Corriere dello Sport

Caos negli spogliatoi l’Inter accusa Rocco

Dopo il fischio finale tensioni e insulti al Franchi Commisso avrebbe cercato di sfondare una porta Ma la Fiorentina smentisce

- Di Francesco Gensini FIRENZE ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Pesantissi­me le accuse mosse dall’Inter al termine della partita: la dirigenza lamenta di essere stata insultata ripetutame­nte e aggredita verbalment­e dai dirigenti viola e, a dire di Marotta e degli altri rappresent­ati del club, il presidente viola Rocco Commisso avrebbe cercato di sfondare una porta che conduceva agli spogliatoi. La versione riportata dai dirigenti dell’Inter è stata smentita categorica­mente dalla Fiorentina che riferisce che non c'è nulla di vero in quanto raccontato dai nerazzurri.

FENOMENO. «Momento importante per me - sono state le parole di Lautaro Martinez - e per la mia carriera, per il Mondiale che si avvicina. Sto lavorando bene e curo i dettagli, poi cerco di dimostrarl­o in campo. Questa squadra la sento sempre più mia. I compagni mi ascoltano, io cerco di dare loro una mano e cerco di fare felice i tifosi che ci sostengono sempre. Il mio primo gol? Così li faceva Aguero. Lukaku? Manca a me e alla squadra, speriamo di ritrovarlo presto».

IL NOSTRO SEGNALE. La vittoria se l’era immaginata diversamen­te dopo la prima mezz’ora dei suoi, ma Simone Inzaghi festeggia lo stesso e tanto una volta che è riuscito a scrollarsi di dosso l’adrenalina per un finale di partita che definire clamoroso è perfino riduttivo. Anche se nell’analisi poi, chiarament­e andrà messo dentro tutto, errori compresi e di nessuno escluso. «Con questa vittoria - ha dichiarato il tecnico nerazzurro - lanciamo un segnale importante. Abbiamo passato un momento difficile, perdendo giocatori su cui avevamo costruito tanto. Nel calcio ci sono i momenti, ma la squadra mi ha sempre seguito e io sono sempre stato sereno. Le critiche ci stanno, è giusto cercare di capirle, prendendo quelle che servono e lasciando andare le altre. Dobbiamo continuare così, anche se lassù vanno molto forte, però noi vogliamo rimanere lì agganciati. Ma non abbiamo fatto ancora nulla, perché il passo decisivo ce l'abbiamo mercoledì. Adesso riposiamo e cerchiamo di recuperare qualcuno. Adesso però penso al Plzen e ai dieci punti che avevo indicato come traguardo il giorno del sorteggio. Lautaro Martinez? Giocatore importanti­ssimo per noi. Lui non è mai un problema, poi ci sono i periodi particolar­i per gli attaccanti. E' un grandissim­o giocatore e io ho la fortuna di allenarlo. L'abbraccio finale? Altro grandissim­o segnale che diamo stavolta a noi stessi».

STIAMO TORNANDO. Gol rocamboles­co che di più non si più, però il merito di Henrikh Mkhitaryan è quello di averci creduto anche al 95’ e per questo si è fatto sessanta metri di corsa. «Mi era già successo ha detto Mkhitaryan - di realizzare un gol del genere, ma questo è speciale, perché è il primo la maglia dell’Inter fuori casa. Ed è un gol importanti­ssimo per i tre punti che produce: andiamo avanti così per dimostrare che ci meritiamo la testa della classifica. Troppi gol subiti? L’importante è segnarne sempre uno in più». L’Inter è tornata? «Non ancora. Questo è solo l’inizio, ma possiamo essere più forti».

Inzaghi va avanti: «Tutti mi hanno sempre seguito Vittoria preziosa»

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ANSA Nicolò Barella, 25 anni, esulta dopo il gol dell’1-0

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