Inter un mezzo miracolo O miracolo
Il Torino corre, va in vantaggio con Bremer, sfiora il raddoppio e s’infuria per un penalty negato Il pari di Sanchez arriva in extremis
I campioni d’Italia hanno rischiato grosso: adesso Inzaghi è terzo dietro il Napoli e a quattro punti dal Milan, anche se manca il recupero contro il Bologna
Salvata da un gol di Sanchez nel recupero, l'Inter ha strappato un punto sul campo Torino, ma non è riuscita a evitare l'allungo del Milan, ora a +4, e il sorpasso del Napoli. I nerazzurri, pur con una gara da recuperare, adesso sono terzi, con la Juventus a un solo successo di distanza, e i 6 punti ottenuti nelle ultime 6 giornate testimoniano le difficoltà accusate da febbraio in poi. Le affermazioni contro Salernitana e Liverpool avevano illuso che il periodo difficile fosse alle spalle e invece contro un Toro grintoso, ma incapace di vincere da 7 turni, non sono andati oltre l'1-1. A conti fatti ha più rammarichi Juric, che avrebbe meritato i tre punti per le occasioni avute e soprattutto per il clamoroso rigore non concesso a Belotti nella prima frazione. Inzaghi può consolarsi con una ripresa decisamente migliore rispetto ai 45' iniziali: è stato salvato dal cileno dopo che super Berisha aveva fatto il fenomeno.
BRUTTA INTER. Che sarebbe stata una notte difficile il tecnico di Piacenza lo sapeva già alla vigilia quando, alla defezione di De Vrij, si è sommata quella dell'insostituibile Brozovic. L'inizio complicato del match, dunque, non lo ha sorpreso anche se sperava che i suoi, avvisati del pericolo, avrebbero avuto un altro approccio. E invece hanno subito il pressing del Torino senza riuscire a organizzare una risposta efficace.
Senza il regista croato, sostituito dall'impalpabile Vecino, la costruzione da dietro era impossibile perché l'uruguaiano non ha le caratteristiche per ricevere il pallone, proteggerlo e farlo girare. Così Handanovic era sempre costretto al lancio per gli attaccanti, stoppati da Bremer. Male anche Barella e Calhanoglu, incapaci di dare qualità e sempre sotto nel duello con Lukic e Mandragora. Il vantaggio dei padroni di casa, segnato da Bremer sugli sviluppi di un calcio d'angolo regalato da Handanovic,
è così stato giusto e ha posto fine all'imbattibilità della porta nerazzurra durata 436', coppe comprese.
La reazione dei campioni d'Italia c'è stata solo su calcio piazzato, con Martinez prima e Ranocchia poi vicini all'1-1 su punizione di Calhanoglu (bravo Berisha), ma i granata non sono stati a guardare e hanno sfiorato il 2-0 con una conclusione di Belotti oltre a meritarsi un rigore non visto né da Guida né dal Var Massa per un fallo di Ranocchia sul Gallo. All'intervallo dunque il risultato stava “stretto” a Juric che era avanti grazie a intensità, pressione e ripartenze. Compito facilitato però da un'Inter troppo brutta per essere vera: senza regista, idee e forza per andare a disturbare il giro palla avversario.
che serviva una mossa e a inizio ripresa ha tolto l'ammonito Bastoni per inserire Dimarco oltre a giocarsi la carta Gosens per Perisic. Il match è cambiato perché i nerazzurri hanno trovato più spinta a sinistra con il braccetto Dimarco e soprattutto più intensità nell'andare al recupero della sfera. Vecino, Dimarco e Dzeko hanno sfiorato il pari nell'arco di dieci minuti e il Toro ha sofferto, ma ha risposto con Brekalo, murato da Gosens al momento di depositare la sfera in rete dopo una grande azione personale, e con un colpo di testa di Izzo sul quale Handanovic si è superato.
Inzaghi ha cambiato di nuovo mettendo Calhanoglu davanti alla difesa, con Vidal per Vecino e Sanchez per Martinez, per poi sferrare l'assalto decisivo nell'ultimo quarto d'ora con Correa e il 3-41-2. Dzeko ha fallito di nuovo l'11, poi però è stato lucido a servire, su verticalizzazione di Vidal, l'assist del pari a Sanchez. I cambi di Inzaghi, dunque, sono stati decisivi per il pari, ma i nerazzurri nel 2022 in A non hanno mai vinto in trasferta e con questo ritmo, quattro pari di fila lontano da San Siro, sognare lo scudetto è complicato.