Il cuore grande della Juve e i sorrisi dei bimbi ucraini
Portate in salvo 80 persone Poi il tweet di Agnelli per la compagna: «Deniz, sono orgoglioso»
Missione (umanitaria) compiuta. Ieri mattina, infatti, sono arrivati a destinazione i bus della Juventus che venerdì erano partiti dalla Continassa in direzione Zahony (Ungheria) con il doppio obiettivo di trasportare beni di prima necessità per affrontare l'emergenza e di trasferire in Italia circa 80 persone ucraine in fuga dalla guerra. Si tratta soprattutto di bambine, bambini e ragazzi insieme ad alcune mamme, accolti all'Hotel Santa Maria di La Morra in provincia di Cuneo, messo a disposizione da Regione Piemonte e Protezione Civile. La delegazione bianconera era composta da circa 20 persone, tra cui l'amministratore delegato Maurizio Arrivabene, il responsabile dell'area medica del club Luca Stefanini e Deniz Akalin («Orgoglioso di te Deniz, orgoglioso di te Juventus. Fino alla fine», il tweet di Andrea Agnelli accompagnando un cuore e la bandiera ucraina), l'operazione si è resa possibile grazie all'impegno di tutti i dipendenti della
Juventus e facilitata a Zahony dal Console Generale ungherese Jeno Csiszar.
Nella delegazione bianconera c’erano la Akalin, Stefanini e Arrivabene
IL RACCONTO. Così il sito ufficiale del club racconta la felice riuscita dell'iniziativa, resa pubblica solo dopo che era iniziato il delicato viaggio di ritorno: «Un viaggio di 2800 chilometri, fra andata e ritorno, che ha permesso di portare in Italia circa 80 persone, in stragrande maggioranza bambine, bambini e ragazzi, insieme ad alcune mamme: alcuni di loro fanno parte delle scuole calcio ucraine, e sono stati recuperati anche grazie all’impegno di Alex Velykykh, originario di Donetsk, attraverso la Federazione Calcio ucraina. Un lungo viaggio, terminato con un momento serenità per bambine, bambini, mamme e ragazzi che da oggi possono cercare di lasciare alle loro spalle l’orrore da cui sono fuggiti e guardare al futuro».