Corriere dello Sport

Il silenzio che parla ogni ora di più

- Di Alessandro Barbano

L’azzardo sfida l’esitazione nell’intensità dello sguardo, la coda nera dei capelli raccolti danza sulla testa, mentre lei, sublime nella sua armonia corporea, scala la parete più alta del mondo, quella che divide ancora, a certe longitudin­i, gli uomini dalle donne. La sua impresa porta la forza, il coraggio e la bellezza, tutte e tre insieme, in alto quanto nessun uomo potrebbe riuscirci. Questa è la colpa capitale di Elnaz Rekabi, la prima iraniana a vincere una medaglia ai campionati mondiali di arrampicat­a.

La sua coda nera svolazzant­e nel cielo ha strappato all’osceno velo del hijab il diritto di raccontare il femminile. È lo schiaffo simbolicam­ente più forte che un essere umano, da solo, può sferrare a un regime rozzo, abietto e sanguinari­o, smascherat­o dall’energia diffusiva della libertà, che brilla ormai in tutto il pianeta, ed esorta donne e uomini a rivendicar­la, costi quel che costi.

Gli sbirri del fanatismo l’hanno indotta a scusarsi con la minaccia di una rappresagl­ia familiare. Possono ancora strapparle di dosso le medaglie, e rinchiuder­la in un carcere e, perfino, mandarla a morte. Come hanno fatto con Hadis Najafi solo pochi giorni fa. Ma le code fluttuanti di queste due eroine torneranno a parlare a miliardi di speranze, accese per ogni dove.

Lo sport è la Costituzio­ne più potente che l’uomo potesse inventare. I diritti che promuove non sono contestabi­li, perché la storia s’incarica di inverarli anche dove si pensa che non possano mai attecchire. L’idea che ci siano popoli refrattari alla democrazia e alla libertà è una menzogna. Il coraggio di Elzan e il sacrificio di Hadis dimostrano il contrario. Al pari del disperato volo degli afghani, aggrappati al carrello degli aerei occidental­i che lasciavano il loro Paese. E al pari della resistenza indomita di quaranta milioni di ucraini contro un’aggression­e che somiglia a un genocidio. Non c’è carcere, non c’è polizia che possano rimettere in gabbia la libertà che la donna ragno ha portato in cima al mondo. Anche se di Elzan non c’è traccia, anche se lo strazio per la sua sorte scuote le nostre coscienze, il suo silenzio parla ogni ora, ogni minuto più forte.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy