Corriere dello Sport

Sotto il segno di Daniel

- di Andrea Barocci

Questo derby è stato una delusione. Ovviamente per quelli che avevano pronostica­to una Fortitudo stritolata dalla potenza, dal talento, dall’abbondanza di campioni della Virtus. Perché, nonostante il grande divario con le V nere, la Effe ha giocato sino alla fine con energia e coraggio, ed egregiamen­te in difesa, ritrovando un Groselle più che decente e qualche numero di Frazier. Il tutto alla fine non è bastato, ma ha dato vita ad una partita vibrante e incredibil­mente incerta sino agli ultimi secondi. In più, l’impronta tattica data da coach Martino alla sua squadra potrebbe aver lasciato intraveder­e ad altre squadre come contenere la corazzata bolognese.

Perché hanno vinto le V nere? Sì, certo, panchina e uomini da far paura. Ma ad evitare una clamorosa disfatta è stato soprattutt­o l’ultimo arrivato, Hackett, che con 17 punti, ben 7 rimbalzi e 4 assist ha illuminato la regia in una serata dove il genio di Teodosic non ha brillato come sempre. L’ex azzurro (ex? chissà...) è stato preso proprio per questo: dare alla Virtus quella faccia cattiva, offensivam­ente e difensivam­ente, che serve nei momenti caldi.

Da questo derby la Fortitudo esce con una nuova speranza, anche se non sarà facile agganciare almeno una delle formazioni che la precedono. Però ora può contare su un gruppo che, tra mille difetti, di costruzion­e e di uomini, ora appare molto più unito; e su un talento assoluto come Procida, che in molti pronostica­no come seconda scelta del prossimo Draft NBA. Ieri l’ala piccola non solo ha confermato di possedere tiro da tre e clamorose doti atletiche: ha anche dimostrato una freddezza che, a soli 19 anni, lascia intuire un futuro da sogno.

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