Berlusconi: «Un abbraccio a Pablo Marí»
MONZA - Il silenzio surreale di Monzello rende l’idea: caso vuole che il giorno di riposo della squadra - già programmato perché si gioca lunedì sia fissato proprio nelle ore in cui tutti pensano a Pablo Marí, ricoverato all’ospedale di Niguarda. Soltanto una settimana fa il Monza preparava l’appuntamento con la storia a San Siro, adesso l’ambiente è sconvolto. Ieri le riflessioni sparse tra i giocatori andavano nella direzione di un week-end senza distrazioni dal campionato: depennare l’impegno di lunedì col Bologna era la volontà di tutti, invece nel posticipo si giocherà anche per Pablo. Matteo Pessina parla a nome di tutto il gruppo: «Ciao fratellone, ieri sera mi è crollato il mondo addosso. Quella coltellata, con te, l’abbiamo subita tutti quanti nello stesso istante», il pensiero del capitano, che a caldo si era intrattenuto in lacrime al telefono con Galliani. «La notizia mi ha tenuto sveglio per tutta la notte e continua a non darmi pace, non può essere accaduto tutto questo». Il voler manifestare vicinanza a Pablo Marí, con tutta la spontaneità del caso, ha riempito la giornata del Monza.
Lo hanno fatto anche il tecnico Palladino e a turno altri giocatori. Poi, nel pomeriggio, è stato il presidente Berlusconi ad allargare il ragionamento rispetto al dramma di due sere fa. «In un centro commerciale si dovrebbe trascorrere un momento di svago, non incontrare terrore e paura della morte. La mia sentita vicinanza a tutti i feriti e, soprattutto, le mie condoglianze ai parenti della vittima del folle gesto di Assago. Un abbraccio a Pablo Marí del “mio” Monza. La sicurezza dei cittadini deve essere un valore e la chiave della civiltà umana. Per questo lo Stato e gli Enti locali devono utilizzare ogni mezzo a propria disposizione per garantirla».
«Condoglianze alla famiglia della vittima». Pessina: «Non mi do pace»