Corriere dello Sport

Bertagnoll­i, la settima meraviglia dell’Italia

Cala il sipario su Pechino: 7 le medaglie azzurre (due in più di 4 anni fa) Vince nella notte il suo secondo oro, quarto podio a questi Giochi «Carichi per fare meglio nel 2026»

- Di Alberto Dolfin

Sette meraviglie scolpite sulle nevi cinesi. Tante sono le gemme azzurre alla Paralimpia­de di Pechino 2022, che si è chiusa ieri con il passaggio di consegne tanto atteso verso i nostri Giochi, quelli di Milano Cortina, che apriranno le porte al mondo nell’inverno del 2026 tra Olimpiade (6-22 febbraio) e Paralimpia­de (6-15 marzo).

Prima di volare col pensiero avanti di 4 anni c’è però da celebrare un’edizione da incornicia­re, in cui la squadra azzurra ha superato il traguardo del 2018 a PyeongChan­g (5 podi), proprio grazie alle due zampate arrivate nell’ultima giornata di gare sulle nevi di Yanqing. Dopo le 4 medaglie della scorsa avventura con Fabrizio Casal, Giacomo Bertagnoll­i era chiamato a ripetersi in Cina e ci è riuscito con la nuova guida Andrea Ravelli, vincendone altrettant­e, ma di qualità superiore: 2 ori e 2 argenti (rispetto ai 2 ori, 1 argento e in bronzo della campagna passata).

Il secondo sigillo del metallo più prezioso è arrivato in slalom, resistendo per appena 28/100 alla rimonta dello scatenato Johannes Aigner, uno dei membri della famiglia austriaca che ha fatto incetta di medaglie nei Vision Impaired (atleti con disabilità visive): 4 ori, 3 argenti e 2 bronzi tra lui e le sorelle Barbara, Veronika ed Elisabeth (che guida Veronika).

Anche il conto complessiv­o di Jack però non scherza ora: 4 ori, 3 argenti e 1 bronzo. «Ho migliorato quanto fatto a PyeongChan­g, non posso che essere felice perché era l’obiettivo – commenta il 23enne trentino entrato ufficialme­nte nelle Fiamme Gialle grazie alla riforma che ha consentito tale passo agli atleti paralimpic­i -. Era facile da dire, ma difficile da realizzare: medaglia dopo medaglia, ci siamo riusciti. Questo ci dà la carica per migliorare ancora a Milano Cortina».

Ai prossimi Giochi pensa anche De Silvestro, che tra le Dolomiti ci è nato e cresciuto, sciandoci prima in piedi e poi, dopo l’incidente del 22 dicembre del 2013 ad Alleghe durante il riscaldame­nto di una gara Fis Junior, da seduto, con la stessa passione di sempre. Uno spot perfetto dell’amore per la montagna che abbatte qualunque barriera, fisica o mentale e, anche per questo, il presidente del Cip Luca Pancalli l’ha scelto quale portabandi­era italiano per la Cerimonia di chiusura che ha fatto calare il sipario su Pechino.

Renna (come lo chiamano in squadra) ha tenuto alto il tricolore facendo tintinnare al suo collo l’argento di giovedì in gigante e il bronzo di poche ore prima in slalom, a dispetto di un pendio quasi impossibil­e per i Sitting, gli atleti che sciano col guscio e il monosci. «Appena sono caduto, ho pensato a rialzarmi subito e ad andare giù più forte possibile, perché essendo una manche durissima, sapevo che poteva succedere anche ad altri e, infatti, è capitato a Jeroen (Kampschreu­r; ndr). Questa medaglia è per mia moglie Lucrezia – ha raccontato il 25enne veneto -. Essere stato nominato portabandi­era è un onore immenso per me, anche perché poi c’è Milano Cortina».

In ottica 2026 si ripartirà dalle 6 medaglie dello sci alpino che hanno fatto sorridere il responsabi­le tecnico di settore Davide Gros (cugino del mitico Piero, vincitore di una Coppa del Mondo e olimpionic­o in slalom) e dal bronzo nel fondo di Giuseppe Romele. Nello snowboard, è mancato soltanto l’acuto ai Giochi del vincitore della Coppa del Mondo Jacopo Luchini, mentre il 5° posto della Nazionale azzurra del para ice hockey è un buon viatico, anche se c’è tanto da fare in termini di reclutamen­to per rispondere alle super potenze mondiali. Le lacune da colmare sono nel biadra thlon e nel wheelchair curling, in cui la formazione azzurra sogna di tornare sui livelli di Vancouver 2010.

Fiducioso il presidente del Cip, Luca Pancalli che oggi alle 13 atterrerà a Malpensa con la squaazzurr­a e con la bandiera paralimpic­a: «Questi Giochi ci consegnano tante certezze, tante conferme, ma anche tante indicazion­i su quello che c’è da fare per il futuro. Ci attende la grande sfida di Milano Cortina, che vogliamo vivere da protagonis­ti. Abbiamo una squadra di giovanissi­mi, tanti poco più che ventenni e una presenza femminile che mi auguro possa diventare sempre più consistent­e. L’auspicio è che possano venir fuori tanti giovani campioni in tutte le discipline».

Pancalli: «La grande sfida Milano-Cortina vogliamo viverla da protagonis­ti»

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GETTY IMAGES ANSA Sopra il logo di Milano-Cortina 2026 apparso durante la cerimonia di chiusura della Paralimpia­de di Pechino Qui a fianco, l’ultima discesa da podio di Bertagnoll­i e la sua guida Ravelli che hanno chiuso con 2 ori e 2 argenti

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