Corriere dello Sport

Missili a un passo dalla Ue Russia-Ucraina, nuovo round

Presa di mira la base militare di Yavoriv: feriti alcuni olandesi Delegazion­i in videoconfe­renza Ieri ucciso un giornalist­a Usa che riprendeva la fuga dei rifugiati

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Imissili russi a venti chilometri dall’Europa. Nell’ennesima giornata drammatica per l’Ucraina, con decine di raid nelle città assediate e l’uccisione alle porte di Kiev del giornalist­a americano Brent Renaud, che stava filmando l’evacuazion­e di un gruppo di rifugiati, Mosca ha alzato ancora il tiro e preso di mira la base militare di Yavoriv, a un tiro di schioppo dal confine polacco.

Un raid che ha provocato almeno 35 vittime e 134 feriti, secondo le autorità ucraine, colpendo anche diversi stranieri. La struttura si trovava a una cinquantin­a di chilometri da Leopoli, a ovest ritenuta finora relativame­nte sicura, dove ieri per la prima volta in 18 giorni di guerra le sirene d’allarme hanno suonato anche di giorno, come del resto in quasi tutte le province del Paese. Secondo Mosca, la base era stata convertita in un centro d’addestrame­nto per la legione straniera di combattent­i, oltre che in deposito per gli aiuti militari degli alleati di Kiev. In assenza di conferme ufficiali, dai Paesi Bassi è arrivata la notizia di diversi feriti olandesi, riferita dal coordinato­re delle brigate volontarie, Gert Snitselaar. Mentre i media portoghesi parlano di quattro connaziona­li “irraggiung­ibili” dopo essere partiti per combattere in Ucraina. Nella struttura sarebbero stati presenti anche diversi americani, britannici e australian­i. «Continuere­mo a eliminare i mercenari stranieri», ha minacciato ancora Mosca.

Così mentre si allarga sempre

più a ovest, la guerra di Putin continua a martellare le regioni da giorni sotto assedio. I raid hanno colpito a più riprese Mykolaiv, una sessantina di chilometri a nord-ovest di Kherson, già presa dai russi. Le vittime confermate dalle autorità locali sono almeno 11. Il governator­e Vitaly Kim ha denunciato il bombardame­nto di una scuola, mostrando le immagini dell’edificio in macerie, dove sono stati accertati due morti e due feriti. Sulla via per Odessa, la città portuale è nel mirino nell’avanzata strategica di Mosca, che punta a saldare le repubblich­e separatist­e di Donetsk e Lugansk, nel Donbass, con la Crimea, bloccando all’Ucraina l’accesso al mar d’Azov.

I raid continuano anche intorno a Kiev, nei cui sobborghi - come a Irpin, dove si è consumata la tragedia del reporter Usa - si fa sempre più minacciosa la presenza russa. E mentre crescono i moniti Nato alla Russia sulle conseguenz­e di un eventuale uso di armi chimiche, il capo della polizia ucraina di Popasna nell’oblast di Lugansk, Oleksi Bilochytsk­y, ha accusato l’esercito nemico di aver colpito la città con ordigni al fosforo, denunciand­o “sofferenze indescrivi­bili e incendi”. La situazione umanitaria resta drammatica. Secondo l’Onu, le vittime civili sono salite a 596, tra cui 43 bambini, e i feriti a 1.067. Le autorità di Mariupol, alle porte del Donbass, forniscono un bilancio ancora più pesante, parlando di 2.187 uccisi, con almeno 22 bombardame­nti contro obiettivi civili in 24 ore. Le persone evacuate con i corridoi umanitari sono oltre 140 mila, mentre per l’Unhcr i rifugiati ammontano ormai a 2,7 milioni. Circa un milione di persone resta poi sotto assedio senza gas e riscaldame­nti. Sembra rientrato l’allarme sicurezza alla centrale nucleare di Chernobyl, dove le forniture elettriche sono riprese regolarmen­te.Intanto oggi riprendera­nno i colloqui tra la delegazion­e russa e quella ucraina ancora in videoconfe­renza. Come annunciato dal portavoce del Cremlino.

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Qui sopra un edificio distrutto a Kharkiv in Ucraina In alto una scuola colpita dalle truppe russe a Nikolaev
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ANSA Il giornalist­a Usa ucciso a Irpin
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