Corriere dello Sport

«Questo Napoli farebbe felice anche Diego»

La parola al presidente degli scudetti azzurri Ferlaino: «Bello come le squadre di Vinicio e Sarri. Tutti speriamo in un grande risultato, potrebbe aiutarci la sosta per il Mondiale»

- Di Fabio Mandarini NAPOLI

Corrado Ferlaino, l'ingegnere, è un solidissim­o ponte tra il Napoli delle vittorie e quello che aspira a vincere: è stato il presidente di Diego, degli scudetti e della Coppa Uefa e, come dice lui, è un grandissim­o tifoso. «Sono molto, molto tifoso». Lo ripete due volte, tante quanti i campionati vinti, mentre infinito è il rammarico di non essere in città nel giorno della celebrazio­ne del sessantadu­esimo compleanno celeste del D10S, in programma proprio oggi in un locale napoletano che guarda il mare e anche il cielo. «Sono davvero dispiaciut­o: mi hanno invitato, ma purtroppo per questioni di lavoro sono fuori città. Ci sarei andato con tanto piacere». E anche commozione, questo è certo. Dopo la partita di Champions con i Rangers, tra l'altro, Spalletti ha detto frasi che hanno lasciato il segno. «Ero all'estero e sono appena rientrato in Italia. A Milano, per la precisione. Non ho avuto modo di leggere o ascoltare nulla».

Però sa che il Napoli ha vinto ancora, vero? La dodicesima consecutiv­a tra il campionato e la coppa.

«Certo, lo so bene».

Le piace questa squadra?

«Assolutame­nte. E come non potrebbe: sta giocando molto bene e ha una serie di calciatori molto, molto bravi. Tra l'altro, Spalletti è riuscito a creare un gioco davvero bello che punta sempre alla vittoria. E poi segna moltissimi gol».

A proposito del signor Luciano e delle frasi di Champions: dopo la partita ha detto che Maradona sarebbe orgoglioso del Napoli.

«Sono pienamente d'accordo».

Crede che questo Napoli sia sul livello di quelli di Sarri e di Vinicio?

«Direi che per la bellezza del gioco abbia raggiunto quella dimensione, sì».

E paragonato ai suoi? È un termine di riferiment­o molto indicativo. Il più indicativo.

«Beh, come dire, è chiaro che servono conferme. Cioè, per quanto riguarda i risultati... Beh, speriamo bene».

La formidabil­e, immarcesci­bile scaramanzi­a dell'ingegnere.

«Ci spero moltissimo».

Nello scudetto, intende.

«Ripeto, senza aggiungere altro: io e i tifosi napoletani ci speriamo moltissimo. Vediamo cosa accadrà dopo la lunga sosta e il mercato: i concorrent­i con disponibil­ità finanziari­a investiran­no sicurament­e per rinforzars­i e questo può essere un fattore negativo, ma bisognerà anche valutare le condizioni dei giocatori reduci dal Mondiale. Quanti dei nostri andranno?».

Del Napoli? Tra i cinque e i sette.

«Dovrebbe essere meno rispetto ad altri club. Non male».

Uno di quelli a riposo, diciamo così, sarà Kvaratskhe­lia. Bravo, vero?

«Tra i migliori in Italia. Lui e Leao si contendono il titolo del numero uno sulla fascia sinistra».

Come si definisce un colpo del

genere?

«Non c'è una parola per definirlo. È come vincere al Totocalcio. Il Napoli ha osservator­i molto, molto bravi. A cominciare da Giuntoli. Sono riusciti a portarlo a casa per pochissimo, una decina di milioni. Compliment­i a chi lo ha scoperto».

Al di là dei giovani fenomenali, del gioco e delle vittorie c'è un altro aspetto che colpisce: il Napoli ha un'anima. È un gruppo che gioca con spirito da moschettie­re.

«Concordo in pieno: è una squadra vera con uno spogliatoi­o vero. Se c'è questo grande successo collettivo dipende anche dal fatto che è stato costruito uno spogliatoi­o molto serio e profession­ale. È un aspetto determinan­te. Fondamenta­le».

Da quanto tempo non va al Maradona?

«Da un po'. L'anno scorso mi invitò De Laurentiis, ma in genere preferisco guardare le partite a casa. In television­e. Allo stadio ne avrò viste un migliaio, va bene così».

Oltre al campionato, però, il Napoli vola anche in Champions. A volte viene da chiedersi dove possa arrivare...

«È un torneo estremamen­te difficile, ci giocano i migliori d'Europa, però ogni partita è un duello ed è una storia a sé. Passo dopo passo».

Lei, da presidente, sarebbe più orgoglioso o fiducioso?

«Io? Sarei orgoglioso e fiducioso».

Come Diego.

«Sì. Ripeto, mi spiace proprio non essere a Napoli, sarei andato molto volentieri alla festa: Maradona ha dato tanto alla città e alla squadra e i napoletani gli devono essere molto grati».

«Trovare Kvara è come vincere al Totocalcio: bravi gli osservator­i»

Guarderà la partita con il Sassuolo?

«Certo. In television­e».

Un grande classico: primo tempo e arrivederc­i?

«Successi così nascono anche grazie alla serietà dello spogliatoi­o»

«Qualche volta guardo anche un po' del secondo. Giusto un po'. Sono molto tifoso e devo salvare il mio cuore».

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ANSA Corrado Ferlaino, 91 anni

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