Nadal chiama Sonego a rete per dargli lezione. Poi si scusa
Rafa vince senza problemi, giocando il suo miglior tennis. Lorenzo non c’è, subisce, si rianima nel terzo set, e s’infastidisce per il richiamo
Èdella Spagna il primo punto del doppio confronto con l'Italia che oggi vivrà il suo secondo atto con la sfida tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Troppo forte Rafa Nadal per Lorenzo Sonego, tornato sul Centrale di Wimbledon dopo il match perso l'anno scorso contro Roger Federer. Una vittoria mai in discussione, quella del maiorchino, che ne rilancia la candidatura tra i favoriti di questo Slam confermando anche la bontà della terapia a cui ha sottoposto il suo piede malandato dopo il Roland Garros.
Sollevato dal dolore che ne aveva condizionato le prestazioni funestando finanche il suo fine carriera, la testa di serie n.2 ha impiegato poco più di un'ora per portarsi sul 2-0 in un crescendo di colpi e soluzioni che non lasciavano trasparire alcun indizio circa le precarie condizioni fisiche con cui ha dovuto fare i conti in questa prima metà di stagione.
Se l'anno scorso la sconfitta per Sonego aveva in sé il suono riconciliante del "puf...puf... puf" del tennis dello svizzero, quest'anno i colpi usciti dalla racchetta dello spagnolo hanno risuonato per lui su quello stesso campo come i rintocchi di un'inesorabile sentenza. A ritardarne l'esecuzione non poteva bastare l'ottimismo con cui l'italiano si era calato nel match («l'erba è la superficie migliore per provare a batterlo»), occorreva anche altro: una strategia, poca propensione all'errore e la capacità di mantenere il suo gioco su standard più elevati rispetto alle sue ultime uscite. Al contrario, fin dalle prime battute, Nadal ha cominciato a macinare gioco tessendo una tela che in breve ha finito col soffocare il piemontese.
Travolto da tutto il repertorio di colpi messo in campo dallo spagnolo, e sfiduciato dai numerosi errori in cui è incappato nel tentativo di arginarne le scorribande, a Sonego va dato almeno merito di non aver alzato bandiera bianca. Ma la lezione è di quelle severe, perché era da tempo che non assistevamo a un Sonego così impotente di fronte al tennis altrui, lui che sempre con tempra e coraggio
era riuscito a colmare le iniziali distanze che lo separavano da avversari dal ranking migliore.
Per quanto severa però non cancella quanto di buono fatto dall'azzurro durante il torneo, autore di due vittorie diverse tra
loro ma altrettanto convincenti per conduzione e caratura degli avversari. Farne tesoro sarà adesso importante per calibrare bene i prossimi step, magari ripensando e ripartendo da quell'ottavo game del terzo set in cui Sonego è riuscito a strappare a zero il servizio al suo avversario.
In nessun altro sport le cose possono cambiare così in fretta come nel tennis, e anche se Nadal si è dimostrato ancora una volta impermeabile a crisi di questo tipo restituendo subito il break, quel po' di nervosismo da lui tradito per l'unico passaggio a vuoto che ha concesso all’azzurro l’unico break della partita. E qui le proteste di Nadal. Il maiorchino si è lamentato prima con l’arbitro quindi con lo stesso Sonego, “convocato” a rete, per rimproverargli un grido di troppo durante lo scambio. Un siparietto che si è ripetuto al termine del match (6-1 6-2 6-4), con il torinese visibilmente contrariato e lo spagnolo con un altrettanto visibile piglio da maestro.
«Mi dispiace moltissimo se gli ho dato fastidio - ha poi dichiarato lo spagnolo a fine match - volevo dirgli qualcosa e volevo farlo in modo gentile e mi dispiace tantissimo che ci sia rimasto male» .
E sempre colpito da un senso di colpa per quel rimprovero a rete, Nadal ha esaltato Lorenzo: «E' stato senza dubbio il mio miglior match a Wimbledon, e Sonego è stato l'avversario più pericoloso che abbia affrontato qui, si è dimostrato ottimo giocatore sull'erba e gli faccio i miei migliori auguri», ha sottolineato a caldo Rafa, atteso ora agli ottavi da Van De Zandschulp.
«Gli infortuni hanno condizionato tutta la mia carriera ma sono grato di poter giocare ancora alla mia età, dieci anni fa non pensavo di poterci arrivare», ha infine aggiunto. Né tantomeno di ritrovarsi a quattro partite di distanza dal suo terzo Slam stagionale. Ma questo, Rafa, lo ha tenuto per sé.
KIRGYOS-TSITSIPAS, TENSIONE.
Vince Kirgyos in poco più di tre ore, 5 set e tie-break. Urla, proteste e palline volanti: all’inizio del terzo set Kyrgios chiede al giudice di linea e al supervisor la squalifica di Tsitsipas per aver scagliato la palla sugli spalti per frustrazione e aver quasi colpito un tifoso delle prime file. Proteste vibranti dell’australiano che per diversi minuti si rifiuta di giocare. Partita comunque spettacolare.
«Mi dispiace molto volevo solo essere gentile. Sonego il più pericoloso»