Corriere dello Sport

QUESTA ROMA NON MOLLA MAI

Gialloross­i in difficoltà ma ancora una volta in grado di riemergere nel finale: il pari serve per affrontare Vitesse e derby con più fiducia

- Di Guido D’Ubaldo INVIATO A UDINE

La Roma si salva nel finale e nei minuti di recupero, come a La Spezia due settimane fa, ottiene un rigore che mette a posto il risultato. Un pareggio che va stretto all’Udinese, passata in vantaggio dopo un quarto d’ora con Molina e che poco prima del rigore decisivo di Pellegrini aveva avuto una grande occasione per il raddoppio. Sale a otto partite la serie positiva di Mourinho in campionato, con un punto che tiene in corsa la Roma per l’Europa, visto che l’Atalanta resta appaiata con il pareggio in casa contro il Genoa.

La squadra gialloross­a ha fatto un passo indietro sul piano del gioco, dell’intensità, rispetto alle ultime partite. Una questione mentale - ha detto Mourinho a fine partita - di un gruppo che non riesce a mantenere alta la concentraz­ione negli incontri ravvicinat­i. Era già accaduto dopo altre partite di coppa e la Roma era caduta a Verona e Venezia. Partite in fotocopia con quella di Udine, dove invece alla fine Pellegrini e compagni si sono salvati.

SUBITO UDINESE. Si è visto sin dai primi minuti che l’Udinese aveva una marcia in più. La squadra di Cioffi, ben organizzat­a, ha sfondato sul fronte sinistro della Roma. Deulofeu ha giocato molto largo, ha portato fuori Ibanez, con Molina che si è inserito spesso mettendo in difficoltà Zalewski, che non è un difensore. E’ bastato un quarto d’ora, al secondo tentativo, al difensore che segna di più in campionato, per segnare il gol del vantaggio.

La Roma ci ha messo un po’ a riorganizz­arsi, la fascia sinistra è rimasta scoperta. Zaniolo e Abraham davanti hanno combinato poco, non hanno sfruttato un’occasione in contropied­e, sono rimasti spesso isolati, con i reparti troppo lunghi e una squadra sfilacciat­a. La Roma ha esercitato uno sterile possesso palla e ha stentato a distenders­i in contropied­e, Silvestri è rimasto a guardare per quasi tutto la partita. Alla fine saranno solo due i tiri nello specchio della porta, uno è stato il rigore. Far ripartire la manovra dal basso non è stato facile, è dovuto arretrare Cristante per mettere ordine. L’Udinese ha avuto l’occasione per chiudere la partita, poco prima del ri

poso Makengo ha colpito la traversa. Mourinho a questo punto ha perso la pazienza, Cristante ha allargato le braccia, con un gesto che manifestav­a impotenza. Makengo è stato tra i migliori, è andato a fare pressing alto e ha assistito le punte, Jajalo è rimasto più sulle sue per occuparsi di Pellegrini, che non ha brillato fino al rigore concesso per un fallo di mano di Zeegelaar, contestato dai friulani.

UN ATTACCANTE DIETRO L’ALTRO.

Sulla fascia sinistra la Roma ha rischiato di perdere la partita e Mourinho nella ripresa è dovuto correre ai ripari. Prima ha messo El Shaarawy davanti a Zalewski nel 3-4-3 e ha tolto Oliveira, bocciato dopo i primi 45 minuti con poca aggressivi­tà. A metà della ripresa Mourinho ha cambiato ancora in attacco. Ha sostituito lo spento Abraham con Shomurodov e con Felix ha retrocesso El Shaarawy al posto di Zalewski. Nel finale ha aggiunto anche Veretout e Perez, alla ricerca del pareggio con la forza della disperazio­ne ma con poche idee. Alla mezz’ora l’unico sussulto, il tiro cross di El Shaarawy è stato deviato da Silvestri e i tiri di Veretout e Pellegrini respinti dai difensori. L’Udinese ha continuato ad avere il controllo della partita, ha rischiato poco. Zaniolo e Abraham hanno continuato a girare a vuoto. Neanche i difensori saliti in appoggio hanno migliorato la situazione. La Roma si è sbilanciat­a troppo, nel recupero i nuovi entrati sui tentativi di Pussetto e Samardzic Rui Patricio ha evitato il tracollo. Subito dopo ci ha pensato Pellegrini. Domenica nel derby ci vorrà un’altra Roma.

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