremo di sabato prossimo.
L’OMAGGIO. Dopo il traguardo, da grande leader, ha badato anzitutto a omaggiare i compagni: «Devo ringraziarli per il lavoro che hanno fatto per portarmi fino all’inizio della salita conclusiva. Lì stavo bene, ho deciso di attaccare e ho puntato all’arrivo pensando soltanto a salire con il mio ritmo. Vincere la tappa in un giorno così importante è davvero una bella sensazione. In fin dei conti mi sono anche riscaldato perché faceva molto freddo. La discesa è stata complicata, era molto sporca ed ero veramente a tutta». Oggi a San Benedetto arriva l’occasione per vederlo ancora una volta sul podio, rigorosamente sul gradino più alto: «Preferisco restare calmo, non è ancora finita. Mi auguro che Ackermann possa partecipare allo sprint finale, in questi giorni ha lavorato tanto per me e si merita una bella ricompensa».
CARUSO QUINTO. Agli avversari non resta che farsi da parte, lo stesso Damiano Caruso (5° al traguardo) si è detto impressionato dal fuoriclasse della UAE Emirates: «In questo momento non c’è partita. Ho poco da aggiungere, se continua così non credo avrà problemi a vincere la Milano-Sanremo». Dello stesso avviso lo spagnolo Landa: «Devo ammettere che è di un altro pianeta. Quando parte va fortissimo». A testimoniare il dominio di Pogacar ci sono anche i numeri, visto che nelle precedenti cinque edizioni il vantaggio massimo in classifica per il leader è stato di 1'03’’ (fatto da lui stesso su Wout Van Aert nel 2021) mentre quest’anno addirittura ha scavato 1'52’’ rispetto al secondo, il danese Jonas Vingegaard. Oggi potrebbe arrivare già a quota sette successi stagionali: uno sproposito considerando che la sua annata è cominciata da appena tre settimane all’UAE Tour. Anche dopo l’ennesimo trionfo il profilo però è rimasto basso: «Non penso di essere imbattibile, neanche quando vinco per distacco. Non mi piace sottovalutare i rivali». Infine, un pensiero per l’indimenticato Pirata, dopo lo show sulle sue strade preferite: «Sono nato nell'anno in cui Marco Pantani ha vinto il Tour de France, non ho potuto seguire la sua carriera ma è stato speciale vedere tutti i tifosi che a bordo strada l’hanno omaggiato in modo incredibile». Oggi toccherà ai velocisti, poi la festa sarà tutta per lui. Comanda Pogacar, gli altri inseguono.
Caruso (ieri quinto): «Tadej è troppo più forte, sabato vincerà anche la Sanremo»