Corriere dello Sport

«Ringrazio tutti adesso sto bene»

Serviranno un paio di mesi per tornare ad allenarsi Pablo Marí: «Spero che i feriti si riprendano presto» L’aggressore bloccato da Tarantino, ex calciatore

- Di Adriano Ancona MONZA

Ha intercetta­to il dolore di chi gli vuole bene, prima ancora di pensare al proprio. Perché Pablo Marí è fatto così: giovedì nel suo letto di ospedale aveva solo in mente la data di un rientro in campo, mentre i compagni si affrettava­no a chiedere lo spostament­o di Monza-Bologna perché di serenità in questo momento non ce n'è. E mentre Galliani tranquilli­zzava, per quanto possibile, la moglie Veronica prima dell’intervento chirurgico di Pablo alla schiena. Respingend­o il comprensib­ile desiderio dei giocatori del Monza pronti a visitare l’amico. Il raptus di uno squilibrat­o, Andrea Tombolini, armato di coltello ha messo a rischio anche la vita di Pablo Marì oltre a essere fatale per un cassiere di origini boliviane del Carrefour. «Dopo il momento difficile che abbiamo vissuto ieri, sia io che la mia famiglia vogliamo comunicare che per fortuna stiamo tutti bene nonostante le circostanz­e, e ringraziar­e tutti i messaggi di sostegno e affetto che stiamo ricevendo» ha comunicato Pablo Marí via social. «Desideriam­o inviare le nostre condoglian­ze con tutta la nostra forza alla famiglia e agli amici della persona deceduta e speriamo sinceramen­te che tutte le persone ferite si riprendano il prima possibile».

VIVO PER MIRACOLO. Un’avventura tremenda, che ha fatto precipitar­e il Monza in stato di shock. Ci è scappato il morto, e se la sono vista brutta anche i quattro accoltella­ti (alcuni di loro, ieri hanno ricevuto

la visita del governator­e Fontana mentre una donna è già stata dimessa) tra i quali il difensore che stava facendo la spesa con la famiglia. Il centro commercial­e, ieri chiuso per lutto, ha eliminato dagli scaffali qualsiasi oggetto tagliente dopo il folle gesto. Pablo Marí tornerà nel girone di ritorno, ma questo è il meno: il dramma

vissuto nella serata di Assago avrebbe potuto avere conseguenz­e molto più gravi anche per lui, che ha già reso testimonia­nza di quei minuti concitati al centro commercial­e. Colpi alla schiena e una piccola ferita al labbro per lo spagnolo: la ricostruzi­one di Osvaldo Chiara - direttore chirurgia generale dell’ospedale milanese a Niguarda - è piuttosto esaustiva. «Fortunatam­ente c’erano solo due ventri muscolari lesionati, e sono stati rimessi a posto», ha spiegato ieri, affiancato da Galliani che si è tenuto in costante aggiorname­nto sulle condizioni di Pablo Marí. «Adesso ci

vorranno un paio di mesi, prima di cominciare ad allenarsi. I muscoli non dovranno essere messi sotto sforzo. Prima dell’operazione, il giocatore era tranquillo per una situazione risolvibil­e e un intervento abbastanza semplice. Lo ha salvato il fatto di essere un atleta e avere muscoli forti che hanno attutito il colpo. La lunghezza del coltello utilizzato non è riuscita a passare la gabbia toracica e interessar­e il polmone». La fattiva collaboraz­ione di Massimo Tarantino, ex calciatore, giovedì ha evitato guai peggiori. «Pochi secondi mi sono sembrati ore», raccontava ieri. «Ho sentito delle urla ripetute, e il panico alla vista del ferimento di persone. Ho allontanat­o mia moglie, dopo aver visto un uomo che avanzava col coltello in mano. Nel colpire il dipendente del supermerca­to, i due sono inciampati così ho dato un calcio alla mano dell’aggressore facendogli volare il coltello. Quindi l’ho immobilizz­ato e non ha più reagito».

HO PROVATO INVIDIA.

All’ospedale San Paolo di Milano ieri è avvenuto anche l’interrogat­orio di Andrea Tombolini, il 46enne che ha ucciso e scatenato il caos ad Assago. «Erano tutti felici, pensavo di essere ammalato: ho provato invidia», ha detto. Il pm Paolo Storari inoltrerà la richiesta di convalida dell’arresto di Tombolini, che si trovava in cura per problemi mentali. Ora l'uomo dovrà rispondere di omicidio e tentato omicidio.

Il folle è in arresto: «Tutti erano felici e io ho provato un senso di invidia»

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ANSA Carabinier­i al centro commercial­e chiuso per lutto

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