Torreira: È qui la mia felicità
Dopo aver segnato, è corso velocissimo sotto la Curva Fiesole. Questione di feeling, quello che Lucas Torreira, a Firenze, ha sentito subito fortissimo. «La cosa più importante è trovare la felicità sia dentro che fuori dal campo ed io qui la sto trovando. Questa è una vittoria importante, non ci nascondiamo: vogliamo lottare per riportare la squadra in Europa. C’è ancora tanta strada, ma puntiamo a restare attaccati al treno. Il futuro? Il mio cartellino è dell’Arsenal, vedremo quello che succederà». L’uruguaiano è diventato uno dei pilastri del gioco di Italiano: magari la sosta potrebbe offrire l’occasione per incontrare i dirigenti inglesi e gettare le basi di un riscatto, consapevoli che serviranno 15 milioni di euro. Il giocatore ha già detto la sua.
VITTORIASPORCA. Qualità in fase di impostazione e attaccamento alla maglia non mancano. «C’è un’atmosfera incredibile nello spogliatoio, lo testimoniano gli abbracci a fine partita. Forse questa, è stata la vittoria meno….pulita: è vero, il Bologna era in inferiorità numerica, ma è stato comunque difficile da sorprendere». Quanto alla licenza concessagli dall’allenatore di spingersi più avanti, Torreira spiega: «Cerco di essere ovunque, voglio aiutare la squadra. Gli av
versari ormai mi conoscono e mi vengono a prendere: devo trovarmi lo spazio e l’allenatore mi permette di avanzare. Domenica scorsa ero andato vicino al gol, stavolta (dopo aver colpito pure un palo, ndc) ce l’ho fatta».
IL CORO. L’analisi dell’uruguaiano è precisa: «C’era un po’ di nervosismo, dal momento in cui la vittoria mancava da qualche partita (dal 20 febbraio, con l’Atalanta, ndc). E poi ci abbiamo messo un pizzico di frenesia di troppo, serviva più pazienza. Alla fine, però, è andata bene». La felicità è stata persino doppia. Perché al Franchi, tra gli spettatori, c’era anche papà Ricardo, diventato un tifoso viola aggiunto. Magari, avrà ripreso pure il coro che la Curva Fiesole ha dedicato per la prima volta al figlio, «Picchia per noi, Lucas Torreira». Perché chi lotta col cuore, a Firenze, vale sempre di più.