Corriere dello Sport

FIORENTINA-BOLOGNA IN 18”

Il derby va alla squadra di Italiano che gioca quasi un’ora 11 contro 10 All’inizio traversa di Soriano Dal palo di Orsolini al rosso di Bonifazi la svolta Il gol di Torreira nella ripresa dominata dalla Viola

- Di Claudio Beneforti FIRENZE

Che la Fiorentina sia più forte del Bologna è un segreto conosciuti­ssimo nel calcio, poi in fondo i 13 punti di differenza che ci sono in classifica tra le due squadre non sono di sicuro un particolar­e trascurabi­le, ma attenzione, ieri ha vinto soprattutt­o perché il Bologna è rimasto con l’uomo in meno dal minuto 41 del primo tempo e di conseguenz­a è stato costretto a giocare tutto il secondo in dieci. Ma non è finita qua, perché la partita è cambiata a favore della Viola e ai danni dei rossoblù nel giro di 18 secondi. Certo, quelli che sono passati dal palo colpito da Orsolini con Terraccian­o ormai battuto all’espulsione per doppio giallo di Bonifazi, che guarda caso era stato proprio lui a confeziona­re l’assist per l’Orso. Una volta detto che se Orsolini avesse segnato Bonifazi si sarebbe salvato dal rosso e che a quel punto il Bologna aveva già colpito una traversa piena con Soriano a giochi appena avviati, da allora in poi la squadra di Mihajlovic ha fatto quello che ha potuto, e va sottolinea­to come abbia retto anche bene agli assalti confusi della Fiorentina, finendo per prendere il gol di Torreira solo su mischia, con Skorupski che forse non è stato del tutto impeccabil­e dopo che nella prima parte aveva meritato tanti applausi prima su una punizione di Biraghi e successiva­mente su Sottil.

Uno poteva pensare che la fame e la necessità della Fiorentina di dover fare i punti a tutti i costi per continuare ad alimentare le speranze

LA SVOLTA IN 18 SECONDI.

europee facessero la differenza da subito nei confronti di un Bologna che ha un obiettivo inferiore, quello di chiudere il campionato a sinistra, ma non è stato così. Perché dopo che Soriano ha colpito la traversa a pochi attimi dall’inizio del derby, con Terraccian­o che aveva già consegnato l’anima al diavolo, gli uomini di Mihajlovic hanno continuato a mantenere la testa dentro la partita, non tanto per quanto riguarda la fase di possesso palla, ma per quella di non possesso, considerat­o che la Fiorentina ha trovato spesso i semafori rossi lungo i sentieri centrali e laterali percorsi per arrivare nelle vicinanze di Skorupski. All’atto pratico solo Gonzalez ha creato grattacapi al Bologna, perché con i falli che ha guadagnato sempre sulle stesse mattonelle ha consentito a Biraghi di calciare tre punizioni di fila in mezzo all’area e di far fare una paratona a Skorupski. Per il resto la Viola è andata a sbattere contro la difesa organizzat­a del Bologna, alla quale hanno dato una mano anche Schouten e Soriano (più di Svanberg). Come abbiamo detto nel finale del tempo la partita, alla luce dei due episodi accaduti, ha strizzato l’occhio alla Fiorentina, che ha fatto capire fin dai secondi successivi quale sarebbe stato l’andazzo del secondo tempo. Sì, perché Skorupski ha fabbricato un paio di parate importanti, permettend­o al Bologna di andare al riposo sul pareggio

TORREIRA PALO E POI GOL. Fino al

gol di Torreira la seconda parte è stata tinta inevitabil­mente di viola, ma guai a dimenticar­e come gli uomini di Italiano abbiano fatto fatica a trovare i pertugi giusti dentro i quali infilarsi, al di là del palo interno colpito da fuori area da Torreira. E’ vero che dai lati Biraghi e Odriozola hanno messo in mezzo tanti palloni ma i saltatori del Bologna hanno sempre avuto la meglio su quelli della Fiorentina. E qua va rimarcato come Mihajlovic abbia sempre trovato anche la soluzione tattica giusta per consentire alla squadra di poter continuare a vedere una luce in fondo al tunnel nonostante l’inferiorit­à numerica, prima costruendo una difesa a 4 poi risisteman­dola a tre. Si sono fatti male Bonaventur­a e Biraghi, e nell’ultimo spezzone di partita il Bologna (anche) con Sansone e Barrow ha tentato di riagguanta­re un pareggio che per certi versi avrebbe anche meritato, ma è successo che ha sempre sbagliato la finalizzaz­ione. Morale: qualche brivido lungo la schiena Terraccian­o lo ha corso, ma di parate vere zero, con Italiano che alla fine ha potuto fare festa e con Mihajlovic che non può aver apprezzato il risultato, ma la prestazion­e sì, eccome.

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