Italia a tutta per trasformare l’argento in oro
Azzurri a caccia del titolo iridato (ore 20 Rai3) Campagna: Non siamo appagati ci aggrappiamo a ogni cosa per vincere. Spagna non ti temiamo
L’ultima notte è stata per molti ragazzi del Settebello una specie di clessidra senza fine, con i minuti così lunghi da diventare una tortura. Per altri, per i veterani, quelli abituati a certe attese, la vigilia della finale è passata subito. Fanno questo effetto strano le partite che contano, figuriamoci questa gara contro la Spagna (ore 20, diretta Rai3) che vale il titolo mondiale, la gloria e la grandezza. E pure la rivincita, visto che è con gli spagnoli che l’Italia ha perso l’unica partita nella piscina di Budapest (nel girone, 14-12). Non basta: è pure il replay della finalissima 2019, quella l’Italia vinse 10-5. «Siamo una squadra matura», aveva detto Sandro Campagna dopo la vittoria contro la Grecia in semifinale. La maturità sarà fondamentale. Lo sa bene il ct azzurro, sedici mondiali disputati in carriera tra giocatore e allenatore, e che ora si affaccia sulle possibilità di vittoria del terzo titolo. «Il punto è uno solo - commenta -, le finali si vanno ad acchiappare, non te le lasciano, devi prendere in mano la situazione e andare a prenderle».
MOMENTI. Per il Settebello è l’occasione di vincere il quinto titolo (’78, ’94 e poi 2011 e 2019 proprio con Campagna ct). Tutti hanno un significato speciale, ma quello che verrà assegnato oggi ha addosso un peso unico: gli anni della pandemia, le difficoltà economiche per un movimento che ha sofferto più di altri, e ancora le delusioni alle Olimpiadi di Tokyo. Campagna assicura che «no, la sto vivendo in maniera tranquilla, più sereno rispetto ad altri anni». Un discorso non lo ha ancora preparato. O così dice lui. «Mi verrà al momento», scherza. Oro o argento, l’Italia della pallanuoto ha comunque già fatto vedere cosa vale.
Ma certo, perché fermarsi proprio sul più bello? «Alla vigilia di una finale ci sono due strade: o sei appagato o sei arrapato e allora ti aggrappi a ogni cosa per provare a vincere». Va da sé, sorride ancora Campagna, l’augurio per i suoi ragazzi è uno solo. «La seconda ipotesi, sì». Anche perché fin qui «tutto è andato bene, abbiamo avuto quarantotto ore piene di recupero, per gestire il lavoro fisico e tecnico e quello al video».
Il ct carica: Si deve prendere in mano la situazione, ogni palla avrà un peso
RICORSI. A Shanghai, nel 2011, la Spagna era finita ko ai quarti di finale. Nel 2019, a Gwangju, gli iberici dovettero inchinarsi allo strapotere azzurro in finale. Da lì in poi la Spagna ha raccolto un secondo posto all’Europeo e un quarto posto all’Olimpiade. «Noi abbiamo avuto qualche passaggio a vuoto. Abbiamo ricostruito la squadra, ci siamo».
E’ la stessa Spagna che il Settebello aveva affrontato tre anni fa in Corea del Sud. «La stessa con in più Famera, e quindi è migliorata ulteriormente. In termini di automatismi rispetto a noi sono avanti, questo sì. Però questo non ci spaventa».
Aspetti che contano anche se la finale di un Mondiale si regge su leggi dell’universo tutte sue. Di sicuro, dice ancora Campagna, «non sarà la partita del girone. Quella era finita con molti gol, troppi. Nel corso del torneo il livello si è alzato». Dunque sarà una gara «più nervosa». Conteranno i dettagli, «ogni pallone avrà un peso» e «bisognerà stare sempre dentro al gioco». Insomma, ci vorranno tutte quelle cose che rendono enorme l’attimo fragile e bellissimo di una finale.