C’è Kiev sotto assedio è fuoco anche sui civili
Colpite sette persone tra cui un bambino Zelensky: «Per prenderci devono raderci al suolo»
Colpita da più fronti, tra raid senza tregua e tattiche d’assedio per stremare la popolazione, compreso il fuoco contro i civili, l’Ucraina ha vissuto un altro giorno di guerra - il diciassettesimo come i rintocchi suonati a Firenze a piazza Santa Croce - con un’apprensione crescente per la sua capitale. Mentre le immagini satellitari mostrano l’avanzata dei carri armati russi fino a 25 km dal centro di Kiev, nuovi pesanti attacchi missilistici hanno distrutto una base aerea nei pressi di Vasylkiv, una trentina di chilometri a sud-ovest della città. «I russi possono prendere Kiev solo se la radono al suolo», parole del presidente Volodymyr Zelensky che nel pomeriggio si era collegato con Firenze e la sua manifestazione per l’Ucraina.
Ma le sirene d’allarme non smettono di suonare, preludio all’ennesima notte di bombardamenti. Le evacuazioni di civili proseguono con il contagocce, tra accuse reciproche di boicottaggio, e proprio nei sobborghi di Kiev ieri si è consumata un’altra strage di innocenti. La difesa ucraina ha denunciato l’uccisione di 7 persone in fuga dal villaggio di Peremoga, tra cui un bambino, proprio lungo un corridoio concordato con i russi. Una strategia del terrore, quella in atto contro la popolazione. Un’intercettazione telefonica effettuata dall’intelligence di Kiev proverebbe che le truppe di Mosca nei pressi di Kharkiv, la seconda città ucraina nell’est vicino al confine russo, hanno ricevuto dal loro comando l’ordine di sparare anche ai civili e ai bambini. L’Onu ha fatto salire ad almeno 579 il bilancio dei civili uccisi dall’inizio della guerra (42 bambini).
L’offensiva di Mosca comunque prosegue in tutto il Paese. Raid si segnalano a Dnipro, terza città dell’Ucraina sul fiume omonimo, dove secondo il sindaco i sistemi di difesa aerea hanno però respinto un attacco dal cielo nelle prime ore del mattino. Colpita anche Kropyvnytskyi, nel centro. Il fronte più caldo resta quello di Mariupol, che i russi avevano annunciato di aver completamente circondato. I bombardamenti sono proseguiti anche ieri. E anche a Kherson, altro centro a nord della penisola annessa alla Russia nel 2014, gli invasori che ne hanno ormai preso il controllo starebbero preparando uno pseudo-referendum plebiscitario per dar vita a una nuova repubblica separatista come quelle di Donetsk e Lugansk, frammentando ulteriormente l’integrità dell’Ucraina. A metà strada tra Mariupol e Kherson, con l’offensiva che punta a prendere il controllo dell’intera fascia costiera sul mar d’Azov, è caduta ormai in mano russa anche Melitopol, dopo il sequestro del sindaco Ivan Fedorov, che secondo Zelensky potrebbe essere torturato per spingerlo a registrare un video in loro sostegno.
Dopo l’assalto dei giorni scorsi, sotto controllo di fatto di Mosca è ormai anche la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa. Nel sito, la società statale russa per l’energia atomica, Rosatom, ha inviato i suoi ingegneri per verificare la situazione.