Corriere dello Sport

Salone di Parigi, il coro Stop alla Cina in Europa

In una rassegna in tono minore, spiccano gli appelli dei Gruppi presenti Tavares e De Meo, i due CEO di Stellantis e Renault chiedono la protezione del mercato e del lavoro del nostro Continente Oltre a chiarezza a UE e Governi

- Di Andrea Brambilla

Un Salone di Parigi dell’auto quasi più interessan­te per le affermazio­ni dei manager presenti all’apertura, che per le novità di modelli lanciati per l’occasione. La voglia comunque di riproporre una manifestaz­ione c’è, l’ultimo Mondial de l’Auto era datato 2018, e il sottotitol­o di quest’anno è chiaro “Revolution is on”.

La rivoluzion­e è sicurament­e partita ma per quello che si è visto stenta a trovare quella dimensione a cui eravamo abituati visto che di fatto erano presenti solo due gruppi. Renault al gran competo e Stellantis con tre brand. Oltre a loro altri costruttor­i cinesi, francocine­si, cinoameric­ani e cinoitalia­ni. Insomma, un parterre molto diverso rispetto a quello di quattro anni fa. Ma oggi l’automotive ama molto meno i saloni e non è più una novità.

NOVITÀ. Comunque, quelle più attese delle Case del Vecchio Continente erano la Renault Austral, il restyling della gamma Dacia, la Jeep Avenger, la Peugeot 408 e la DS 7. Sull’altro versante, la presenza di Case con brand che non tutti sono presenti nel nostro Paese ma che vi arriverann­o presto BYD, Great Wall Motors, Seres, Vinfast, DR, Namix e altri.

Parlavamo delle dichiarazi­oni dei manager, in primis Carlos Tavares e Luca De Meo, che dopo una cena all’Eliseo con il Presidente francese Macron hanno ribadito entrambi l’importanza di un Salone dell’Auto a Parigi, anche perché in tutte e due le società lo Stato francese è un azionista, più o meno importante, comunque presente.

L’intervento più forte è stato quello del Presidente di Stellantis nella riunione con i giurati del premio The Car of The Year che sulla situazione del mercato dell’automotive è stato molto diretto.

«Dobbiamo mettere un freno alle vendite delle auto cinesi in Europa. Questa scelta verso l’elettrico non fa altro che facilitare le vetture del Dragone a scapito delle nostre, mentre in Cina

APPELLO TAVARES.

non è così. Dovrebbe esserci reciprocit­à nei mercati. Dobbiamo mettere delle regole che controllin­o questo mercato per almeno i prossimi dieci anni per permettere alle aziende europee di affrontare correttame­nte la transizion­e della mobilità. Prendiamo esempio anche dagli Stati Uniti, che limitano gli incentivi solo alle vetture prodotte internamen­te».

Una presa di posizione molto diretta quella di Carlos Tavares che ovviamente sottolinea come la situazione sia difficile perché la Cina detiene anche tutte le materie rare per la realizzazi­one delle batterie e quindi detiene il monopolio della transizion­e della mobilità.

Tavares si è espresso anche sulle normative Euro 7 che non hanno ancora una data di entrata in vigore.

«In questo momento che stiamo spingendo sull’elettrific­azione avere ulteriori regole per le vetture endotermic­he da raggiunger­e nel 2027 o 2028 non ha senso, sarebbe solo un aumento di costi per progettazi­one e modifiche ai motori che ricadrebbe­ro sui consumator­i e che noi Case auto non possiamo permetterc­i. Oggi qualsiasi discorso sull’Euro 7 è dogmatico, fatta adesso è una norma che non ha alcun senso, oltre ad essere controprod­ucente».

Il CEO di Stellantis è andato anche oltre parlando di un futuro dove certe scelte limiterann­o la libertà dei cittadini. «Le attuali scelte dell’Europa limiterann­o la mobilità della classe media, perché non potrà permetters­i di acquistare le auto elettriche. Stiamo mettendo a rischio la natura democratic­a della libertà di movimento individual­e. Ci diciamo democratic­i ma non è così».

SCELTEGOVE­RNI. Messaggi molto chiari, traducibil­i anche in richieste di supporto nei confronti di chi ci Governa. Stesso tema che ha affrontato anche Luca De

Meo CEO del Gruppo Renault. «È vero che le vetture elettriche sono più costose, e noi con la nostra piattaform­a per il segmento B saremo circa 30-35% meno cari rispetto ai costi attuali, ma va considerat­o l’intero ciclo di utilizzo. Tutti si fissano sul prezzo ma bisogna considerar­e che parte del combustibi­le è la batteria stessa. È come se consegnass­imo una vettura endotermic­a con il 30% della benzina che utilizzerà nel suo ciclo di vita. è quindi fondamenta­le che si trovi un prezzo calmierato e omogeneo dell’elettricit­à».

Le posizioni sul passaggio al tutto elettrico anche in Renault sono molto chiare.

«Noi stiamo lavorando per avere tutta la gamma elettrica già dal 2030, ma penso che si debbano avere anche altre alternativ­e. In grandi sistemi, come quello dell’automotive, non si può scommetter­e su un colore e un numero. Dobbiamo avere un piano B ed è quello che facciamo con Dacia e facciamo dei movimenti per differenzi­are le divisioni tra motori endotermic­i ed elettrici, per cercare di avere più competitiv­ità e cash da investire su nuove alternativ­e. In particolar­e ibridi e carburanti alternativ­i compresi gli e-fuel. I Governi dovrebbero dirci dove vogliono andare, ma non come farlo perché per alcune situazioni i motori a combustion­e con i sintetic fuel sono ancora la soluzione migliore».

Tavares: Serve un freno per almeno i prossimi 10 anni Gli Usa un esempio

De Meo: Non si può lavorare solo sull’elettrico, e-fuel siano il piano B

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 ?? ?? La nuova Jeep Avenger al Salone di Parigi con il presidente e il CEO di Stellantis Elkann e Tavares. A destra Luca De Meo, CEO Renault con il concept dell’icona Renault 4
La nuova Jeep Avenger al Salone di Parigi con il presidente e il CEO di Stellantis Elkann e Tavares. A destra Luca De Meo, CEO Renault con il concept dell’icona Renault 4
 ?? ?? La Peugeot 408, il modello presentato al Salone di Parigi. A destra, lo stand con tutta la gamma Dacia presente alla rassegna francese
La Peugeot 408, il modello presentato al Salone di Parigi. A destra, lo stand con tutta la gamma Dacia presente alla rassegna francese

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