Attacco al Donbass L’Ucraina chiede armi
La presa di Lysychansk sarebbe vicina, la capitale allo stremo Londra ha reagito alla nuova incriminazione di altri due britannici catturati dai russi
ROMA - Dopo la presa di Severodonetsk, le forze russe continuano a martellare la città gemella di Lysychansk, ultima roccaforte ucraina nell’oblast di Lugansk, nel tentativo di aprirsi la strada verso Sloviansk e Kramatorsk, nel Donetsk, e conquistare l’intero Donbass. «Lysychansk è nostra! Siamo nel centro», esulta il leader ceceno Ramzan Kadyrov, alleato di Vladimir Putin, che però aveva annunciato anche la caduta di Severodontesk diverse settimane prima che accadesse realmente. Gli stessi separatisti filorussi riferiscono solo che la città è “completamente circondata” e che “le truppe ucraine non sono in grado di uscirne”.
La presa di Lysychansk sarebbe però solo “una questione di ore”, insistono i ceceni. Dal canto suo Kiev smentisce e parla di duri scontri, mentre secondo l’ultimo rapporto degli 007 britannici a Lysychansk le forze russe fanno “piccoli progressi”, con attacchi aerei e di artiglieria, e le forze ucraine probabilmente continuano a bloccare le truppe russe nella periferia sud-orientale della città. «Nell’ultimo giorno gli occupanti hanno aperto il fuoco con tutti i tipi di armi disponibili - ha affermato il governatore del Lugansk Sergey Gaidai
- Le case nei villaggi attaccati stanno bruciando una ad una». Nella regione di Sumy, nell’Ucraina nordorientale, sono stati sparati nelle ultime 24 ore circa 270 missili di vario calibro. Lo ha riferito il governatore regionale, Dmytro Zhivytsky. I russi hanno lanciato bombe a grappolo su Sloviansk, uccidendo 4 persone e ferendone altre 7, ha denunciato il capo dell’amministrazione della città, Vadym Lyakh, mentre a Kremenchuk, nell’Ucraina centrale, i soccorritori hanno concluso la rimozione delle macerie dal centro commerciale colpito da un missile il 27 giugno: il bilancio delle vittime è salito ad almeno 21 morti e 66 feriti. Missili continuano a piovere anche sulla regione di Sumy nel nordest del Paese: sono stati almeno 270 solo nelle ultime 24 ore, secondo le autorità locali. Anche Mykolaiv, la città del sud che fa da scudo a Odessa, si è svegliata al suono di forti esplosioni: sarebbero stati 10 missili lanciati dalle zone occupate della vicina Kherson contro il porto e altre infrastrutture industriale, sostengono fonti locali senza fornire un bilancio di eventuali vittime. L’Ucraina sta “attivamente” negoziando l’invio di nuove armi dai propri partner per “togliere la superiorità ai russi. E’ necessario per il Donbass, per la regione di Kharkiv, per il sud”, così Zelensky nel suo video-intervento notturno durante il quale ha ringraziato gli Usa per il pacchetto di intervento da 820 milioni.
Intanto, Londra ha reagito alla nuova incriminazione di altri due cittadini britannici catturati dai russi nel Donbass, che rischiano come altri tre “mercenari” già giudicati la pena di morte. «Condanniamo lo sfruttamento dei prigionieri di guerra e dei civili per scopi politici e ne abbiamo parlato con la Russia - ha detto un portavoce del ministero degli Esteri britannico - Siamo in costante contatto con il governo ucraino sui loro casi e sosteniamo pienamente l’Ucraina nei suoi sforzi per farli rilasciare».