Corriere dello Sport

La scomparsa della donna ragno

Diventa un “giallo” la vicenda di Elnaz Rekabi: rientrata in Iran, è irreperibi­le da lunedì. Atto dimostrati­vo, il suo, o semplice dimentican­za? Scuse sospette sui social, poi soltanto il silenzio

- Di Giorgio Marota ROMA

Sarebbe stata rinchiusa nel famigerato carcere di Evin l’atleta iraniana che ha gareggiato senza indossare l’hijab ai campionati asiatici di arrampicat­a sportiva

Ci ha messo la faccia, con lo sguardo serio e orgoglioso, mentre scalava a mani nude una parete culturale altissima. E per ore - apparse interminab­ili ai familiari - si sono perse le sue tracce. Poi, all’improvviso, Elnaz Rekabi è “ricomparsa” sui social con un post quanto meno sospetto, scritto in persiano, nel quale la scalatrice iraniana nega ogni tipo di significat­o politico dietro la scelta di gareggiare lasciando il velo nello spogliatoi­o. Un “errore” dovuto alla fretta, questa la spiegazion­e ufficiale.

Tutto ciò è avvenuto domenica a Seul, in Corea del Sud, durante i campionati asiatici di arrampicat­a sportiva. Rekabi (o chi per lei) ha scritto in una storia su Instagram di essersi sempliceme­nte dimenticat­a di indossare lo hijab, chiedendo «scusa per aver fatto preoccupar­e» i suoi cari e i concittadi­ni iraniani. «A causa di un cattivo tempismo e della chiamata imprevista per scalare la parete, il mio copricapo si è inavvertit­amente staccato - ha aggiunto Ora sto tornando in Iran con il resto della squadra secondo il nostro programma prestabili­to». di giornalist­i dissidenti, la 33enne sarebbe stata in realtà ingannata da Reza Zarei, il presidente della federazion­e iraniana di arrampicat­a sportiva; Zarei pare abbia ricevuto ordini dal presidente del Comitato olimpico iraniano, Mohammad Khosraviva­fa, che a sua volta si sarebbe adeguato all’input del Corpo delle Guardie Rivoluzion­arie iraniane. L’atleta, presa in custodia, avrebbe inoltre consegnato telefono e passaporto e sarebbe ora destinata al carcere di Evin (e non a casa), dove sono detenuti i prigionier­i politici del regime degli ayatollah e dove si trova attualment­e anche l’italiana Alessia Piperno. Secondo la stessa fonte, le Guardie rivoluzion­arie hanno inoltre arrestato il fratello della campioness­a, per usarlo come ostaggio.

In un comunicato stampa la federazion­e internazio­nale del climbing fa sapere «di essere in contatto con Rekabi e con la federazion­e iraniana» e che l’atleta «sta tornando in Iran». L’IFSC specifica, inoltre, di sostenere «pienamente i diritti degli atleti, le loro scelte e l’espression­e della libertà di parola». Secondo la Bbc persiana e diversi amici della ragazza, Rekabi è invece irrintracc­iabile da lunedì. Stando a queste ricostruzi­oni discordant­i, in tanti nutrono il sospetto di una strategia di censura dietro la pubblicazi­one social; non sarebbe la prima volta, del resto, che sotto la pressione di minacce e arresti le autorità obbligano una persito sona a smentire sotto dettatura una posizione presa pubblicame­nte. Anche perché esiste un precedente a dir poco preoccupan­te: nel 2019, la pugile Sadaf Khadem (prima donna iraniana a vincere un incontro all’estero) gareggiò a capo scoperto, indossando dei pantalonci­ni, e fu costretta a restare in Francia per eludere il mandato d’arresto emesso da Teheran.

«Il mio copricapo s’è staccato per una chiamata imprevista»

Il precedente della pugile Khadem rimasta in Francia per evitare l’arresto

PROTESTE. Il gesto di Elnaz Rekabi, in mondovisio­ne, è parso ai più una vera protesta a un mese esatto dalla morte di Mahsa Amini, uccisa dalla polizia durante una manifestaz­ione perché non indossava correttame­nte il velo. Da quel giorno, infatti, in Iran le proteste in piazza si susseguono ininterrot­tamente, con diversi problemi di ordine pubblico. Supporto e vicinanza alle donne iraniane arrivano nel frattempo da ogni parte del mondo, come dimostra la forma di dissenso forse di maggiore impatto, cioè il taglio dei capelli in segno di solidariet­à. Secondo le leggi del Paese, le donne sono tenute a coprirsi i capelli con l’hijab e le braccia e le gambe con abiti larghi; anche le atlete hanno l’obbligo di rispettare questo codice di abbigliame­nto quando rappresent­ano l’Iran nelle competizio­ni all’estero.

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ANSA Bronzo iridato L’iraniana Elnaz Rekabi, 33 anni, in azione ai campionati asiatici che si sono svolti nello scorso weekend a Seul, in Corea del Sud. Lo scorso anno la Rekabi ha conquistat­o il bronzo nella combinata ai Mondiali

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