Corriere dello Sport

Ecco Pedro si prende la Lazio e il futuro

Sarri, senza Ciro, chiede nuovi colpi allo spagnolo L’ha avuto a mezzo servizio in A, pensa di utilizzarl­o da ala destra nel tridente A Bergamo finalmente titolare in campionato. Ha segnato 3 reti una ogni 161 minuti: ha la stessa media garantita da Immob

- Di Daniele Rindone

Il regno di Ciro nelle mani di Pedro. Sarri, perso Immobile, cerca nuovi dei, nuovi gol, nuovi colpi, nuovi trascinato­ri. Pedrito, campione di tutto, eroe del “Sexete” con il Barça di Guardiola nel 2009 (6 titoli vinti), è un’eminenza del calcio. Mau non l’ha ancora lanciato dal primo minuto in campionato, lo farà domani a Bergamo. Pedro è sempre stato a mezzo servizio in Serie A. In Europa ha giocato tre partite da titolare (su 4). Il ko di Ciro stravolge i piani d’attacco e lo spostament­o di Felipe

Anderson da falso nueve (in attesa dell’ufficializ­zazione) spinge Pedro in campo. Il rilancio arriva al momento giusto, Pedrito ha sfoderato una prestazion­e formidabil­e contro lo Sturm Graz (al ritorno) e con l’Udinese (entrando in corsa) è stato solerte e guizzante fino all’ultimo pallone.

LA MEDIA. Per i tifosi ormai è Pedro-pè, come da jingle della Carrà. Per Sarri può essere uno stoccatore in più vero com’è che lo spagnolo ha segnato in media un gol ogni 161 minuti (totale di 3 reti, 2 in A e uno in Europa, totale di 483 minuti di gioco). E’ il miglior rapporto (gol-minuti) registrato nella Lazio, pareggia i dati di re Ciro (un gol ogni 161’, totale di 7, 6 in A e uno in Europa, in 1.129 minuti). Pedrito fa al caso della Lazio e di Sarri anche perché ha segnato all’Atalanta lo 0-1 di quel 2-2 strappato dalla Dea all’ultimo minuto il 30 ottobre 2021. Pedrito, sempre lui, è uno dei più amare

E la società può anticipare le mosse per blindarlo fino al 2024

ti da Sarri, è gregario e leader, seguace della sua corrente filosofico-calcistica. In un momento di smarriment­o, dovuto al ko di Ciro, servono campioni così.

LA MOSSA. Mau sta ridisegnan­do il tridente prevedendo Pedro a destra come accaduto contro lo Sturm Graz all’Olimpico a meno che non decida all’ultimo di piazzarlo falso nueve. Nella notte di Coppa, a sinistra, fu confermato Zaccagni. Al centro c’era Immobile. Pedro fu imprendibi­le, sgusciante, serpentesc­o, segnò il 2-1 quando la Lazio era in 10 (poi arrivò il 2-2 di Bøving). E’ uno dei rari giocatori capaci di trasformao­gni ruolo e ogni fetta di campo in potenziali pericoli. E’ questo che Sarri s’aspetta da lui. Lo ha voluto a Roma e vuole tenerselo stretto. Pedrito è in scadenza a giugno prossimo, nell’accordo firmato nel 2021 era stata fissata una clausola a favore della Lazio, esercitand­ola scatterebb­e il rinnovo per un’altra stagione. La Lazio potrebbe anticipare la mossa riconoscen­do allo spagnolo un rinnovo a prescinder­e e la pausa Mondiale può essere utile anche per trattare il suo caso, per iniziare a intavolare la trattativa. Pedrito ha compiuto 35 anni a luglio, vuole continuare a giocare. A maggio, in una intervista a Futbol Red, confessò di vedersi ancora in campo per un paio di anni: «Penso di avere ancora uno o due anni di calcio. Lascio tutto aperto per il futuro anche se è vero che ho una serie di fattori personali che complicano questa opzione. Vorrei essere più vicino a Barcellona per potermi divertire di più con i miei figli». La volontà di riavvicina­rsi ai figli è forte da tempo, può essere l’unico motivo che spingerebb­e Pedro a lasciare la Lazio e l’Italia. Ma ora è tempo di una nuova ripartenza per Pedrito, padrone del suo futuro come ai tempi che furono e che ritornano.

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(3 in questa stagione)
LAPRESSE, GETTY Pedro, 35 anni, 52 partite e 13 gol in biancocele­ste (3 in questa stagione)

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