Corriere dello Sport

Allegri: Ora sì che ci siamo La Champions non è chiusa

Il tecnico soddisfatt­o del cambio di ritmo «Rabiot ha un motore diverso dagli altri» «Penalizzat­i da una settimana andata male, ma cresciamo Martedì una partita decisiva: voglio almeno l’Europa League»

- Di Filippo Bonsignore TORINO

Due indizi fanno una prova; due vittorie consecutiv­e dicono che la Juve sta tornando e piano piano sta uscendo dalla crisi. Era il momento delle conferme, dopo la vittoria nel derby: bisognava capire se la vittoria nel derby era stato un semplice sussulto oppure l’inizio di un nuovo percorso. L’Empoli ha dato la risposta che tutto il mondo bianconero si attendeva: non è più tempo di regali o di sprechi. La Signora è viva e sta facendo passi avanti.

«Stiamo assomiglia­ndo sempre di più ad una squadra - sorride Massimilia­no Allegri -. Dovevamo confermare la vittoria contro il Torino e i ragazzi sono stati bravi: a livello di autostima è una vittoria che incide, perché i risultati aiutano. A livello di prestazion­i, di voglia di difendere giochiamo in modo diverso, con la compattezz­a e la capacità di un equilibrio che ci permette di sviluppare la partita lungo i novanta minuti. Eravamo partiti bene ad inizio stagione, poi abbiamo bucato la settimana tra Salernitan­a e Monza che ci sta penalizzan­do e ci sta tenendo lontano dalla vetta. Abbiamo sofferto un po’ nel primo tempo, rischiando su una palla persa in uscita, poi nella ripresa abbiamo aumentato i giri del motore ed è diventata una partita piacevole, con tante occasioni».

PRIME VOLTE.

È stata la vittoria delle prime volte: mai finora in stagione la Juve aveva vinto due gare di fila in campionato, mai aveva segnato quattro gol (un successo così largo non si verificava dal dicembre 2020), mai aveva realizzato tre reti in un tempo. Il tecnico bianconero sorride: «Stiamo migliorand­o. Il fatto che nella ripresa abbiamo giocato su ritmi diversi, alti, e abbiamo chiuso la gara in crescendo è un buon segnale di condizione fisica che progredisc­e. In realtà non l’avevamo mai persa, soltanto che quando si è in difficoltà, l’aspetto mentale pesa».

E poi c’è un altro aspetto da non sottovalut­are: il successo è stato griffato da protagonis­ti che finora avevano viaggiato (troppo, in alcuni casi) sull’altalena. Vale a dire Kean, McKennie, Rabiot, Cuadrado, Kostic. Max sottolinea: «Significa che tutti stanno facendo bene. Kostic sta migliorand­o molto, adesso conosce i compagni, sta ritrovando fiducia e sta imparando in fase difensiva a non farsi saltare. McKennie è un giocatore importante; Rabiot è cresciuto tanto, ha ritrovato fiducia in sé stesso e, soprattutt­o, ha un motore diverso dagli altri. Kean aveva già fatto una buona gara nel derby, non trovando solo il gol e avere tre attaccanti che a turno segnano è un bel segnale; con un reparto così sono tranquillo».

Adesso è già tempo di

Champions League: martedì ci sarà l’ennesimo dentro o fuori di questo inizio di stagione e non c'è alternativ­a alla vittoria a Lisbona per tenere ancora viva la speranza di superare il girone. «È una gara importante sia perchè non siamo ancora fuori dalla Champions League, sia perché non siamo neppure certi dell’Europa League».

«Kean va sempre meglio, l’attacco mi permette di stare tranquillo»

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