Corriere dello Sport

Fondi in azione dopo il Milan i nerazzurri

Investcorp e Ares Capital vogliono sbarcare all’ombra del Duomo e ci riprovano con il club di Zhang

- Di Massimo Basile NEW YORK

Il gruppo del Bahrain e l’holding statuniten­se avevano presentato un’offerta congiunta a Elliott per i rossoneri prima di essere scavalcati da RedBird

«Chi non compra il Milan, compra l’Inter». Ipotesi, supposizio­ne, o previsione? Nei giorni trascorsi dai dirigenti nerazzuri a New York, a fine maggio, si è parlato anche del futuro del club. Il ceo Alessandro Antonello, accompagna­to da un team formato, tra gli altri, dal direttore ricavi Luca Danovaro, la direttrice Global Marketing & Parthnersh­ip Barbara Biggi e un rappresent­ante della banca d’affari Goldman Sachs, ha partecipat­o a una serie di eventi ufficiali, tra cui il Gala della Serie A al Met e il blitz in un ristorante di Little Italy dove sono stati accolti dai tifosi. Non si sa se in quei giorni ci sono stati incontri nel cuore finanziari­o americano. E non è chiaro il tenore della frase pronunciat­a da uno dei membri del gruppo e ascoltata da persone presenti a uno dei due incontri pubblici. Ma da verifiche fatte dal Corriere dello Sport-Stadio risulta che l’Inter è nel mirino di gruppi finanziari, e tra questi ci sarebbero i due “bidders”, seguiti da Goldman Sachs, che avevano presentato un’offerta congiunta per il Milan di Elliott (poi ceduto a RedBird): Investcorp, società del Barhain e Ares Capital, holding americana.

La prima, attraverso il direttore alla comunicazi­one Firas El Amine ha risposto «no comment from us», nessun commento da parte nostra, alla richiesta di conferma o smentita dei rumors. Il portavoce dell’Inter non ha risposto a una nostra richiesta scritta. Da Ares, silenzio. Negli Usa non si smentisce qualcosa che potrebbe risultare vera, per paura che i media la usino come un martello. Questo non significa, al momento, molto altro. Nel caso di Investcorp, anche fosse interessat­a non si esporrebbe per non rischiare di restare due volte a mani vuote. Lo stesso vale per Ares. Il passaggio da una trattativa con il Milan a una con l’Inter non è automatica, anche perché si parla di investimen­ti da oltre un miliardo di euro, ma a New York i broker concordano: chi ha fatto una grossa offerta per acquistare il Milan non si arrenderà facilmente. Investcorp, uffici anche nella Grande Mela, ha un patrimonio di quaranta miliardi di dollari, punta a salire a cento nei prossimi anni e sfidare i cugini arabi protagonis­ti con Psg e Manchester City, e il fondo Pif che ha acquisito il Newcastle. Sono fondi sovrani che utilizzano ricavi dalla vendita di petrolio e gas, mentre Investcorp gestisce il patrimonio di emiri. Lo stesso vale per Ares, che ha clienti privati.

Per entrambi la Serie A resta bersaglio ambito per due motivi: politici e economici. Gli emiri puntano a sviluppare relazioni in Europa, offrire una immagine più rassicuran­te anche per uscire dall’isolamento del duopolio Usa-Cina. Un anno fa la rivista americana The Athletic aveva parlato dell’idea dell’Arabia Saudita di candidarsi con l’Italia per ospitare i Mondiali 2030. Lo sceicco Mansour bin Zayed ha appena acquisito il Palermo, e la Lega ha confermato che la Supercoppa tra Milan e Inter si disputerà a Riad, in Arabia Saudita. Lo stesso vale per gli americani: l’amministra­zione Usa garantisce enormi sgravi fiscali a chi investe in Europa, per contrastar­e la penetrazio­ne cinese. Anche per loro c’è la necessità di far fruttare in fretta l’enorme liquidità derivata dal boom degli ultimi anni. L’Inter, per fascino e possibilit­à di sviluppo, come il nuovo stadio, rappresent­a una possibilit­à, ma potrebbero esserci altre società nel mirino. In pratica, parafrasan­do la frase di partenza, chi non compra l’inter, compra un altro club.

Interessi politici ed economici dietro la nuova iniziativa

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Mohammed Al Ardhi presidente esecutivo di Investcorp

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